È impossibile fare una classifica con parametri oggettivi: come circoscrivere la grandezza di decine di campioni senza tempo, in grado di fare la differenza sia in campo che fuori, di incidere nella cultura sportiva e non del mondo intero - mantenendo uno standard di rendimento e di resa unici? Gli All Black, la squadra di rugby più conosciuta al mondo, è stata nel corso dei decenni il punto focale attorno a cui sono venuti fuori e si sono manifestati alcuni dei più grandi talenti della storia dello sport. Ne abbiamo scelti cinque che per ragioni diverse hanno meritato di conquistare un posto in top-5: ecco una rapida carrellata.

La top 5 dei rugbisti neozelandesi più famosi

  1. Jonah Lomu
  2. Dan Carter
  3. Brodie Retallick
  4. Owen Franks
  5. Richie McCaw

Richie McCaw - Il più grande capitano della storia del rugby

È il giocatore più famoso della storia del rugby e l’elenco di vittorie e soddisfazioni conquistate in carriera è lunghissimo. Per tutta la sua carriera terza linea del Canterbury in ITM Cup e dei Crusaders in Super Rugby - nonché volto degli All Blacks, in cui militò per 15 stagioni. Vanta la partecipazione a quattro edizioni consecutive della Coppa del Mondo, con le vittorie nel 2011 e 2015. Benché già altri giocatori in precedenza abbiano vinto tale torneo più di una volta, McCaw è tuttavia il primo ad averla vinta due volte consecutive e in entrambi i casi da capitano. Primo giocatore del suo Paese a raggiungere le 100 presenze internazionali, è anche il primo rugbista al mondo (e a tutt'oggi l'unico) a vantare almeno 100 vittorie in gare internazionali e 100 incontri da capitano. Il 15 agosto 2015 è inoltre divenuto, con 142 incontri, il recordman di presenze internazionali, superando il precedente primato dell'irlandese Brian O'Driscoll. Il suo record di 148 caps è stato in seguito superato il 31 ottobre 2020 dal gallese Alun Wyn Jones. È stato giudicato tre volte (nel 2006, 2009 e 2010) miglior rugbista dell'anno dall'International Rugby Board; al ritiro dall'attività, annunciato tre settimane dopo la vittoria della Coppa del Mondo di rugby 2015, vanta 148 incontri internazionali e 110 vittorie da capitano, quest'ultimo un record. E si potrebbe andare avanti ancora a lungo, per raccontare un gigante indimenticabile.

Owen Franks - Un gregario che sa come essere decisivo

C’è un gesto che anche i meno avvezzi con il mondo del rugby conoscono, la base per provare a vincere le partite: fare meta e conquistare così punti decisivi per la vittoria. Giocare negli All Black aiuta anche in questo, a rimpinguare le statistiche e a farsi largo quando in altri contesti si farebbe molta più fatica. Ecco, la grandezza di Owen Franks sta proprio in questo: nel fatto che a lui di fare metà (su base personale) non è mai interessato, la forza e la resa della squadra sono da sempre il suo punto focale e riferimento. Tocca agli altri fare meta, mentre lui combatte con la sua maglia n°3 diventata uno dei tanti simboli tra quelle indossate dagli All Black. Le sue caratteristiche di giocatore ruvido, abile più in difesa che in attacco e di pilone scafato in mischia chiusa lo rendono il gregario perfetto e un bi-campione del mondo che sa come sporcarsi le mani restando nell’ombra. Ma senza di lui quei trionfi non ci sarebbero stati.

