Il bizzarro mondo degli scambi del 31 luglio ha colpito ancora, nella MLB. Da quest’anno, poi, il termine ultimo aveva un valore aggiuntivo, perché la lega ha abolito l’altra data, quella del 31 agosto, entro la quale un giocatore poteva essere tagliato e lasciato andare ad un’altra squadra per accordo tacito secondo il quale quelle teoricamente in grado di prenderlo rinunciavano, lasciandone la facoltà all’unica che aveva mostrato interesse. Dunque, 31 luglio. In passato, nei giorni e nelle ore che precedevano il termine, è successo di tutto: stavolta erano le 16 della costa est, ma è capitato che l’orario cadesse durante lo svolgimento di partite creando situazioni paradossali. Nel 2015 ad esempio Wilmer Flores, dei New York Mets, era nel dugout (la panchina, nel gergo del baseball) ad attendere il proprio turno di battuta quando i tifosi alle spalle lo avvertirono che Twitter aveva dato la notizia della sua imminente cessione a Milwaukee. Flores cominciò a piangere e in quello stato tornò poi sul diamante come difensore, ma i tifosi non avevano letto con attenzione il tweet, secondo il quale lo scambio sarebbe stato ufficializzato solo dopo la visita medica dell’altro giocatore, Carlos Gomez, che infatti non la superò. In molti casi giocatori sono stati fatti uscire a metà partita, hanno salutato i compagni, sono andati a farsi la doccia e sono immediatamente partiti per raggiungere la nuova squadra, cosa che può avvenire senza problemi oppure - 2016, Melvin Upton, ceduto da San Diego a Toronto durante una trasferta nella città canadese - tramite una corsa ad un ufficio a tre ore d’auto per ottenere su due piedi il permesso di lavoro nella nuova nazione.

Caso assurdo, Scott Feldman, passato da Houston a (ancora) Toronto prima di una partita tra le due squadre: i Blue Jays non volevano che giocasse subito, ma la gara si protrasse al 14° inning e dovettero utilizzarlo. Risultato: partita persa per un doppio di Carlos Correa, suo compagno di squadra fino a tre ore prima. Allora, cosa è successo mercoledì, e cosa può cambiare nello scenario della MLB di questa stagione? Il colpo vero potrebbero averlo fatto gli Houston Astros, che hanno preso da Arizona il lanciatore Zach Greinke, 35 anni, ancora in ottima efficienza, oltre ai due rilievi Aaron Sanchez e Joe Biagini e al catcher Martin Maldonado. Ai Diamondbacks vanno tre cosiddetti ‘prospetti’, giocatori ancora da sviluppare ma evidentemente meno utili alla causa-Houston di un Greinke che un giorno verrà eletto nella Hall of Fame: J.B. Bukauskas, Seth Beer e Corbin Martin. Inutile ribadire che gli Astros erano già forti prima, e ora sono diventati improvvisamente i netti favoriti della American League per arrivare alla World Series.

Curioso come Greinke sia stato ceduto mentre era… sul monte di lancio a New York contro gli Yankees, in una gara iniziata alle 13.05, dunque tre ore prima della chiusura delle trattative. Giocati 5 inning in maniera discreta, Greinke è uscito e ha poi preso la direzione di Cleveland, dove Houston sta giocando la serie contro gli Indians. Ah, a proposito: gli Indians stessi hanno mosso un po’, ottenendo da Cincinnati Yasiel Puig, l’esterno destro cubano, bombardiere dal carattere particolare. Non per nulla l’ultima sua partita con i Reds lo ha visto coinvolto in una rissa, nella quale era peraltro andato ad aiutare il compagno di squadra Amir Garrett. Non l’aveva scatenata lui, per una volta, ma la conclusione turbolenta del suo periodo di soli quattro mesi a Cincy, con tre espulsioni, sembra proprio disegnata su di lui. Non che sia finita molto meglio a Cleveland per il lanciatore Trevor Bauer, il giocatore che ha preso la direzione opposta rispetto a Puig in un giro a tre che ha coinvolto anche San Diego: personaggio particolare, di grande carattere e politicamente scorretto, Bauer domenica ha perso la pazienza dopo due punti segnati dagli avversari, Kansas City Royals, ed ha tirato una palla dietro a casa base, contro la rete di protezione; poi, vedendo che il manager Terry Francona stava andando verso di lui per sostituirlo, si è girato e ha sparato un lancio lunghissimo verso le tribune all’esterno centro, spaventando il compagno di squadra Mike Freeman che lo ha visto girarsi con l’aria alterata e la palla in mano.

