“The next big thing”: ogni 12 mesi la NBA riesce a rigenerare se stessa, ad aumentare curiosità e interesse e soprattutto a puntare su una nuova vagonata di giovani pronti a entrare nella lega e prendersi il futuro del basket mondiale. È quella l’intenzione anche di Paolo Banchero - reduce da un’ottima annata a Duke e prima scelta assoluta al Draft NBA 2022 da parte degli Orlando Magic (che fino all’ultimo sembravano pronti a preferirgli Jabari Smith e invece alla fine hanno deciso di puntare sul talento in uscita da Duke). Un’ala dal grande fisico, pronta all’occorrenza a giocare anche da lungo, con ottime doti di playmaking e in continua evoluzione con i piedi oltre l’arco: Banchero insomma ha tutte le carte in regola per diventare uno dei prossimi dominatori della NBA del prossimo decennio. Una prospettiva che esalta anche il mondo della pallacanestro azzurra: scopriamo insieme perché e alcune curiosità sul conto di un giocatore che potremmo sentire molto spesso nelle prossime stagioni.

Banchero non ha mai messo piede in Italia, ma ha il passaporto azzurro

Paolo non parla italiano - escluso qualche “Ciao Italia” pronunciato a favore di telecamera per far felici i tifosi nostrani - ma il nome non lascia dubbio sull'orgoglio italiano (del padre, che lo ha convinto a prendere il doppio passaporto) e sulle origini. Il suo cognome trasuda Liguria, è quello più diffuso, ad esempio, nel comune di Valbrevenna, presso Savignone. Mario ha confermato la presenza di parenti ancora a Genova e in Liguria, a partire dal cugino Remo, oltre all'origine dei bisnonni di Paolo. Non li ha mai conosciuti di persona, ma potrebbe presto venire in Italia, magari in concomitanza di un match della Nazionale, in modo da iniziare a vestire la maglia dell’Italbasket.

Banchero: a insegnargli a giocare a pallacanestro ci ha pensato mamma Rhonda

"Quando avevo 3-4 anni andavo in palestra e la vedevo allenare la sua squadra. Mi divertiva, poi ho cominciato a giocare anch’io e lei mi ha incoraggiato e seguito. Mi ha insegnato i fondamentali e a usare il tabellone per fare canestro, mi ha spiegato come migliorare nell’uso della mano sinistra, il mio punto debole. Ed è stato bello vedere i filmati di quando giocava lei (leggenda della Washington University e poi pure nella WNBA): era davvero forte”. Questa una delle tante interviste che Banchero ha dedicato a mamma Rhonda Smith - giocatrice di basket al college e vera e propria leggenda nello stato di Washington nel mondo della pallacanestro femminile. Per lei bastano i numeri: 2.984 punti e 803 rimbalzi in carriera con i Washington Huskies, diventando la prima nella storia del college a guadagnarsi una chiamata al Draft NBA.

Anche il cugino di Paolo gioca a basket (ma non è forte come lui)

Il basket in realtà è di famiglia anche dal lato paterno, come dimostra Christopher Guerrero Banchero - nato il 24 gennaio 1989 - cugino di Paolo che da anni gioca come professionista nelle Filippine (nazione di cui detiene anche il passaporto, vista l’origine della madre), dopo aver frequentato anche lui il liceo a O’Dea High School, viaggiando a oltre 15 punti di media prima di diventare il “secondo” Banchero più rilevante ad aver indossato quella maglia - a seguito dell’avvento dello straripante Paolo che si è preso i riflettori già a 14 anni.

Banchero, i problemi di sudorazione e le sponsorizzazioni già avviate

All'inizio della sua stagione a Duke, Paolo Banchero ha fatto notizia anche per alcuni problemi fisici che avevano posto degli interrogativi in chiave NBA. Infatti il talento di Seattle aveva ammesso di perdere circa tre chili di peso corporeo nel corso di un singolo match per eccessiva sudorazione e mancata re-idratazione, che poi lo portava poi ad avere i crampi oltre a enormi difficoltà nel corso del match. Un problema che poi è riuscito fortunatamente a risolvere grazie al supporto dello staff medico di Duke. Ben diversa la questione sponsorizzazioni, con Banchero tra i primi a sfruttare le nuove regole NCAA che permettono agli studenti-atleti di firmare accordi pur restando "non professionisti": ha firmato con Panini per cards e figurine, in autunno 2021 è stato il primo giocatore di college ad essere inserito nel famoso videogioco NBA 2K22 per l'accordo con 2K, e successivamente si è legato a JD Sports, marchio britannico che si occupa di vendita di abbigliamento sportivo e alla moda, con Paolo che nello spot si trova su un treno e spicca l'immagino dove mette il passaporto italiano davanti a quello americano.

Alla 'March Madness' ha dato spettacolo: è stato inserito nel quintetto ideale

Banchero con i Blue Devils si è subito sentito a proprio agio. Il suo esordio, a novembre scorso, è stato memorabile: 22 punti e 7 rimbalzi con 7/11 al tiro. Dopo l'inizio promettente, Duke e le prestazioni di Banchero sono leggermente calate. Ma alla March Madness, ovvero la fase finale del torneo di basket universitario americano, la luce si è riaccesa. Paolo Banchero ha dominato la scena grazie a puntuali chiusure difensive, decisioni rapide e buone scelte di tiro. Ha trascinato la squadra fino alla Final Four (sconfitta in semifinale) grazie a 18,8 punti e 7,6 rimbalzi di media in 5 partite, tirando con il 52,6% da 3. Le sue prestazioni gli sono valse un posto nel quintetto ideale della competizione, unico a non far parte delle due finaliste (Kansas e North Carolina).

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