Brodie Retallick - L’All Black che ha conquistato tutto, da subito

Un gigante di 204 centimetri (o forse di più), con un mix di caratteristiche tecniche, atletiche e caratteriale impareggiabili per chiunque: nasce da qui la cavalcata verso il vertice del rugby mondiale da parte di Brodie Retallick. Nel 2010 Tom Coventry, tecnico degli avanti della provincia di Hawke's Bay, scoprì che il diciannovenne Retallick non era ancora stato messo sotto contratto da alcuna federazione e si fece avanti, ingaggiando il giocatore che esordì nel National Provincial Championship quello stesso anno. Nel 2012 debuttò in Super Rugby con gli Chiefs e il suo apporto fu determinante alla conquista della vittoria del torneo per la prima volta nella storia della squadra; a giugno di quell'anno fu convocato negli All Blacks in occasione del tour irlandese in Oceania complice l'abbandono della Nazionale di Brad Thorn, emigrato in Europa. Da lì in poi non si è più fermato: se cercate uno dei volti più rappresentativi (e ormai maturi) del rugby di oggi, potete fermarvi qui.

Dan Carter - Nessuno come lui per punti realizzati con gli All Black

Mediano d’apertura e anche molto altro, sia in campo che fuori: nazionale negli All Blacks fino alla fine della Coppa del Mondo di rugby 2015, detiene da luglio 2011 il record assoluto di punti marcati a livello internazionale (1598), quarto giocatore nella storia del rugby ad avere raggiunto i 1000 punti in test match dopo Neil Jenkins, Diego Domínguez e Jonny Wilkinson. Resta ancora il miglior marcatore del Rugby Championship con 554 punti sia del Super Rugby con 1706 punti in 141 incontri, oltre a vantare anche lui la vittoria nelle Coppe del Mondo del 2011 e del 2015 - benché al primo di tali traguardi abbia contribuito solo con due incontri, avendo dovuto abbandonare il torneo a causa di un infortunio. In tre occasioni, inoltre, nel 2005, 2012 e 2015, fu nominato miglior giocatore World Rugby dell'anno. Ha militato per quasi tutta la sua carriera in patria, per 14 stagioni nella provincia di Canterbury e per 13 stagioni nella franchise dei Crusaders in Super Rugby - competizione vinta tre volte, con un primo intermezzo in Francia al Perpignano tra il 2008 e il 2009; l'inizio del secondo periodo francese, un triennio al Racing 92, coincise con la fine della carriera internazionale di Carter dopo la vittoria nella Coppa del Mondo di rugby 2015. Dopo due anni in Giappone al Kōbe Steelers tornò in Nuova Zelanda nella franchise di Super Rugby dei Blues di Auckland, suo ultimo club prima del ritiro annunciato il 20 febbraio 2021.

Jonah Lomu - Un cuore enorme più grande di un campo da rugby

Lomu era originario di Tonga ed era nato il 12 maggio 1975 a Auckland, in Nuova Zelanda. giocava a rugby nel ruolo di tre quarti ala. Nel 1994, a 19 anni, diventò il più giovane giocatore ad essere convocato per la nazionale della Nuova Zelanda. I problemi ai reni gli vennero diagnosticati parzialmente dopo la Coppa del mondo di rugby del 1995 in cui la Nuova Zelanda arrivò in finale anche grazie alle sue grandi partite, benché fosse giovanissimo. Lomu fu costretto a smettere di giocare fra il 1996 e il 1997 ma riuscì a partecipare alla Coppa del mondo del 1999. Fu sottoposto a un trapianto di rene nel 2004 grazie alla donazione di un suo amico e smise definitivamente di giocare nel 2010, anche se già da una decina di anni non era più in grado di giocare regolarmente. Lomu non ha vinto moltissimo in carriera, considerati il suo talento e le sue grandi doti fisiche, soprattutto a causa dei suoi problemi di salute; ma era considerato uno dei più iconici e amati giocatori che avessero giocato per gli All Blacks tra gli anni Novanta e il Duemila. Era alto 196 centimetri e pesava circa 120 chili, nonostante la stazza fisica era molto veloce e questo lo rendeva spesso inarrestabile. È tuttora il miglior marcatore di mete nella Coppa del mondo, con 15 realizzazioni in due edizioni (1995 e 1999).

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