Gli appassionati di scommesse sulla Formula 1* attendono l'inizio della prossima stagione ma intanto possono gustarsi il ricordo di uno dei più grandi della storia di questo sport. Michael Schumacher è il nome più famoso nel mondo automobilistico, il pilota che più di ogni altro ha incarnato lo spirito e il senso della Formula 1. È considerato uno dei migliori piloti di tutti i tempi e insieme a Lewis Hamilton è il più vincente nella storia della Formula 1, con 7 titoli mondiali, i primi due conquistati con la Benetton (1994 e 1995) e successivamente cinque consecutivi con la Ferrari (2000, 2001, 2002, 2003 e 2004), quest'ultimo un record assoluto. Mai nessuno come lui, un gigante di cui ripercorriamo alcuni dei suoi più grandi trionfi.

Michael Schumacher: gli esordi e il primo titolo mondiale di Formula 1

Debutta in Formula 1 nel 1991, con la Jordan, motorizzata Ford, in occasione del gran premio del Belgio: sul circuito di Spa-Francorschamps, il pilota di Hürth conquista un ottimo settimo tempo. Eddie Jordan è convinto di aver trovato il fuoriclasse che cercava, ma i team manager più lungimiranti avevano già puntato gli occhi sul tedesco. Flavio Briatore si accorge subito del suo talento e mette sotto contratto Michael nel team Benetton, in sostituzione del deludente Roberto Moreno; nel Gran Premio di Monza, il tedesco Schumacher conquista il quinto posto. Nel 1992, Schumacher ottiene il terzo posto nel mondiale piloti e Flavio Briatore si accorge subito che il suo “pupillo” sarebbe migliorato ancora. Nel 1993 il team manager italiano conferma la sua totale fiducia nel tedesco che vince sul circuito portoghese dell’Estoril e arriva quarto in classifica piloti  a fine stagione. Nel 1994 Michael Schumacher ed Ayrton Senna si giocano il mondiale fino alla tragedia di Imola dove il brasiliano perde la vita. Damon Hill assume il ruolo di prima guida della Williams-Renault e diventa il vero rivale del tedesco fino all’ultima gara in Australia, quando un errore inopportuno  di Schumacher sembra spianare la strada del titolo a Hill. Il pilota della Williams tenta un sorpasso interno, Michael chiude la porta e il contatto è inevitabile. Entrambi si ritirano: titolo a Michael.

L’arrivo in Ferrari e l’inizio di una dinastia inimitabile e piena di successi

Intanto la Ferrari pensa di riportare il titolo a Maranello dopo l’ultimo mondiale conquistato da Jody Scheckter nel 1979 ed assumono Michael Schumacher per la stagione 1996. L’8 settembre 1996, Michael vince il gran premio d’Italia ed i tifosi della rossa iniziano a sognare. In quell’anno Damon Hill vince il campionato piloti, mentre il tedesco è terzo in classifica alle spalle dell’inglese e di Jacques Villeneuve con cui sarà  sfida aperta per tutto il 1997 e che si concluderà con l’incidente del 26 ottobre a Jerez de la Frontera durante il gran premio d’Europa, Michael in seguito ad un’azione poco sportiva viene squalificato regalando il mondiale al canadese.

Nell’edizione 1998 ingaggia altre sfide all’ultimo giro con Mika Hakkinen, arrivando sempre secondo. La stagione successiva inizia bene per la Ferrari e per il tedesco, ma nel luglio del 1999 un incidente a Silverstone tiene Michael lontano dalle corse, impedendogli così di contendere il titolo al rivale finlandese Hakkinen, alla fine vincitore del suo secondo mondiale. Finalmente nel 2000 arrivano i trionfi tanto attesi dai tifosi della Ferrari con le vittorie in Australia, Brasile, San Marino, poi la rimonta di Hakkinen con il bellissimo sorpasso in Belgio. Arriva Monza e l’autodromo si tinge di rosso con tantissime bandiere agitate dal vento della passione. Michael vince 4 gare di fila e con le sue  lacrime e le parrucche rosse di Sepang si conclude una stagione trionfale che ha visto il ritorno a Maranello del titolo piloti dopo 21 anni di digiuno.