Dopo la partita Bauer si è scusato, ma sono state anche le sue ultime parole da Indian: curioso che una squadra in lotta per i playoff mandi via uno dei suoi migliori giocatori - e Bauer lo è - ma evidentemente qualcosa non funzionava più a livello caratteriale. E gli altri? Gli Yankees, considerati la squadra più pronta a mosse di mercato importanti per rafforzare la propria già ottima posizione, alla fine non hanno fatto nulla, e così anche i Minnesota Twins, che però hanno un settore lanciatori meno efficace di quello newyorkese - quando in salute - e potrebbero pagare caro nei playoff il mancato accordo per aggiungerne uno. Molto movimento a San Francisco, per una squadra che può ancora sperare nei playoff come wild card e che è riuscita a tenere il lanciatore Madison Bumgarner che invece molti temevano di veder andare via, e lo stesso ha fatto New York sponda Mets: si temeva la cessione di una delle superstar del monte di lancio, Noah Syndergaard o Zack Wheeler, mentre non solo i due sono rimasti ma è arrivato il destro Marcus Stroman. Ergo, i Mets pensano di poter ancora combinare qualcosa in questa stagione, nella quale sono a circa 5-6 partite dal posto nel wild card game, con concorrenza però notevolissima, dato che nella fragorosa lotta tra Chicago Cubs, St.Louis Cardinals e Milwaukee Brewers per il primo posto nella National League Central è facilissimo che chi non lo conquisterà abbia almeno uno dei due spazi per i playoff via, appunto, il wild card game.

Può decidersi tutto addirittura con uno spareggio, come avvenne lo scorso anno tra Cubs e Brewers, ed è per questo che le mosse di fine luglio sono decisive: basta una buona partita di un nuovo arrivato rispetto a quella che avrebbe fatto il suo precedessore, vinci invece di perdere e la vittoria in più è magari quella che a fine anno ti manda ai playoff e non in vacanza. Ultimo accenno per il lanciatore Jake Diekman, 32 anni, passato da Kansas City a Oakland, che lo ha subito fatto debuttare ottenendo da lui un inning positivo, pur nella sconfitta contro Milwaukee: bene, il 31 luglio del 2018 Diekman era stato ceduto da Texas ad Arizona durante una serie di due partite tra le due squadre, a Phoenix, e per trasferirsi nello spogliatoio della sua nuova squadra aveva chiesto e ottenuto di poter guidare il trattorino che i Diamondbacks usano per trasportare i lanciatori di rilievo dal bullpen (l’area in cui effettuano il riscaldamento) al monte di lancio. Diekman dovrebbe - anche senza fare l’autista - dare una buona mano agli A’s, che non hanno speranze di superare Houston per il primo posto nella AL West ma sono ottimi candidati per il wild card game.

Ma c’è un problema: qualsiasi scambio in qualsiasi stagione non solo di MLB ma di qualunque sport non può che essere valutato seriamente solo a giochi fatti. Non dimentichiamo che lo scorso anno l’arrivo a Boston di Steve Pearce fu considerato degno di poco più di un trafiletto, a giugno, e Pearce però fu eletto Miglior Giocatore della World Series, tre mesi dopo. Per dire.

 

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