Liga | Il Punto di Max del 3 Settembre
Il punto di Massimo Callegari sulla 2a giornata di campionato di Liga.
L’Atletico Madrid supera la prova del 9 e ora sì, “se puede”. Si può sognare un’altra cavalcata memorabile come quella che portò allo storico titolo del 2013/14. Anche allora iniziò con tre vittorie e la storia della Liga lo racconta molto chiaramente: negli ultimi sei campionati, chi ha vinto ha sempre cominciato con 9 punti nelle prime tre giornate.
- Real e Barcellona sono già doppiate. Entrambe hanno sempre subìto gol: 4 i blancos, addirittura 5 i blaugrana. Mancano le stelle e pure l’equilibrio. Fuori Hazard e Messi, i due allenatori hanno rinunciato anche ai centrocampisti più affidabili degli ultimi anni: Modric, Arthur e Rakitic, tutti in panchina nell’ultimo weekend. Accomunati da un insolito destino nelle sabbie mobili del calciomercato, i due colossi hanno perso energie all’inseguimento di Neymar.
- Forse, come prevede il quotidiano catalano Sport, l’affare (ma per chi?) è solo rimandato di un anno.
Oh, great. Another year of this... pic.twitter.com/pLDm1FUV7y
— Sid Lowe (@sidlowe) September 2, 2019 - Resta tuttavia difficilmente comprensibile l’inseguimento ossessivo del Barcellona a un giocatore che se n’era andato senza gratitudine, con la presunzione di aver contribuito più di Messi e Suarez al Triplete del 2015. L’arrivo di Griezmann e la crescita dei canterani Carles Perez e Ansu Fati (segue) sembrano sufficienti per garantire armi offensive in più, col supporto a centrocampo di Frenkie De Jong. I limiti di questo Barça, però, non sono in attacco. Manca equilibrio, fuori casa scompaiono i superpoteri messi in mostra al Camp Nou e non si trova una chiave per gestire l’aggressività degli avversari. El Sadar, la fortezza di Pamplona dove l’Osasuna non perde da un anno e mezzo tra Liga e Segunda Division, non è Anfield e i rojillos navarri non sono i Reds. Eppure lo smarrimento blaugrana sugli assalti iniziali dell’Osasuna di sabato ha ricordato quello della remuntada subita in semifinale di Champions. Non si vede, con o senza Messi in campo, un leader carismatico che scuota i compagni nei momenti di difficoltà. Piqué, leader a parole fuori dal campo, a Pamplona ha affossato i suoi con il fallo di mano che ha portato al rigore del definitivo 2-2.
- Valverde era riuscito a ribaltare la sua squadra e la partita con i cambi. Ansu Fati, ultimo super talento della Masìa, ha segnato l’1-1 diventando il terzo più giovane marcatore della storia della Liga (16 anni e 304 giorni) e il più precoce di sempre del suo club, che lo strappò al Siviglia a 11 anni.
3 - Ansu Faty (16 years and 304 days) has become the third youngest player to score in LaLIga history, after Fabrice Olinga (16y & 98d) and Iker Muniain (16y & 289d). Future. pic.twitter.com/TdtV22nDCp
— OptaJose (@OptaJose) August 31, 2019Il gol è stato il momento più alto della sua partita, che ben ha rappresentato però la personalità di questo prodigioso ragazzo della Guinea Bissau. La Spagna, con il benestare del suo agente e dei genitori, farà di tutto per naturalizzarlo e portarlo al Mondiale Under 17 di fine ottobre. È entrato infatti nel momento di maggiore difficoltà dei suoi, smarriti dopo lo svantaggio del primo tempo. E si è fatto scivolare addosso la tensione e le preoccupazioni con il tipico, spontaneo entusiasmo dei giovani(ssimi) che pensano solo alle azioni e non alle loro conseguenze. L’altro subentrato, il brasiliano Arthur, ha letteralmente trascinato il pallone e i compagni nella metà campo avversaria con un secondo tempo di altissima qualità, culminato con la rete del 2-1, prima personale in blaugrana. Alla fine, però, è arrivato solo un punto che certifica la peggior partenza del Barça dal 2008/09. L’unica speranza, in Catalogna, è che finisca come allora: con il Triplete.
Tra 25 giorni sarà già tempo del primo derby madrileno ufficiale della stagione e sarà impossibile non pensare al 7-3 con cui l’Atletico ha umiliato i blancos nel precampionato. Anche se da allora un bel po’ di cose sono cambiate, soprattutto alla Casa Blanca. Gareth Bale è passato da epurato a miracolato: 2 gol e 1 assist nelle prime due partite. Zidane, che lo aveva messo ufficialmente alla porta, si trova costretto a rimpiangerne l’assenza nella prossima partita contro il Levante, a causa dell’espulsione subita nei minuti di recupero. L’equilibrista Casemiro, dopo il 2-2 di Vila-real, ha confessato amaramente che “al Real manca tutto”: fare gol, essere migliore in difesa, essere squadra. Manca identità, insomma. E dunque, un’organizzazione chiara della fase offensivo e difensiva. Che il Madrid, per amor di verità, non aveva nemmeno nel triennio delle 3 Champions consecutive. In quel ciclo, però, le capacità di di Zidane di gestire grandissimi campioni e di leggere le partite, permettevano di esaltare le qualità individuali. C’era Ronaldo che risolveva partite e problemi con i suoi gol e c’erano difensori e centrocampisti più freschi, con motivazioni ed energie per coprire più campo. All’Estadio de la Ceramica hanno debuttato dal 1’ due degli acquisti estivi, Jovic (60 milioni di euro) e Ferland Mendy (terzino sinistro arrivato dal Lione per 48). Il ricambio generazionale è in corso e richiede il tempo che l’Atletico non ha nessuna intenzione di concedere. Chi se lo aspettava più offensivo rispetto al passato, è rimasto deluso. Sono cambiati gli interpreti ma lo stile e le caratteristiche restano identici al passato, in pura modalità cholista: furiosa aggressività, ritmo frenetico, ricerca dell’equilibrio costante con e senza palla. Il terzino sinistro brasiliano Renan Lodi (pagato 20 milioni all’Athletico Paranaense) e il prodigio Joao Felix hanno dato un impulso diverso alle trame d’attacco. Non è un caso però che la rimonta sull’Eibar (da 0-2 a 3-2) sia stata completata da un simbolo del Cholismo duro e puro, il centrocampista ghanese Thomas Partey. Ha sfondato la difesa basca con un inserimento feroce, segnando dopo un dribbling sporco e un destro in anticipo sul portiere. La prova del 9 è stata superata, due settimane al caldo a +4 e +5 sulle superpotenze di Spagna sono un bel vivere. In attesa del derby, Madrid per ora è biancorossa.