Ve l’avevamo anticipato: malgrado nel weekend fosse in programma una sola gara, noi avremmo comunque potuto ritenerci soddisfatti, visto che la NBA non ci avrebbe fatto mancare lo spettacolo.

Tutto ciò e molto di più si è avverato nel corso di Gara 6 tra Toronto Raptors e i Milwaukee Bucks: una squadra è riuscita a ribaltare la propria storia recente e a riscrivere la sua storia complessiva, mentre l’altra si è fermata sul più bello, proprio quando sembrava che la storia da riscrivere fosse la propria.

Anche questo è il bello dei Playoff NBA: nulla può essere dato per scontato, anche quando le serie sembrano prendere una direzione ben marcata. In molti, sul 2-0 per i Bucks, erano certi del passaggio di turno dei ragazzi di coach Budenholzer ma, evidentemente, nessun risultato può ritenersi scritto nella pietra in questa incredibile lega.

Con ben quattro vittorie filate, l’ultima delle quali per 100-94, Toronto ha ribaltato la serie, guadagnandosi un meritato viaggio alle NBA Finals. Pensate che l’ultima volta in cui uno scenario simile si è ripetuto alle NBA Conference Finals è stato nel 2012, quando i San Antonio Spurs, avanti 2-0 contro gli Oklahoma City Thunder di Westbrook, Durant e Harden vennero completamente ribaltati tra gara 3 e gara 6. Il vice di Popovich in quegli Spurs era proprio coach Budenholzer mentre in campo per i nero argento c’era già il vero dominatore di questa serie, Kawhi Leonard. Corsi e ricorsi storici che rendono unica la NBA.

Ma com’è andata realmente la gara? Come al solito, lo zampino più evidente ce l’ha messo proprio Kawhi Leonard con una prova mostruosa da 27 punti, 17 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate e 2 stoppate. Una prova gigantesca, impreziosita anche dalla sua meravigliosa difesa di Giannis Antetokounmpo che ha limitato il greco nelle ultime 4 gare della serie e ha tenuto, anche in questa sfida, il greco sotto il 40% dal campo.

Come già vi anticipavamo qualche settimana fa, Kawhi Leonard è davvero l’MVP di questi Playoff fino a questo punto e la sua situazione contrattuale continua a risultare interessantissima, ma non è questa la sede per parlarne. Risulta, invece, decisamente più interessante parlare di chi lo ha coadiuvato nel permettere a Toronto la più grande impresa della sua giovane storia: stiamo parlando, ad esempio, di Pascal Siakam, assoluto protagonista di questa stagione che potrebbe incoronarlo come Most Improved Player e autore di un 18+4 in Gara 6 assolutamente fondamentale per sostenere le prestazioni del numero 2 di origini californiane. Ma come non parlare anche della rivincita di Kyle Lowry, per anni additato insieme a DeRozan di inconsistenza ai playoff, stigmatizzato come il simbolo di una cultura non vincente e poi autore di 17 punti, 5 rimbalzi e 8 assist nella gara più importante della sua carriera. Da rimarcare anche il carattere di Fred VanVleet, autore di dei pessimi playoff ma decisivo nelle ultime due gare della serie.

Insomma, tante rivincite in casa Raptors. Tra queste vanno poi citate quelle di Ibaka e Danny Green, che tornano alle finali dopo 7 e 5 anni di assenza, e di Marc Gasol che trova le prime NBA Finals della sua vita nella prima occasione in cui ha salutato la sua amata Memphis. Insomma, questo storico traguardo di Toronto ce ne ha regalate di storie da raccontare.

E per i Bucks? Cos’è andato storto? Detto di Antetokounmpo tenuto sotto il 40%, va sottolineato come, Brogdon a parte, nessun membro del quintetto sia riuscito a tirare con discreta efficienza dal campo. Tanto i 18 di Brook Lopez quanto i 14 di Middleton sono frutto di pessime prove al tiro, mentre Bledsoe ha continuato a lottare con i ferri come fatto in tutta la serie. I buoni contributi di George Hill e Ersan Ilyasova dalla panchina sono stati troppo poco incisivi sulla gara nel complesso e, nel momento più importante della stagione, coach Budenholzer ha dovuto ridurre la sua rotazione all’osso, rinunciando prima a Sterling Brown poi addirittura a Nikola Mirotic. Proprio il montenegrino, arrivato sul gong della deadline con la promessa di essere un pezzo importante, ha giocato solo 9 minuti in Gara 5 e non è entrato in Gara 6, dopo essere stato in quintetto nelle uscite precedenti della serie. Un futuro lontano da Milwaukee è facilmente ipotizzabile per lui, così come per Brook Lopez.

Insomma, i Bucks si sono fermati sul più bello e la reazione stizzita di Antetkounmpo che, dopo Gara 6, si è sottratto alle interviste in preda alla rabbia lo testimonia. Questo, però, non deve scoraggiare Milwaukee che ha giocato una stagione fantastica, mostrandosi molto più pronta di quanto preventivato ad arrivare fino alle Finals.

Alle Finals, però, ci andranno i Raptors, che attendevano questo momento dal momento della loro fondazione. Ad aspettarli ci saranno gli Warriors, per una serie inedita e piena di temi di interesse che sviscereremo in un’apposita preview.

Il momento più atteso dell’anno è alle porte: le NBA Finals sono davvero dietro l’angolo!

 

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