Dopo quasi un mese dall’inizio della regular season NBA, possiamo andare a stilare già un primo bilancio di come stanno andando le cose. Se da una parte troviamo qualche conferma prevedibile – come i Los Angeles Lakers di LeBron James primi ad Ovest – dall’altra non possiamo fare a meno di notare qualche sorpresa. Andiamo a vedere quali sono le 5 statistiche che più riassumono questo inizio di stagione oltreoceano.

 

La prima tripla doppia di LaMelo Ball

Gli Charlotte Hornets stanno provando a farsi notare, specialmente dopo aver pescato dallo scorso Draft il buon LaMelo Ball. Il play sta attualmente viaggiando a corrente alternata, ma ha già fatto vedere qualcosa di interessante. Il terzo fratello della famiglia Ball ha registrato un particolare record NBA diventando il più giovane giocatore di sempre - a soli 19 anni e 140 giorni - a chiudere una singola partita con una tripla doppia messa a referto.

 

I quasi 30 di Kevin Durant

Dopo quasi un anno e mezzo di assenza dai parquet NBA, Durantola ha fatto finalmente il suo rientro ufficiale. Il giocatore dei Brooklyn Nets sembra non aver mai lasciato il gioco e, attualmente, sta viaggiando con una media di quasi 30 punti a partita. Il problema, semmai, è la chimica di squadra dei newyorchesi che non sembra ancora essere a livelli accettabili. Inoltre, dobbiamo aggiungere come i Nets abbiano perso per strada anche Spencer Dinwiddie. In ogni caso, gioiamo per il ritorno alle operazioni di KD.

 

Nikola Jokic formato MVP

Jokic è forse il giocatore che più di tutti ha dato una sferzata ai suoi numeri passando da una media di 19.9 punti a partita agli attuali 24.4 punti, 11.2 rimbalzi e 10.4 assist ad allacciata di scarpe, tirando con un fantastico 58.7% dal campo e il 43.3% dall’arco. Medie che fanno stropicciare gli occhi agli appassionati, meno a Denver che deve invece fare i conti con una posizione in classifica non proprio delle migliori. La realtà è che alla compagine del Colorado manca l’apporto di Jamal Murray. Ma c’è tempo per recuperare il terreno perduto.

 

Stephen Curry fa 62

Signori, giù il cappello per un immenso Curry. Dopo aver perso Klay Thompson per infortunio, Golden State ha dovuto assorbire il colpo della sua assenza affidandosi completamente all’esperienza di Curry. Il talento di Golden State ha sfoderato una serie di prestazioni clamorose fino a toccare un career high da 62 punti con 18/31 dal campo (18/19 ai tiri liberi e 8/16 da 3 punti), oltre a 5 rimbalzi e 4 assist, nella gara vinta contro Portland qualche settimana fa. Se gli Warriors sono ancora vivi, parte del merito è suo.

 

Philadelphia prima ad Est

Terminiamo questa analisi citando i Philadelphia 76ers, i quali si trovano in prima posizione ad Est. L’arrivo di coach Doc Rivers sembra aver trasformato la squadra, dando fiducia ai veterani e regalando solidità ad una compagine uscita troppo presto negli scorsi Playoff. Il record di 7-3 è sintomo di buon inizio, ora dovranno riuscire a mantenere questa andatura per tutta la stagione. E sappiamo i limiti di Rivers in questo senso.

 

 

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