NBA 2019: Nasce la nuova Eastern Conference!

Per tutta l’estate si è parlato in lungo e in largo del mercato NBA, ma l’impressione è che, in più di un discorso, sia venuto meno il quadro complessivo della situazione delle due Conference. Si sono spese tante parole a riguardo della trade che ha portato Anthony Davis ai Lakers, delle straordinarie mosse dei Los Angeles Clippers, delle strabilianti firme operate dai New Jersey Nets e della delusione dei New York Knicks ma, in effetti, soprattutto parlando di Eastern Conference non si sono spese parole a sufficienza su tre delle squadre più competitive per la prossima stagione: i Milwaukee Bucks, i Phildelphia 76ers e i Boston Celtics, le franchigie che, al momento, sembrano poter essere le vere pretendenti al trono dell’Est in attesa della definitiva ascesa dei Brooklyn Nets.

Con l’addio di Kawhi Leonard, infatti, i Toronto Raptors hanno quasi automaticamente perso ogni speranza di poter riconfermarsi in cima alla Conference, lasciando dunque vacante lo spot di miglior squadra della lega, uno status appena conquistato e già svanito. Proprio i campioni uscenti e i nuovi Nets potrebbero giocarsela per il posto di quinta forza dell’Est ma, al momento, le posizioni di vertice sembrano appannaggio dei team sopra citati.

A contendersi la vetta, dunque, ci saranno rispettivamente la prima, la terza e la quarta classificata nel corso dell’ultima regular season: una competizione serrata, che si è arricchita di nuove sfumature nel corso dell’ultimo mercato. La squadra che è uscita al contempo maggiormente cambiata senza essersi indebolita sono stati i Philadelphia 76ers, che dopo aver perso JJ Redick e Jimmy Butler sono riusciti a portare a casa Al Horford e Josh Richardson e a rinnovare il contratto di Tobias Harris, andando a creare un quintetto enorme che fa già impressione in entrambe le metà campo. Proprio alla luce della loro capacità di cambiar pelle ma tenere comunque molto alta la qualità della propria lineup, i Sixers sembrano aver guadagnato la testa di serie numero uno nella griglia di partenza della Eastern Conference in preseason. Una mera etichetta ipotetica che vale ben poco ma che, se dovesse venir corroborata dai risultati del campo, potrebbe fungere da propulsore per una squadra che ormai dispone del giusto mix di gioventù ed esperienza per provare l’assalto definitivo al titolo NBA.

Subito sotto nelle gerarchie sembrano esserci i Milwaukee Bucks, incredibili dominatori della scorsa regular season, fermatisi solo in finale di Conference da un Kawhi Leonard versione androide. I Bucks hanno rinnovato Brook Lopez, George Hill e Khris Middleton ma hanno dovuto accettare di cedere Malcolm Brogdon agli Indiana Pacers, privandosi così di uno dei loro migliori giocatori e cedendolo a una franchigia che ha lavorato bene sul mercato e che ora sogna di poter impensierire (soprattutto qualora recuperassero il miglior Victor Oladipo) proprio Bucks, Sixers, Celtics, Nets e Raptors per uno spot per il fattore campo a Est.

La cessione di Brogdon, per quanto possa apparire residuale rispetto al lavoro di grande riconferma messo in piedi dai Bucks, potrebbe risultare molto pesante negli equilibri complessivi della squadra di coach Budenholzer e dell’intera Conference: il suo peso nel sistema dei Bucks è sin troppo sottovalutato e non è da escludere che la sua assenza si tramuti in un macigno per la franchigia del Wisconsin.

Sul gradino più basso del podio della Conference ci sono, infine, i Boston Celtics, la squadra che ha perso il maggior numero di pezzi rilevanti (Irving, Rozier e Horford) ma che è riuscita a portare nel Massachussetts una star assoluta come Kemba Walker: attorno a Kemba, alla crescita di responsabilità di Jaylen Brown, Jayson Tatum e Gordon Hayward ruotano tutte le possibilità di Boston di poter recitare un ruolo da protagonista nella prossima regular season. La squadra di coach Stevens è ora a un bivio: da un lato riuscire a fare “clic”, lasciando esplodere i propri giovani e vivendo una stagione di livello, dall’altro non riuscirci e venire risucchiati in posizioni non da fattore campo a Est, favorendo altre franchigie che al momento sembrano partire attardate.

Per i tifosi di Boston l’imperativo è uno solo: continuare a credere nel talento di coach Stevens e nella sapienza di Danny Ainge, due che storicamente hanno costruito grandi imprese partendo da situazioni di svantaggio.

Ma se le prime sei posizioni a Est sembrano ben delineate, chi può inserirsi nella lotta per gli ultimi due posti playoff? Occhio alle riconferme degli Orlando Magic, che hanno effettuato un mercato costoso che sarà tutto da valutare, e dei Detroit Pistons, che hanno sfruttato il poco spazio di manovra a loro disposizioni per firmare Derrick Rose con un contratto biennale da 15 milioni. Occhio però: settimo e l’ottavo posto della Conference possono anche riservare sorprese per tutta la stagione.

Gli occhi di tutto il mondo, in ogni caso, saranno rivolti verso la cima della Conference: la bagarre per raggiungerla è già iniziata.

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