Il concetto di pari e dispari, in senso matematico, quasi non avrebbe bisogno di essere spiegato; occorre invece qualche delucidazione nelle scommesse calcio*. I numeri pari sono i multipli di 2, cioè quei numeri che si ottengono moltiplicando un numero intero naturale per 2, i numeri dispari sono gli altri. Lo zero, in algebra, non è né pari né dispari.

L’applicazione del concetto di pari e dispari alle scommesse può assumere tante forme diverse, a seconda dello sport di riferimento: gol, set, punti, calci d’angolo, ace, eccetera. Se parliamo di calcio, la scommessa pari-dispari più comune è quella sul numero dei gol, con lo zero che viene equiparato ad un numero pari (particolare importantissimo): esempi di gol pari sono 0-0, 3-1, 2-4, 1-1, mentre esempi di gol dispari sono 1-0, 1-2, 3-2.

Stesso discorso per calci d’angolo, ammonizioni, espulsioni, sostituzioni. Se parliamo di pallavolo il pari-dispari può applicarsi al numero di punti di un set o di tutta la partita. Se parliamo di tennis il pari-dispari può riferirsi al numero di game in un set o a quello totale, ma anche al numero di ace o di doppi falli. Nelle scommesse sulla pallacanestro il pari-dispari è di uso comune per i punti totali, o di quelli per singola squadra.

Le scommesse del genere pari-dispari hanno una valenza diversa a seconda dello sport, ad esempio nel tennis sono in certe situazioni più leggibili che altrove, ma in linea generale sono più aleatorie della scommessa sull’esito finale e in sostanza, questa la chiave del loro successo, permettono di giocare su partite anche squilibrate con quote molto simili. Per questo sono amate dai sistemisti, che riescono ad ottenere moltiplicatori della stessa entità.

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