In un attimo, sette giorni in meno alla fine della regular season. 

L’ultima partita sarà tra 40 giorni, sabato 6 aprile, e tanto per parafrasare un cliché l’unica certezza è l’incertezza.

Vedi Pittsburgh, precipitata in soli tre giorni fuori dalla zona playoff. 0-4 in casa contro San José, obiettivamente gara difficile, e 3-4 a Philadelphia, in overtime, nella partita della Stadium Series, oltre 69.000 spettatori e la soddisfazione, per la maggioranza di loro, di dire ‘io c’ero’, anche se hanno visto pochissimo, e quel poco solo sullo schermo gigante. Sono le occasioni in cui la grandiosità di una partita NHL sfocia in una grandiosità tout court e però sottovalutata dal resto d’America. Pazienza, se si pensa che di norma allargare la popolarità di un evento vuol dire svalutarlo e volgarizzarlo.
Tornando sulla Terra, un punto in due partite e Penguins scavalcati da Columbus (ora 73 punti) e Carolina (72 come Pitt, ma vantaggio secondo i parametri usati in questi casi), che hanno vinto, e bene: Columbus addirittura due volte a zero, una delle quali oltretutto contro San José, dominata con quattro gol.
La notizia dello scivolamento dei Penguins fuori dalla zona Wild Card è l’emblema della provvisorietà, viste le partite che ancora rimangono, ma un dettaglio interessante è che la prossima sarà proprio a Columbus, domani sera, seguita da un meno temibile viaggio a Buffalo e uno, già più preoccupante, a Montreal contro i Canadiens ora a 73 punti e dunque pure loro sospesi tra realtà e speranza.

A Ovest, più sotto si parla di Dallas, appiccicata a Colorado e Minnesota e due di queste avranno un posto Wild Card. Gli Avalanche hanno quattro partite questa settimana, di difficoltà variabile: contro Florida e Vancouver in casa saranno favoriti, un po’ meno a San José venerdì sera, già meglio ad Anaheim domenica prossima. Minnesota è tosta, recentemente: dopo un brutto 0-4 in casa contro Anaheim ha vinto tre partite di fila (a New York contro i Rangers per 4-1, a Detroit 3-2, in casa su St.Lous 2-1 all’overtime) e se non si tratta di un fuoco di paglia tutta questa mentalità da trincea servirà ai Wild nelle prossime due partite, in trasferta e difficilissime. Ovvero, sul ghiaccio della prima della Central, Winnipeg, e della prima della Pacific, Calgary.

A proposito della Pacific: secondi dietro a Calgary, gli Sharks sono la squadra che ha il secondo maggior numero di vittorie (quattro) dopo aver rimontato da uno svantaggio di almeno due gol. Davanti a loro solo… Calgary, appunto, in una stagione dannata per chi debba fare pronostici: sono finora 110 le partite (su 961 giocate) con vittorie nate in quelle circostanze, ed è il secondo dato più alto della storia dopo le 123 del 1985-86. Come dire: se state seguendo Flames e Sharks e le vedete sotto di due reti, non cambiate canale. Men che meno ora che in una serie di giornate frenetiche a San José è arrivato un giocatore importante come Gustav Nyquist, il 29enne attaccante svedese che domenica ha segnato con la casacca di Detroit contro… San José per poi - sostanzialmente - passare alla squadra avversaria senza nemmeno poter tornare a casa a fare una valigia decente.

Cliché a parte, chi si ferma è perduto e chi accelera rientra presto: perennemente sottovalutati dai loro stessi tifosi, non propriamente un esempio di fedeltà e interesse costante, gli Arizona Coyotes hanno avuto questa edificante serie: tre vittorie di fila tra cui un 4-1 contro Winnipeg, sei vittorie nelle ultime otto partite, un massimo di due gol concessi in ciascuno dei successi ottenuti e Darcy Kuemper, il portiere (che poi si dice goalie anche in italiano, volendo), che è 6-0-1 durante la striscia. Arizona ha stretto a soli tre punti da un posto Wild Card, quello di Minnesota, e ha una settimana di partite non disperate, per cui sta andando esattamente come spera sempre la NHL, ad Est e Ovest: il maggior numero di squadre possibili in lotta a poche settimane dalla fine della regular season, la continuità di alcune (Vegas, ad esempio) così da evitar loro la nomea di fuochi fatui e la comparsa di chi non era pronosticato (Minnesota ad esempio, assente dalle previsioni di tutti gli addetti ai lavori interpellati a ottobre dal sito della lega tranne uno). Esaltante, a costo di ripeterci: e ogni anno, oltretutto, questa fase della stagione porta con sé solo una frazione dell’elettricità che daranno i playoff, da metà aprile.

LA NOTIZIA DELLA SETTIMANA - Notizia su più fronti, peraltro, e questo giustifica la sua lunghezza. Lo scenario - di per sé non edificante perché sa di smobilitazione per alcune - è quello di squadre che in vista del termine per gli scambi (stanotte) hanno ceduto giocatori importanti, cercando conforto nel futuro. Molto attiva Columbus, che come avete letto è sul filo e vuole continuare a camminarci al meglio grazie a Ryan Dzingel, che da Ottawa è tornato a… casa, dato che proprio a Columbus era stato grande al college, Ohio State. Uno degli altri giocatori in movimento è stato Mats Zuccarello, l’ala destra norvegese ceduto sabato dai New York Rangers, dove era popolarissimo tra i tifosi, dopo otto anni di militanza, ai Dallas Stars in cambio di una seconda scelta nel draft del 2019 e una terza in quello del 2020. Zuccarello ha debuttato domenica a Chicago e non si è fatto mancare nulla: un gol, un assist e un… infortunio che lo terrà fuori per un mese, riportato quando è stato colpito - «in un punto sbagliato» ha detto con lapalissiana tranquillità - al braccio destro da un tiro di Connor Murphy che cercava, con successo, di deviare. Un problema vero per Dallas, che ha visto uscire anche il capitano Jamie Benn e aveva preso Zuccarello per incrementare le proprie risorse offensive in vista dello sprint verso i playoff, per i quali gli Stars sono al momento con 67 punti, uno solo però in più di Minnesota e due rispetto a Colorado. L’infinita saggezza del calendario NHL fa sì che ora i texani giochino una partita difficile a Las Vegas, contro la terza - comoda - della Pacific Division per poi compiere il breve tragitto verso Los Angeles e i modesti Kings.

 

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