“Allenante” is the new “difficile” e “divertente”. Accerchiati dal politically correct, cerchiamo parole dolci per descrivere l’amara realtà: in Liga e Premier League vanno al triplo della velocità e giocano un calcio più attraente e offensivo, in stadi più affascinanti e con tifosi mediamente più civili.
Il tempo stringe, mentre in Spagna lo spettacolo continua. Tra Madrid e Barcellona, tra il Wanda e il Sanchez Pizjuàn, anche stavolta la Liga è stata il più grande spettacolo del weekend.

1. Il merito principale è ancora una volta di Lionel Messi. Si scrive GOAT (Greatest Of All Time) e si pronuncia God.

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La sua prestazione fantascientifica a Siviglia arricchisce di altri gioielli la Messiteca: primo gol in girata volante di sinistro, secondo di destro all’incrocio, terzo con colpo sotto dolcissimo sul portiere in uscita, quarto generato da un assist geniale per Suarez. E’ la versione 4.0 di un giocatore leggendario: falso 9, regista a tutto campo, falso esterno che spacca difese, cuori e partite. E copre qualche difetto ormai strutturale del Barcellona, certificato dai numeri: più del doppio dei gol subiti rispetto allo stesso periodo del campionato scorso e 8 punti in meno. La Liga*, però, è sempre più vicina.

2. Il primo grande verdetto della stagione è atteso mercoledi. Per la semifinale di ritorno di Coppa del Re, alle 21 al Bernabeu sbarca il Barça con tutta la sua potenza di fuoco, a differenza dell’andata in cui Messi entrò al 60’ e al 50%. Bastò che lui si alzasse dalla panchina per dare una scossa emotiva ai compagni e spingerli al pareggio, che comunque lascia un vantaggio al Real. Al Camp Nou la squadra di Solari ha giocato una delle sue due migliori partite stagionali. L’altra arrivò tre giorni dopo, nel derby contro l’Atletico. Ora i blancos sembrano nuovamente involuti. Comunque vada, la doppia sfida con il Barça indirizzerà la stagione: un verdetto, due destini.

3. Come all’andata, la squadra di Valverde arriva con una spinta positiva superiore. Questo Messi infinito e stellare può andare a piantare un’altra bandierina al Palacio Real. Il Madrid è tornato da Levante con 3 punti, 2 rigori e tante polemiche. Per le decisioni arbitrali e la (non) esultanza di Bale dopo il suo penalty. Ennesimo comportamento condannabile del gallese nel giro di pochi giorni, dopo l’ombrellino al Wanda Metropolitano e l’ingresso a passeggio contro il Girona nel 2.t. Di questo passo (lento) l’addio a fine stagione sembra inevitabile. E la sua presenza dal 1’ nel Clasico altamente improbabile. Per fronteggiare Jordi Alba, la vera arma tattica di Valverde, molto meglio la conferma di Lucas Vazquez, tra i migliori all’andata.

media Gareth Bale a segno su rigore contro il Girona.

4. Anche il Barça ha il suo caso spinoso. E costoso. I 150 milioni spesi per Coutinho un anno fa non sono stati ancora ripagati dalle prestazioni del brasiliano, in modalità offline da diverse settimane. Non si è riattivato nemmeno a Siviglia e sono molto lontani i tempi dell’idillio di inizio stagione, quando sull’onda del suo ottimo Mondiale entrava e scuoteva il Barça, trascinandolo a gol e successi sia da esterno d’attacco che da mezzala. Dembelé, più tonico e frizzante, è di nuovo in corsia di sorpasso. Il destino blaugrana nel doppio Clasico (Coppa del Re e sabato sera Liga) passerà anche dai suoi piedi e da quelli di Suarez, il miglior assistman tra i grandi “9” d’Europa: circa 0,3 di media a partita, contro lo 0,2 di Benzema.

5. Solo dopo il prossimo weekend potremo davvero realmente scrivere se, come dicono in Spagna, “hay Liga”. Ovvero, se c’è ancora lotta per il potere. L’Atletico dovrà tifare per il Real per riavvicinarsi alla vetta, che continua a restare lontana 7 punti. Il 2-0 al Villarreal è arrivato sulla spinta di quello alla Juventus, ma ancora una volta per blindarlo è servita una paratona di Oblak (su Toko). Nel weekend della tormenta per il VAR, Alvaro Morata ha esultato mimando proprio il monitor con i due indici: buona la terza, bella girata secca volante, dopo le gioie negate contro Real e Juve. In attesa della resa dei conti con la Juventus, lontana due settimane, gli adepti del Cholismo possono continuare a godere e sperare che sì, “hay Liga”.

media Álvaro Morata festeggia il suo primo gol in maglia Atletico, dopo i due annullati dal VAR contro Real e Juventus.

 

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