Che nella NBA il distacco tra il disputare un’ottima regular season e il ritrovarsi a essere una squadra capace di fare una corsa profonda ai playoff sia marcatissimo è cosa nota: possono testimoniarlo tantissime squadre, nella storia più o meno recente della lega. Senza voler tornare troppo indietro nel tempo è davvero agevole ricordare come ben due delle quattro finaliste di Conference di quest’anno avessero fallito nel tentativo di disputare un’ottima post-season dopo le ottime regular season recenti, prima di riuscire a raggiungere questo livello di pallacanestro: pensate ai Portland Trail Blazers che, prima di riuscire a superare due turni consecutivi in questa stagione, ha dovuto attendere ben 19 anni dalle ultime Conference Finals disputate. Pensate anche ai Toronto Raptors che, dopo stagioni al top della Eastern Conference ed eliminazioni cocenti per mano di LeBron James, tante critiche e addirittura qualche meme in stile “Jurassic Park” sono finalmente riusciti ad approdare alle prime NBA Finals della propria storia. Appare, dunque, evidente che per essere pronti ad arrivare fino in fondo serva passare anche attraverso qualche fallimento.

Questo lo hanno capito bene i Denver Nuggets ma, soprattutto, lo hanno imparato a spese loro i Milwaukee Bucks, la squadra che per 91 partite stagionali, fino a Gara 3 delle ultime Finali di Conference si era mostrata la miglior franchigia della lega. Le quattro sconfitte consecutive subite dai Raptors, in questo senso, rappresentano il primo step della definitiva maturazione al grado di Contender di una franchigia che, va ammesso, ha disputato una stagione oltre le aspettative. L’arrivo di coach Mike Budenholzer e il lavoro del General Manager Jon Horst hanno modellato un gruppo talentuoso al quale mancavano però diversi aggiustamenti per risultare competitivo ai massimi livelli della Eastern Conference e, malgrado la cocente eliminazione subita dai Raptors, l’identità di questa squadra si va ormai delineando.

Grazie al lavoro di Budenholzer Giannis Antetokounmpo è assurto al grado di primo candidato per l’MVP con la possibilità di vincere anche il premio di Difensore dell’Anno, Eric Bledsoe ha giocato una delle migliori stagioni della sua vita guadagnandosi prima un ricco rinnovo e poi l’inserimento nel miglior quintetto difensivo della stagione. Khris Middleton è definitivamente diventato un All-Star facendo segnare il record di primo giocatore a passare dalla G League alla gara delle stelle. Malcolm Brogdon ha completato una delle rarissime stagioni da 50-40-90 (percentuali dal campo, da tre, ai liberi) nella storia della Lega e si accinge a guadagnarsi un ricco rinnovo. Ma non è finita qui: anche giocatori che sembravano finiti ai margini della Lega come Brook Lopez, Ersan Ilyasova e George Hill hanno mostrato di poter dare ottimi contributi alla causa, giocando le migliori stagioni recenti delle rispettive carriere. Insomma, Milwaukee si è mostrata bella da vedere, ostica in difesa e competitiva in ogni gara, ma non è bastato.

Mettiamo, dunque, le cose in prospettiva: le 60 vittorie di regular season rappresentano un traguardo storico, così come il passaggio dei primi due turni di playoff con enorme facilità su Detroit Pistons e soprattutto sui Boston Celtics che sembravano poter essere la miglior franchigia dell’Ovest. Però, a questo punto risulta evidente, questa squadra dovrà ancora superarne di difficoltà per riuscire a completare la scalata alle Finals: è un processo fisiologico. In una Eastern Conference che, però, nella prossima stagione potrebbe essere priva non solo di LeBron James (per il secondo anno di fila) ma anche di Kawhi Leonard (che potrebbe ritornare a Ovest malgrado le Finals), questa squadra ha il dovere di provare a ergersi al top della Conference con tutta la sua forza.

Va letto in questa direzione il rinnovo di Eric Bledsoe a cui, con ogni probabilità, seguiranno a cascata quelli di Brogdon e Middleton, che si prospettano molto cari. A questo punto, dunque, potrebbe non esserci spazio per gli altri: Lopez e Mirotic su tutti, potrebbero abbandonare la barca, monetizzando altrove.

 

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