Dopo aver lasciato l’Europa, la Formula 1 si sposta in America con il trittico di Austin, Città del Messico e San Paolo. Neanche il tempo di correre in Texas che team e piloti sono già pronti a tornare in pista per l’atteso GP del Messico. Il caldissimo pubblico e le condizioni atipiche, dovute all’altitudine del circuito, la faranno da padrone con una corsa ancora tutta da scrivere.

Cosa aspettarsi dal fine settimana messicano? Andiamo a scoprire insieme i favoriti per la vittoria, nonché tutti i pronostici e le scommesse sulla Formula 1* del weekend di Città del Messico.

Come arrivano i team al GP del Messico

Max Verstappen, trionfante ad Austin dopo una gara rocambolesca, si presenta in Messico come favorito numero uno. L’Autodromo intitolato ai fratelli Rodriguez sorge a 2240 metri di altitudine per cui gli occhi saranno puntati sulle Power Unit. L’aria rarefatta, pur diminuendo la resistenza all’avanzamento delle vetture, mette infatti a serio rischio l’affidabilità dei propulsori. Sul lungo rettilineo di partenza il motore Honda, abbinato alle doti velocistiche della RB18 potrebbe farla da padrone. In Texas, Verstappen si è liberato agevolmente di Leclerc ed Hamilton proprio sfruttando le elevate velocità di punta della sua monoposto che, con il DRS aperto, si trasforma in un vero e proprio missile. Guai però a dare per battuto il compagno di box dell’olandese, Perez. Nonostante una seconda parte di stagione non particolarmente brillante, il vincitore di Monaco e Singapore cercherà di sfruttare la spinta del pubblico di casa per conquistare il tanto desiderato successo in Messico.

In casa Ferrari non sono attese particolari novità sul fronte tecnico, con il focus in fabbrica ormai spostato al 2023. La F1-75 ha comunque mostrato buoni riferimenti velocistici negli Stati Uniti con Leclerc che, forte di una Power Unit fresca, potrà ambire sicuramente ad occupare un posto sul podio. La rossa in Texas ha conquistato la pole position con Sainz, poi costretto ad un prematuro ritiro, e non è detto che non potrà fare lo stesso in Messico. Se in gara, infatti, il degrado gomme penalizza la F1-75 nei confronti della RB18, in qualifica la vettura riesce spesso ad esprimere tutto il suo potenziale.

Discorso diverso per Mercedes. Dopo il rimpianto del Texas, con Hamilton costretto al secondo posto a poche tornate dal termine, la W13 verosimilmente tornerà a soffrire in Messico. I progressi rispetto ad inizio anno sono stati enormi e, grazie anche al talento cristallino di Sir. Lewis, in Mercedes sono arrivati diversi piazzamenti a podio. Tuttavia, anche in Texas è emersa una velocità di punta sensibilmente minore rispetto a quella di Red Bull e Ferrari che ha reso l’inglese una facile preda per Verstappen. Questo limite congenito della W13 rischia di essere altamente penalizzante in Messico, weekend che si preannuncia in salita per il team di Stoccarda.

In grande spolvero Aston Martin. Complici anche le penalità in griglia degli altri piloti, è stato un GP degli USA da protagonisti per Vettel e Stroll che, senza i guai al Pit del primo e il ritiro del secondo, avrebbe potuto garantire importanti punti in ottica costruttori al team inglese.

Lo stesso vale anche per Alpine. La vettura francese aveva permesso ad Ocon, partito dai box, ed Alonso, protagonista di un terribile incidente con Stroll, di assicurarsi un doppio piazzamento a punti, poi negato dalla penalità di 30 secondi inflitta allo spagnolo.

Entrambi i team si candidano ora ad occupare le posizioni in zona punti dopo le buone performance viste negli Stati Uniti.

A contendere il quarto posto ad Alpine in classifica costruttori è la McLaren. Il team inglese è ormai a due facce, con Norris spesso costretto a “salvare” il fine settimana. Con Daniel Ricciardo in perenne difficoltà, sedicesimo e davanti al solo Latifi in Texas, è il giovane inglese a trascinare il team, con ben 109 punti sui 138 ottenuti. La MCL33 soffre specialmente in qualifica, per poi risalire in gara. Le grandi possibilità di sorpasso del circuito Hermanos Rodriguez potrebbero essere d’aiuto ai due McLaren in tal senso.

In casa Haas il weekend del GP degli Stati Uniti ha visto come protagonista Kevin Magnussen. Il danese ha conquistato un ottavo posto importantissimo in ottica costruttori dopo aver occupato un’incredibile sesta piazza per gran parte della corsa. Periodo non eccezionale, invece, per Mick Schumacher. Il tedesco, coinvolto in un contatto con Latifi è finito nuovamente fuori dai punti e la sua avventura con il team a stelle e strisce sembra destinata a concludersi a fine stagione.

Quanto all’Alpha Tauri, la situazione è complessa. Yuki Tsunoda ha ottenuto un buon nono posto negli Stati Uniti, indice di una vettura che ricomincia a mostrare segnali di competitività. Solo tredicesimo, invece, Pierre Gasly che, ormai ufficialmente pilota Alpine per la prossima stagione, non sembra più particolarmente motivato e anzi pare volersi togliere qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del suo quasi ex-team.

Per concludere, la Williams affida tutte le sue speranze ad Alexander Albon. In Texas, il thailandese è stato superbo in qualifica sfiorando un clamoroso passaggio in Q3. In gara si è poi dovuto accontentare della dodicesima piazza, con la sua Williams che ancora fatica sulle lunghe distanze. Discorso a parte per Nicholas Latifi. Il canadese sembra non essere mai riuscito ad adattarsi pienamente alla guida della sua vettura, come evidente dall’ennesimo testacoda rimediato nel tratto dello “snake” del circuito americano.

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