Come valutare il “peso” e l’importanza di un ciclista e la popolarità del suo nome? Difficile a dirsi, nonostante il 2022 offra strumenti che prima non esistevano - a partire dai social e dalle interazioni generate dai nomi dei corridori, dai loro profili e dai video delle loro imprese. Pensate però se 80 anni fa ci fossimo chiesti: fa più click Fausto Coppi o Gino Bartali? Un paradosso. Per quello abbiamo deciso di indicare (alcuni) dei nomi dei ciclisti più famosi al mondo facendo riferimento al dato più “materiale” a disposizione: la classifica degli stipendi del 2022. Frutto di ciò che è stato fatto in carriera in alcuni casi, più che delle prospettive future: in generale però buon termometro di popolarità e soprattutto di forza dei corridori. Scopriamo insieme i nomi inseriti in graduatoria.

Da Nibali a Viviani: i ciclisti più famosi che restano fuori dalla top-10

La prima notizia che balza all’occhio è che nessun ciclista italiano rientra “per reddito” nella top-10 - sintomo di come i risultati degli azzurri su due ruote siano in calo ormai da anni, soprattutto quando si parla di grandi corse a tappe. Vincenzo Nibali, ultimo in grado di vincere e ormai negli anni conclusivi della sua carriera, si ferma all’undicesimo posto con 2.1 milioni di euro, mentre Elia Viviani - portabandiera azzurro alle Olimpiadi di Tokyo e protagonista sia su pista che su strada - è il 18° per stipendio con i suoi 1.9 milioni. Restano fuori nomi di primissimo piano come Primo Roglic - “il ciclista sloveno più forte di sempre”, se non fosse esistito nella sua stessa generazione un campione che troveremo ben più in alto - e anche Mathieu van der Poel; campione giovane e di prospettiva in grado di competere e divertire su ogni tipo di tracciato. Di seguito i ciclisti più famosi e più pagati al mondo.

8° posto | Richard Carapaz - 2.2 milioni di euro

Il corridore della Ineos (la squadra con maggiore disponibilità economica al mondo) a 29 anni ha raggiunto la sua piena maturità ciclistica: vincitore del Giro d’Italia nel 2019 e di tappe in tutte le grandi corse europee, ha consacrato per sempre il suo nome in Ecuador - la sua nazione natale - conquistando l’oro alle Olimpiadi di Tokyo su un tracciato che non sembrava disegnato per uno scalatore come lui.

8° posto | Alejandro Valverde - 2.2 milioni di euro

L’eterno corridore spagnolo è giunto alla veneranda età di 41 anni e non alcuna intenzione di smettere, non ancora: fare l’elenco delle sue imprese sarebbe irrispettoso nei confronti di tutte le vittorie di cui perderemmo certamente il conto. Corridore da classiche che ha conquistato anche una Vuelta, un ciclista unico e un amante dello sport, della fatica e del mondo del ciclismo.

8° posto | Wout van Aert - 2.2 milioni di euro

Il nuovo che avanza, un ciclista unico nel suo genere - prototipo di un 2022 in cui tutti devono saper fare tutto per competere e lottare tra loro. La certezza con lui e con i corridori che fanno parte di questa nuova schiera è che ci si diverte sempre - pronti a un’avventura inattesa, a un colpo da maestro e a un rischio non per forza calcolato che però è sinonimo di spettacolo.

7° posto | Julian Alaphilippe - 2.3 milioni di euro

Bi-campione del mondo nel 2020 e nel 2021, una bandiera arcobaleno da tenere d’occhio ogni volta che è in corsa, corridore da classiche, velocista insidioso e sempre più continuo per resa anche quando si tratta di correre una corsa a tappe. Non ha mia corso il Giro d’Italia, ma sulle strade di mezza Europa il suo nome è tra quelli più scanditi (nonostante la supponenza francese che si porta dietro lo rende “antipatico” secondo alcuni): Alaphilippe è uno dei grandi volti del ciclismo contemporaneo.

6° posto | Michal Kwiatkowski - 2.5 milioni di euro

Il corridore della Ineos arrivato a 32 anni resta uno dei più pericolosi ogni volta che una grande corsa a tappe (e non per forza solo quella) prende il via, anche se il polacco pare appartenere a una “vecchia” generazione scalzata dai nuovi arrivi: lo stipendio - firmato in passato - resta da big, toccherà dimostrarlo anche in strada nei prossimi mesi di esserlo ancora.

5° posto | Egan Bernal - 2.8 milioni di euro

La sua caduta rovinosa in allenamento - con cui ha rischiato di restare paralizzato - ha fatto il giro del mondo e accolto prima preoccupazione e poi un sospiro di sollievo, nonostante lo costringerà a restare lontano dalle corse per mesi: perderemo così l’occasione di godere di uno dei più grandi scalatori del circuito, uno di quelli che trova spazio e forza quando l’aria si fa rarefatta, quando la strada raggiunge pendenze proibitive.

4° posto | Geraint Thomas - 3.5 milioni di euro

Ha vinto il Tour de France nel 2018, ha vinto corse su pista, va forte a cronometro, ha saputo vestire all’occorrenza i panni del gregario: Geraint Thomas è un campione a tutto tondo e il nuovo simbolo del ciclismo britannico. Un volto richiesto dagli sponsor e un corridore che sa come far parlare di sé, non solo in sella a una bicicletta.

2° posto | Peter Sagan - 5.5 milioni di euro

Una leggenda vivente di questo sport, un corridore da classiche in grado di vincere decine di volate nei grandi giri, un ciclista anomalo e talmente forte e spettacolare da infiammare il pubblico: un campione amato anche dagli sponsor e un talento che fa la fortuna della squadra che decide di puntare su di lui (l’alto stipendio dipende da quello). L’età ormai non è più quella di un giovane, ma la voglia di correre e dare spettacolo è ancora tanta.

2° posto | Chris Froome - 5.5 milioni di euro

Per anni è stato considerato da molti il nuovo Lance Armstrong: la capacità di annichilire gli avversari nelle grandi corse a tappe era la stessa, il controllo, la freddezza e la razionalità in salita o a cronometro non avevano eguali. Poi le difficoltà (non solo in bicicletta) hanno cambiato i rapporti di forza, lasciandogli in dote un contratto faraonico, una sovraesposizione mediatica seconda a pochissimi e delle debolezze reali che lo hanno reso più umano e vicino al pubblico. Sì, Chris Froome è uno dei corridori più famosi al mondo.

1° posto | Tadej Pogacar - 6 milioni di euro

Proviamo a prendere le misure a un talento difficile da condensare in poche righe: a fine estate compirà 24 anni, ma nel frattempo Pogacar ha già vinto in tre anni da professionista due Tour de France, un Giro di Lombardia, una Liegi-Bastogne-Liegi, un bronzo olimpico, una Tirreno-Adriatico e all’unica Vuelta a cui ha preso parte è arrivato terzo. Il discorso è semplice: se c’è lui in gara, che sia corsa di un giorno, classica, una settimana o un grande Giro, vince. Difficile anche immaginare paragoni al momento: come si dice in questi casi, “Sky is the limit”. Chissà dove arriverà, il ciclista più famoso e più pagato al mondo.

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