Sta tornando il Barcellona. O forse, semplicemente, è tornato Leo Messi. Senza di lui, o con lui al 30% come nel secondo tempo di Granada, i blaugrana avevano ottenuto solo 7 punti su 15. Con lui titolare, 9 su 9. Cui vanno aggiunti i 3 di Getafe, in cui era nuovamente ko: vittoria di solidità (Ter Stegen) e tecnica pura (Suarez). Totale: 12 nelle ultime 4 partite e sorpasso in vetta a un campionato che resta spettacolare e affascinante.

  1. La vera, grande notizia per Valverde è che l’Imperatore e i suoi consiglieri Suarez e Griezmann hanno finalmente trovato l’equilibrio per esaltare il culto calcistico barcelonista.
  1. Forse è davvero la svolta dopo un inizio di stagione tremendo, condizionato dagli infortuni e dalle scorie del tracollo di Anfield. Valverde ha individuato il centrocampo titolare con Arthur e de Jong ai lati di Busquets e sta ritrovando anche Umtiti, ai margini per problemi fisici non sempre gestiti con le modalità che il club avrebbe voluto. Paradossalmente il rinvio del Clasico a dicembre per i tumulti di piazza a Barcellona, potrebbe arrestare sul nascere le velleità di fuga della nuova capolista.

  2. Si sapeva che per il Real non sarebbe stata una gita di piacere alle Baleari. Il famigerato virus FIFA si è abbattuto sui blancos durante la sosta per le nazionali e ha messo ko Modric e Bale, le cui assenze si sono aggiunte a quelle di Kroos e Hazard, padre per la quarta volta, per ora più figli che gol con il Madrid. Allertato dalla già decisiva trasferta di Istanbul in Champions (1 punto nelle prime 2 partite, non si può più sbagliare) Zidane ha lasciato a riposo anche Carvajal e Varane. Il terzino spagnolo ha sempre avuto fibre muscolari delicate ma per dare l’idea della portata delle assenze contemporanee basta un dato: negli ultimi 5 anni, solo 7 volte nessuno tra Modric, Kroos, Bale e Varane era partito titolare. E spesso era stato per scelta tecnica nella parte finale di stagione, con la Liga già andata e la Champions incombente.

  3. Il Real ha avuto una sola occasione in 90’ (traversa con un incredibile drop in corsa di Benzema) ed è crollato sull’unico tiro in porta in del Maiorca, dopo appena 6’30”. Courtois, fischiato dal Bernabeu e sostituito per giramenti di testa a fine primo tempo col Bruges, stavolta era incolpevole ma i dati sulla sua vulnerabilità sono veramente preoccupanti: 1 gol subito ogni 2 tiri nello specchio in questa stagione.
  1. Incredibile ma vero, il rinvio di Barcellona-Real potrebbe lanciare in testa alla Liga il neopromosso Granada, la rivelazione d’Europa. La vittoria sul Barcellona aveva acceso l’attenzione sul club andaluso, passato nel 2016 dalla famiglia Pozzo alla nuova proprietà cinese. Nell’ultimo weekend ha superato non senza difficoltà l’Osasuna ed è terzo, davanti ad Atletico, Real Sociedad e Siviglia: comprese le due superpotenze, 6 squadre in 4 punti. C’è vita e c’è molto calcio alle loro spalle, nel campionato dal tasso tecnico più alto del continente, in cui quasi tutte se la giocano palla a terra e con spirito offensivo. La classe media c’è, gioca e resiste. E quella operaia sogna addirittura la Champions, con il Granada del 38enne Diego Martinez, che a 25 anni era già su una panchina di quarta divisione. Grazie a lui, nelle ultime settimane, a Granada non si va più solo per visitare la magnifica Alahambra ma pure per osservare da vicino il grande caso da studiare del calcio europeo.