Nel 2001 il trionfo arriva a Budapest, con quattro gare di anticipo. Il 19 agosto, doppietta secca Schumi-Barrichello e conquista del titolo piloti e costruttori. Il tedesco vince il suo cinquantunesimo gran premio ed eguaglia il record di Alain Prost,  con le vittorie in Belgio e Giappone arriva a quota 53. Gli unici avvenimenti negativi della stagione sono arrivati a settembre con la Ferrari che corre con il musetto dipinto di nero dopo gli attentati dell’11 settembre e l’incidente ad Alex Zanardi al Lausitzring. La Ferrari continua a dominare anche nel 2002. Con cinque mondiali il tedesco eguaglia Juan Manuel Fangio.

La Ferrari è pronta a presentare la F2003 con l’aggiunta finale delle due lettere “GA”,  un omaggio a Gianni Agnelli scomparso il 24 gennaio 2003. E’ il momento dei giovani con Kimi Raikkonen che vince in Malesia, Fernando Alonso in Ungheria, mentre Juan Pablo Montoya su Williams vince a Monaco e  in Germania. McLaren, Williams e Renault iniziano a tirare fuori le unghie e la concorrenza diventa spietata. Schumacher conquista il suo sesto titolo iridato con sole due lunghezze di vantaggio sul finlandese della McLaren dopo una lotta serrata durata fino a Suzuka. L’ottavo posto del gran premio del Giappone permette al tedesco di entrare ancor di più nella leggenda dello sport automobilistico. 

Anche il 2004 si colora di rosso prima con il titolo costruttori conquistato sul circuito dell’Hungaroring il 15 agosto 2004 e poi con Schumacher che conquista per la settima volta il titolo piloti in Belgio (GP numero 700 per la Ferrari). Con 4 gare di anticipo si conclude la trionfale stagione della Rossa con 15 gare vinte su 18 con Schumi che se ne aggiudica 13. Nel 2005 il nuovo regolamento non permette alla F2005 di eguagliare la stagione precedente. Tanti bassi e solo due acuti: secondo a Imola e vittoria a Indianapolis, ma con solo 6 macchine al via.  Il 10 settembre 2006 dopo la vittoria del gran premio d’Italia, Michael Schumacher annuncia il ritiro a fine stagione. Fernando Alonso conquista due titoli, mentre la Ferrari e Michael Schumacher terminano al secondo posto in classifica.

L’incidente in montagna e la vita di Michael Schumacher finita in un limbo

La mattina del 29 dicembre 2013 l’ultima tappa di una vita straordinaria, durante una discesa con gli sci in un fuori pista sulle nevi di Méribel, in Savoia (Francia), Schumacher cade e sbatte violentemente la testa contro una roccia; l'urto è stato aggravato dal fatto che il pilota portava indossata una videocamera sportiva, la cui asta di supporto perforò il casco impattando contro il cranio. Ricoverato d'urgenza in stato semicomatoso al centro ospedaliero universitario di Grenoble, è stato sottoposto a un'operazione neurochirurgica per grave trauma cranico ed emorragia cerebrale, a seguito della quale è stato mantenuto in coma farmacologico. 

Il 16 giugno 2014, dopo circa sei mesi, la portavoce e manager Sabine Kehm ha dichiarato che Schumacher è uscito dal coma ed aveva lasciato l'ospedale di Grenoble per iniziare un percorso riabilitativo in una clinica privata. Già ad aprile erano stati annunciati periodi di risveglio, ripresa della coscienza e interazione con l'ambiente circostante. È stato infine deciso un percorso riabilitativo al centro di neuroscienze dell'ospedale universitario di Losanna, non lontano dalla sua villa di Gland. Il 9 settembre 2014 Schumacher è stato dimesso dal centro di Losanna per proseguire la riabilitazione a casa. Da allora la famiglia mantiene un assoluto riserbo sulle condizioni di salute del pilota.

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