Si riparte per dare la caccia all'Irlanda, ma con un occhio alla Coppa del Mondo. Nella stagione che porterà alla rassegna iridata in Giappone, il Sei Nazioni si presenta al via con un potenziale complessivo mai visto: 3 squadre nelle prime 4 posizioni del ranking raccontano di come nell'ultimo anno l'Europa abbia conquistato un certo predominio nei confronti dell'emisfero sud. Alle spalle degli All Blacks, bicampioni del mondo in carica e principali favoriti per un clamoroso tris, seguono infatti in fila proprio l'Irlanda, che ha vinto 18 delle ultime 19 partite giocate, Galles e Inghilterra.

 

PANORAMA - L'Irlanda del c.t. neozelandese Joe Schmidt, che lascerà l'incarico al termine della Coppa del Mondo (ha detto che si fermerà, ma il suo nome è in cima alla lista dei candidati a raccogliere l'eredità di Steve Hansen alla guida degli All Blacks), aveva iniziato questa sua serie proprio nell'ultima giornata del Sei Nazioni 2017, quando a Dublino negò all'Inghilterra, già campione, il secondo Slam di fila. L'unica sconfitta è invece arrivata lo scorso giugno a Brisbane, nel primo test della serie con l'Australia (serie però poi vinta 2-1). Striscia di successi che ha fatto dell'Irlanda la dominatrice assoluta dell'ultima edizione dei World Rugby Awards (miglior squadra, miglior allenatore e miglior giocatore con Jonathan Sexton). Ed è curioso che la caccia al bis per l'Irlanda parta proprio dall'Inghilterra, battuta anche lo scorso anno a Twickenham. Inglesi che alle prime due straordinarie stagioni sotto la guida di Eddie Jones (arrivato a ricostruire sulle macerie della clamorosa eliminazione ai gironi della Coppa del Mondo giocata in casa), nell'ultimo anno e mezzo ha vissuto qualche passo falso inatteso. E, come costume, in mezzo alle polemiche è finito anche il “guru” di Tasmania, a volte per i suoi metodi di allenamenti, altre per le sue scelte, altre ancora per le sue troppo ricorrenti polemiche verbali. Certo è che la clamorosa serie di 5 sconfitte consecutive messa assieme tra il Sei Nazioni di un anno fa e le prime due sfide del tour in Sudafrica ha creato grossissime crepe nelle sicurezze che Jones aveva faticosamente ricostruito: i test di novembre a Twickenham, però, con la sconfitta di misura con gli All Blacks (15-16) e le vittorie su Giappone (35-15) e Australia (37-18) hanno contribuito quando meno a ridare ossigeno a staff e squadra. La classifica del Sei Nazioni 2018 e le serie d'estate e autunno fanno però del Galles, almeno sulla carta, la seconda forza del Torneo. Un anno fa, alle 3 vittorie in casa (su Scozia, Italia e Francia), fecero da contraltare le sconfitte di Twickenham e Dublino. Ma poi le vittorie di giugno su Sudafrica e Argentina (2) e poi quelle di novembre su Scozia, Australia, Tonga e di nuovo Springboks, hanno contribuito a portare a 9 la serie di vittorie consecutive per la squadra del c.t. Warren Gatland. Più discontinuo invece il cammino della Scozia, attualmente settima potenza del ranking mondiale e protagonista nel 2018 di risultati contrastanti: si è passati dalle splendide vittorie su Inghilterra e Francia a Murrayfield nel Sei Nazioni, alla clamorosa sconfitta con gli Stati Uniti a Houston (29-30), poi dalle 2 vittorie sull'Argentina (una fuori e una in casa) alla sconfitta interna con il Sudafrica (20-26). La Francia rappresenta il profilo più imprevedibile e impronosticabile del lotto. Per gioco e potenziale dei giocatori rappresenta una potenza dall'indiscusso valore, ma la clamorosa mancanza di leadership nel gruppo del c.t. Jacques Brunel fa di ogni partita un momento a sé: i bleus possono battere l'avversario più forte, ma impantanarsi alla prima difficoltà contro il più debole. Esempi: la sconfitta all'ultimo secondo (con il drop di Sexton a tempo scaduto) con l'Irlanda nella prima giornata di un anno fa (13-15), il modo con cui hanno invece battuto l'Inghilterra nell'ultima (22-16), le buone partite giocate nel tour in Nuova Zelanda (anche se con 3 sconfitte), l'altra sconfitta di misura con gli Springboks (26-29), ma anche la vittoria sull'Argentina (28-13), fino alla frittata della prima, storica sconfitta con le Figi (14-21) nell'ultimo test di novembre. In un parco di contendenti così qualificate, fa da cenerentola, purtroppo, l'Italia di Conor O'Shea. Da quando il c.t. irlandese è alla guida degli azzurri, in due edizioni del Sei Nazioni non è ancora arrivata una vittoria, per un digiuno che dura ormai da 4 anni: l'ultima vittoria resta quella 28 febbraio 2015 a Murrayfield sulla Scozia (22-19), alla quale sono poi seguite 17 sconfitte consecutive. L'Italia della gestione O'Shea (è in carica da giugno 2016) conta un ruolino di appena 6 vittorie in 27 partite.

