Il Draft NBA è uno dei momenti più esaltanti della stagione, una finestra sul futuro per provare a immaginare la sagoma e i contorni di quello che giovani talenti potranno garantire in campo nei 20 anni successivi. Quest’anno c’è un giocatore che più di altri in passato accende fantasie e l’immaginario collettivo: Victor Wembanyama, il lungo-ala-guardia arrivato dal futuro, con dimensioni immense, tecnica e controllo unici e la sensazione che sia diverso da tutti gli altri. Qui abbiamo raccolto i nomi e le caratteristiche di una manciata di nomi, mettendoli in fila di probabile chiamata (tenendo conto che poi inciderà tantissimo l’ordine di scelta indicato dalla Lottery di maggio).

I migliori rookie a NBA Draft 2023

  1. VICTOR WEMBANYAMA (METROPOLITANS 92)
  2. SCOOT HENDERSON (G-LEAGUE IGNITE)
  3. JALEN WARLEY (FLORIDA STATE)
  4. DARIQ WHITEHEAD (DUKE)
  5. JAMES NNAJI (FC BARCELONA)
  6. BRANDON MILLER (ALABAMA)

6° POSTO - BRANDON MILLER (ALABAMA)

Brandon Miller è un’ala in grado di segnare punti a palate ogni sera, grazie al suo atletismo e al suo tiro elegantissimo. Partiamo dal corpo, un felino di 206cm dotato di grande smoothness ed esplosività per andare sopra il ferro e, in più, della lunghezza necessaria per avere un vantaggio contro la maggioranza degli avversari e tirargli sulla testa. Quello per cui però eccelle davvero Miller sono le sue doti di shot-maker dai tre livelli. In particolare la sua shooting form, davvero fluida e naturale, affascina e rende fiduciosi nelle sue possibilità realizzare il suo upside da scorer, anche se ad Alabama dovesse incontrare qualche serata di basse percentuali. La sua dieta di tiro è per la maggior parte composta di mid-range e long two e spesso sembra accontentarsi di un jumper a bassa percentuale invece di attaccare il ferro. Ad Alabama dovrà cercare di ribilanciare la sua shot selection, aumentando i tentativi al ferro e da 3 punti.

5° POSTO - JAMES NNAJI (FC BARCELONA)Il centro nigeriano del Barcellona occupa il secondo posto nella lista dei talenti internazionali grazie a un mix intrigante di qualità atletiche, fisiche ed energetiche che lo definiscono come specimen perfetto della figura del big-man difensivo. Nelle ultime partite di campionato ed Eurolega è riuscito a ritagliarsi un minuntaggio maggiore rispetto all'inizio stagionale, mostrando quei guizzi di puro atletismo già assaporati in qualche comparsata dello scorso anno. Nella partita vinta contro Milano si è distinto anche a livello realizzativo e di creazione del proprio tiro (qualità in cui è ancora molto acerbo), sfruttando la sua fisicità per correre in contropiede e attaccare dal palleggio anche un veterano esperto come Brandon Davies.

4° POSTO - DARIQ WHITEHEAD (DUKE)Whitehead entra di diritto nella Top 5 dei prospetti più interessanti della classe grazie alle sue doti di shot maker sui 3 livelli. La gamma di tiri con cui Dariq può fare canestro è più profonda della borsa di Mary Poppins e lo ha reso uno scorer inarrestabile a livello di high school. Dariq ha tutto per diventare uno shot maker d’élite anche a Duke e poi in NBA, perché unisce atletismo, buon tocco e pericolosità al tiro sia dal palleggio, sia in catch&shoot. Alla mole di punti che è in grado di produrre ogni sera, Whitehead aggiunge un interessantissimo upside difensivo, soprattutto come difensore sulla palla. Ha infatti ottima taglia (198cm con una wingspan di 206cm) e piedi veloci con cui può marcare sia le guardie sia gli esterni con maggiore fisicità.

