Nell’immaginario collettivo il golf viene spesso paragonato a un passatempo e non eletto al rango di disciplina sportiva, nonostante sia tornato a essere disciplina olimpica. Compagno di viaggio in età giovanile nella sua variante “mini”, non viene mai preso troppo sul serio, enfatizzando soprattutto la parte più simpatica e ironica legata al gesto tecnico spesso rivedibile. Eppure, il golf praticato a livelli professionistici nasconde tanti segreti, alcuni più evidenti come il contesto paesaggistico, altri più tecnici e tattici che variano da atleta ad atleta.

Essendo dunque praticato soventemente a livello amatoriale, il golf non segue un preciso regolamento quanto un codice condiviso dai giocatori e limitato alle regole essenziali. Ma quali sono le regole che un golfista dovrebbe sempre tenere a mente? Come si gioca a golf? Proviamo a rispondere a questa domanda nel prossimo articolo inserendo successivamente un piccolo glossario per interpretare al meglio le fasi di gioco.

Come si gioca a golf: le regole

Il primo aspetto da considerare è l’ambiente di gioco. Se siete stati assidui frequentatori di minigolf insieme alle famiglie o agli amici, tenete presente che la grandezza di un campo di golf va moltiplicata in maniera significativa. Per un circolo di 18 buche, la misura standard, si arriva fino a oltre 6 chilometri di lunghezza per un’estensione di circa 60-65 ettari di terreno. A dimostrazione delle ampie distanze viene in soccorso il caddy (chiamato anche “golf car”), che trasporta i giocatori e il loro equipaggiamento lungo il percorso che si snoda una buca dopo l’altra. Un’area da coprire così ampia significa inoltre costi di manutenzione faraonici, che molto spesso hanno sollevato polveroni di carattere ambientale legati alla gestione non ottimale delle risorse. Per quanto concerne la conformazione del terreno, coesistono tratti in pianura alternati a elementi di terra e acqua.

Tra il punto di partenza e la posizione dove è collocata la buca, contrassegnata da una bandierina visibile anche in lontananza, possono intercorrere fino a 550 metri. L’obiettivo del golf è coprire questa distanza con meno colpi possibili: il vincitore sarà colui che avrà totalizzato meno colpi per completare l’intero circuito. Mentre nel minigolf si è soliti giocare uno alla volta, in attesa che il giocatore abbia mandato la pallina in buca, nel golf si procede a “turni” ossia che ogni giocatore deve attendere che tutti gli avversari abbiamo effettuato il colpo prima di proseguire. Per stabilire il nuovo ordine successivo al primo colpo di ciascun atleta si valuta la distanza della pallina dalla buca: il primo giocatore a inaugurare il turno sarà quello più lontano dal bersaglio. Per distinguere la pallina di un giocatore da quella di un rivale, specialmente se il numero di partecipanti è cospicuo, si pone un segno identificativo di qualsiasi natura.

Essendo uno sport dotato di grande cifra stilistica, la scelta dello strumento è fondamentale: la mazza (o ferro) si distingue soprattutto per la sua “testa”, vale a dire per il gambetto che colpisce la pallina posizionata sul sostegno. Può differire il materiale, legno oppure ferro, a seconda anche dal terreno su cui è collocata la pallina, sia esso terra o erba. Ogni giocatore può avere un arsenale di 14 mazze da portarsi in giro per il campo. È possibile pulire il punto da battuta da eventuali imperfezioni, togliere la bandiera quando si è in prossimità della buca, ma non è consentito toccare accidentalmente la pallina o posizionarla in modo tale da guadagnare un vantaggio scorretto (per esempio in presenza di un ostacolo d’acqua). È infine concesso dichiarare ingiocabile la propria pallina e posizionarla in prossimità del punto a non più di un metro di distanza.

Come si gioca a golf: glossario

Tralasciando l’aspetto puramente estetico legato alla postura e al moto oscillatorio con cui si colpisce la pallina (chiamato per consuetudine “swing”), arriviamo a parlare di punteggio dove entrano in gioco una serie di termini anglosassoni. Di norma si segue il principio della “gara a colpi”, ma esistono anche delle varianti come la “gara a buche” dove trionfa chi vince il maggior numero di buche. Il termine di partenza per l’assegnazione del punteggio è “par”, cioè il numero di colpi previsti per spedire la buca in pallina. Se il giocatore fa meglio del par siamo in presenza di una terminologia ulteriormente definita: “birdie” (-1 colpo rispetto al par), “eagle” (-2), “albatross” (-3), “condor” (-4). Quest’ultimo caso coincide spesso con l’imbucata in singolo colpo, che si definisce anche “ace” come nel tennis. Viceversa la parola “bogey” fa riferimento ai giocatori che impiegano più colpi per imbucare rispetto al par, infine ogni tentativo mancato viene definito “air shot”.

Per quanto concerne il terreno parliamo di “tee” per indicare il punto esatto di partenza e il “putting green” per contrassegnare l’area circolare che accerchia la buca stessa. Il “bunker” si riferisce invece alle aree sabbiose, per indicare la trappola in cui giocatori cadono, mentre non è previsto un lemma per definire le aree di acqua dentro il circuito. Vastissimo il lessico per ogni tipo di testa del bastone, altrettanto variegato quello che distingue i vari colpi (“back swing” e “punch” i più comuni).

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