 

IRLANDA – Il calendario è un punto a favore per gli irlandesi: ospitare a Dublino l'Inghilterra (prima giornata) e la Francia (quarta) è un vantaggio non indifferente, ma l'ultima giornata in casa del Galles, qualora si arrivasse con più squadre ancora in corsa per il titolo, rappresenta evidentemente l'ostacolo più duro. A far tremare sono però le condizioni di Sexton: il mediano di apertura del Leinster ha saltato la sfida con i Wasps dell'ultimo turno della fase a gironi di Champions Cup per un ricorrente problema al tendine del ginocchio, ma il c.t. Schmidt ha assicurato che le condizioni sono in miglioramento. Come alternative chiamati Joe Carbery e Jack Carty. Sempre in mediana, cattive notizie per l'assenza di Luke McGrath, ma c'è il ritorno di Conor Murray dopo l'infortunio al collo.

  media Johnny Sexton

GALLES – Il calendario propone ai gallesi un avvio pieno di incognite in Francia, poi la trasferta in Italia. Al terzo e quarto turno le due sfide decisive con Inghilterra (a Cardiff) e Scozia (a Murrayfield): decisive perché solo vincendole, in teoria, potrà arrivare a giocarsi tutto con l'Irlanda. Gatland che alla vigilia del Torneo rischia di ritrovarsi senza prima e seconda scelta a estremo: Leigh Halfpenny è stato escluso dalla lista dei convocati (non gioca dalla concussion riportata il 10 novembre nel test con l'Australia) e l'alternativa Liam Williams non si sta allenando per un dito rotto. Altri problemi fra i trequarti con le condizioni precarie del mediano di mischia Gareth Davies e del centro Scott Williams. Ma i problemi ci sono anche per la seconda linea Rhys Patchell (bicipite femorale) e le terze linee Ross Moriarty e Adam Beard: recuperare Moriarty sembra fondamentale, visto che Taulupe Faletau dovrebbe saltare tutto il Sei Nazioni per un braccio rotto.

 

SCOZIA – Calendario favorevole alla Scozia nelle prime due giornate: a Murrayfield arriveranno Italia e Irlanda, occasione d'oro per mettere da subito la testa avanti. Poi trasferta in Francia e di nuovo in casa con il Galles, prima della chiusura con la sfida delle sfide, quella con l'Inghilterra a Twickenham che vale anche la Calcutta Cup (il trofeo più antico del mondo, messo in palio nella sfida tra le due squadre sin dal lontano 1879). Il c.t. Greg Townsend si è ritrovato senza le prime scelte a tallonatore, con gli infortuni di Fraser Brown e George Turner, così ha chiamato gli esordienti David Cherry, Jake Kerr e Grant Stewart. Fra gli altri esordienti (9 in tutto), anche il centro Sam Johnson, che aveva saltato per infortunio i test di novembre. Torna invece dopo un anno la terza linea John Hardie.

  media John Hardie e Michele Campagnaro

FRANCIA – Il calendario non è certo amico dei bleus, a cominciare da un avvio tutt'altro che comodo, con Galles in casa e Inghilterra a Twickenham. Nel turno centrale a Parigi arriverà la Scozia, poi la chiusura con altre due trasferte: quella proibitiva di Dublino e quella più imprevedibile di Roma. Sebbene le convocazioni per il Torneo siano state fatte con larghissimo anticipo, l'ultimo turno di Champions e quello di campionato stanno costringendo Brunel a rimodulare il gruppo. L'ultimo a dare forfeit, la terza linea Bernard le Roux, rimpiazzato dal polivalente Fabien Sanconnie. I successi dello scorso anno dell'Under 20 (Sei Nazioni con Grande Slam e Mondiale) hanno lanciato diversi giovani, messi alla prova dal durissimo Top 14: fra questi il c.t. francese sembra voler puntare sul figlio d'arte Romain Ntamack e su Thomas Ramos. Quest'ultimo, estremo del Tolosa e top scorer del torneo (114 punti), potrebbe contendere la maglia da titolare a Maxime Medard. Ntamack, 19enne polivalente trequarti (anche se come primo centro esprime forse il massimo del suo attuale potenziale) del Tolosa, era finito sotto l'attenzione di Brunel già dall'estate del 2017, quando non aveva giocato ancora un match tra i professionisti.