3° POSTO - JALEN WARLEY (FLORIDA STATE)

Da qualche anno, Florida State si sta affermando come una fucina di talenti adatti alla Nba odierna. Arrivano sempre sotto traccia, visto che la rotazione allargata dei Seminoles fa sì che le cifre individuali dei suoi componenti non saltino all’occhio. La lista è lunga e Jalen Warley potrebbe essere il prossimo. McDonald’s All American e miglior prospetto dello stato del Pennsylvania che lo scorso anno ha inciso meno del previsto. C’è stato però un grosso lampo al Cameron Indoor Stadium quando ha messo insieme 15 punti, 7 rimbalzi e 6 assist contro Duke. Ecco questo potrebbe essere il riferimento per la guardia al secondo anno. Playmaker pass-first di due metri che trova la maggior parte dei suoi punti in transizione, difensore incredibilmente aggressivo capace di cancellare gli avversari dal campo. Non sa cosa significa tirare da tre (30 conclusioni lo scorso anno) e dovrà essere più aggressivo al ferro dove soffre fisicamente, ma il materiale per sorprendere c’è.

2° POSTO - SCOOT HENDERSON (G-LEAGUE IGNITE)

Scoot è un playmaker di livello alto, uno dei migliori prospetti nel ruolo di point guard da anni. Di sicuro non è al momento una prospettiva perfetta e non sarà già un prodotto finito, forse serviranno alcuni anni per esserlo, ma di certo ha delle caratteristiche fisiche di alto livello per la sua età e ha una grande capacità di prendere il sopravvento sugli altri durante le partite. Anche adesso nonostante sia un adolescente gioca molto duro contro atleti più esperti di lui mostrando zero timore. Scoot è un atleta solido come una roccia, esplosivo in transizione, spalle larghe, una struttura forte e una buona capacità nell’attaccare il ferro. Ha tutte le caratteristiche, tra fisicità e rapidità, che cerchi in un playmaker NBA di alto livello, oltre a braccia lunghe e la capacità di assorbire il contatto in area. È un rifinitore creativo, che dà il meglio di sé quando attacca forte fino al canestro, mette a segno i punti anche nel pitturato e infine non si fa mancare il tiro dalla media distanza.

1° POSTO - VICTOR WEMBANYAMA (METROPOLITANS 92)

Il miglior prospetto dai tempi di LeBron James (o forse il miglior prospetto di sempre) si chiama Victor Wembanyama. L’hype intorno al francese non ha precedenti ma è più che giustificato, perché Wemby è l’arma cestistica definitiva e potrebbe un giorno diventare sia il miglior difensore sia il miglior attaccante della Lega. Partiamo dalla difesa, dove la sua folle lunghezza è uno shock per qualsiasi avversario. 224cm con una wingspan di oltre 240cm, Wembanyama ha una taglia senza precedenti e si muove con un’agilità da esterno. La sua abilità di coprire spazio in orizzontale è la chiave del suo dominio difensivo e lo rende uno stoppatore in aiuto clamoroso. Negli spazi non ha i piedi dei centri più compatti, ma riesce comunque a cavarsela in ogni situazione grazie alle sue braccia infinite, che gli consentono di contestare sempre il tiro, anche quando è battuto in palleggio o quando difende sul perimetro, lasciando un cuscinetto di sicurezza tra lui e l’attaccante.

Anche in attacco è un unicorno. La sua coordinazione è semplicemente illegale e gli permette di fare qualsiasi cosa su un campo da basket. Può tirare da fuori (33% dall’arco in stagione), agire da play finisher nelle vesti di target per lob e scarichi, dominare a rimbalzo offensivo, ma soprattutto creare per sé stesso e per gli altri, sia spalle a canestro, sia dal perimetro. Da quando il dottor Naismith ha inventato il gioco non si è mai visto un giocatore così alto con ball-handling e agilità simili per costruirsi il tiro da solo. La sua bag di soluzioni offensive è profondissima e spazia dai fadeaway in post agli stepback da tre punti. Inutile specificare che non esiste un singolo giocatore sul pianeta in grado di contestare un tiro che parte dall’altezza del rilascio di Wemby.

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