 

INGHILTERRA – Il calendario con l'avvio in Irlanda metterà subito gli inglesi di fronte a un bivio: si capirà subito se potranno fare la lepre o saranno costretti a inseguire. Poi, dopo la Francia a Twickenham e il Galles a Cardiff, il loro Torneo sarà già praticamente deciso: le ultime due in casa con Italia e Scozia sono i classici appuntamenti da non sbagliare e che non potranno cambiare troppo le cose (ovviamente tranne in caso di sconfitte). In termini di uomini, alle perdite per infortunio del flanker Sam Underhill e dell'ala Anthony Watson, Jones può contare sul ritorno in gruppo di elementi fondamentali come Billy e Mako Vunipola (n.8 e pilone) e Joe Launchbury (seconda linea). Dal match con il Galles potrebbe tornare a disposizione il tallonatore Dylan Hartley, sebbene le opzioni rappresentate da Luke Cowan-Dickie e Jack Singleton offrano finalmente a Jones due validissime alternative. Con il ritorno di Maro Itoje e quello di Nathan Hughes, si prevede traffico tra seconda e terza linea. Recuperato dai cronici infortuni anche Manu Tuilagi, che potrebbe andare a formare con Ben Te'o una coppia di centri dalla potenza devastante. Una scelta (con la conseguente rinuncia al doppio playmaker George Ford-Owen Farrell) che potrebbe portare a un deciso cambio di gioco: più duro, diretto, implacabile, cinico.

 

ITALIA – Il calendario dell'Italia propone 3 partite in casa e 2 in trasferta: in teoria il migliore possibile, ma nella pratica, se gli ospiti si chiamano Galles, Irlanda (alla seconda e alla terza) e Francia (all'ultima) c'è poco da stare allegri. L'inizio in Scozia fa tornare in mente l'ultima gioia azzurra, il successo di Murrayfield nel 2015, anche se le forze in campo oggi non lasciano spazio a troppi sogni. La chiusura in casa con i bleus è un'incognita per entrambe: troppo in la nel Torneo per prevedere come le due squadre ci arriveranno, fisicamente e moralmente. In una rosa che a detta del c.t. O'Shea sta diventando più profonda, pesano comunque le assenze di Matteo Minozzi (l'estremo fu la grande sorpresa dello scorso Sei Nazioni, autore di 4 mete e nominato per il premio di giocatore del Torneo), del mediano di mischia Marcello Violi e dell'ala Mattia Bellini. Potrebbe invece tornare per le ultime due giornate il flanker Jake Polledri: anche lui da esordiente un anno fa si impose all'attenzione con prestazioni notevoli. L'esordiente da tenere d'occhio potrebbe essere Dave Sisi (nonni italiani), seconda linea delle Zebre cresciuto in Inghilterra (tra Bath e London Irish), alla seconda stagione alle Zebre. La buona notizia è il recupero del capitano e n.8 Sergio Parisse, che ha saltato i test di novembre a causa di un problema al polpaccio.

media Dave Sisi con l

 

CALENDARIO – Da ricordare che la vittoria vale 4 punti, il pareggio 2 e la sconfitta 0: ma con i bonus mete (almeno 4) e difensivo (sconfitta con 7 punti o meno di scarto) c'è la possibilità di conquistare un punto.

Prima giornata: Francia-Galles (venerdì 1 febbraio, ore 21), Scozia-Italia (sabato 2, ore 15.15), Irlanda-Inghilterra (sabato 2, ore 17.45).

Seconda giornata: Scozia-Irlanda (sabato 9, ore 15.15), Italia-Galles (sabato 9, ore 17.45), Inghilterra-Francia (domenica 10, ore 16).

Terza giornata: Francia-Scozia (sabato 23, ore 15.15), Galles-Inghilterra (sabato 23, ore 17.45), Italia-Irlanda (domenica 24, ore 16).

Quarta giornata: Scozia-Galles (sabato 9 marzo, ore 15.15), Inghilterra-Italia (sabato 9, ore 17.45), Irlanda-Francia (domenica 10, ore 16).

Quinta giornata: Italia-Francia (sabato 16, ore 13.30), Galles-Irlanda (sabato 16, ore 15.45), Inghilterra-Scozia (sabato 16, ore 18).

 

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