Tra i grandi appuntamenti calcistici dell'anno 2019 c'è certamente il Mondiale Under 20; si disputerà in Polonia a partire dal 23 maggio (subito gara importante tra i padroni di casa e la Colombia) e fino al 15 giugno, giorno della finale che verrà disputata allo stadio Miejski di Lodz, impianto eretto nel 1930 poi ricostruito nel 2017.

Locos por el Futbol dedicherà ogni ultimo martedì del mese a un approfondimento sui migliori giocatori under 23 del mondo, oggi ci sembrava giusto iniziare dal Mondiale giovanile. Competizione che nella passata edizione, due anni fa in India, è stata vinta dall'Inghilterra in finale sul Venezuela grazie a una rete realizzata sul finire della prima parte di gara da Dominic Calvert-Lewin, ragazzo dell'Everton. E' stato il primo storico sigillo della Nazionale coi tre leoni sul petto in questa importante manifestazione spesso dominata dalle due maggiori potenze sudamericane: l'Argentina l'ha vinta sei volte (l'ultima, nel 2007, capitanata dal Kun Aguero), il Brasile, cinque (ultimo successo nel 2011 in terra colombiana: decisivo Oscar con una tripletta in finale).

L'Italia ha ottenuto come migliore piazzamento il terzo posto proprio nell'ultima Coppa del Mondo under 20: ko contro l'Inghilterra in semifinale: vantaggio di Orsolini poi rimonta britannica fino al 3-1, quindi vittoria ai rigori contro l'Uruguay nella finalina.

Quest'anno andiamo in Polonia con solide ambizioni, anche dopo il buon Europeo under 19 disputato in Finlandia in cui gli azzurrini del CT Nicolato si sono arresi solo al fortissimo Portogallo in finale. In quella occasione si sono messi in mostra tre grandi talenti del nostro calcio, Nicolò Zaniolo, Sandro Tonali e Moise Kean: il trio era presente nell'ultimo stage della nazionale di Roberto Mancini che per primo ha scommesso sul talento, soprattutto su Zaniolo, convocandolo quando ancora non aveva debuttato nella Roma.

Nell'ultimo week end si è tenuto il sorteggio dei gironi. L'Italia è stata inserita nel gruppo con i campioni del Sudamerica dell'Ecuador, col Messico e col Giappone.
Scegliamo tre nomi dei rivali del prossimo Mondiale da appuntarsi.

 

Ecuador

A inizio mese ha vinto il Campionato Sudamericano under 20, il primo della sua storia.

Leonardo Campana (classe 2000, attaccante – Club: Barcellona di Guayaquil)
Capocannoniere dell'ultimo Sudamericano under 20, è venuto fuori alla distanza, nel momento principale del torneo, l'Esagonale finale. Quasi un metro e novanta, ha mostrato di essere un 9 completo, anche se gli vengono meglio le giocate a campo aperto, ha un bel passo, che nello stretto. Buon naso per la porta (ha sempre segnato tanto in tutte le giovanili), è già stato contattato da club spagnoli, tedeschi e, almeno così si dice, anche italiani. Nato a Guayaquil, la perla del Pacifico ecuadoriano, ha sempre giocato nel Barcellona della sua città.

media Leonardo Campana a segno nel Sub-20 contro il Venezuela

Jordan Lenín Rezabala (2000, trequartista – Club: Independiente del Valle)
Numero 10 sulle spalle, sinistro celestiale (fantastico il suo gol a inizio Esagonale) ha qualità e creatività nelle giocate, anche se non grande fisico, il principale punto interrogativo degli scout circa la sua futura carriera. Nasce a Portoviejo, lontano dai grandi centri, viene lì pescato dallo straordinario lavoro di scouting dell'Independiente del Valle, che viaggia in tutto il Paese andino a scovare talenti e poi li fa crescere nella organizzatissima accademia di calcio di Sangolquí (un giorno la racconteremo per bene, noi di Locos por el Futbol ci siamo stati).

Diego Palacios (1999, terzino sinistro – Club: Willem II)
Con già esperienza di calcio europeo (gioca dall'agosto scorso in Eredivisie), ha confermato quanto di buono si dice su di lui anche nel Sudamericano. Non molto alto, sinistro educatissimo (tra gli under 20 è, per precisione, numeri alla mano, il miglior crossatore del campionato olandese), concentrato nell'uno contro uno difensivo, ha buon timing nel contrasto. Ha recentemente debuttato con la nazionale maggiore.

 

Messico

Sconfitto dagli Stati Uniti nella finalissima della Concacaf Under 20

José Juan Macias (classe 1999, attaccante – Club: Leon)
Indeciso da piccolo tra il nuoto e il futbol, alla fine si abbandona totalmente al calcio e entra nelle giovanili del Chivas, dove ha sempre militato fino all'anno passato quando è stato ceduto in prestito (con opzione di acquisto) al Leon. Debutta in prima squadra del Chivas con Matias Almeyda (gli ha dedicato parole di eterno ringraziamento, il ragazzo), ora i rapporti sono diventati piuttosto tesi con la dirigenza, anche per alcune dichiarazioni poco carine di Macias verso la squadra autarchica del Paese (ci giocano solo messicani). Punta tecnica, nella under 20 continentale è stato il capocannoniere della sua squadra. Ha già dichiarato i suoi due sogni: giocare un giorno in Europa e vincere il Mondiale con la maglia messicana.

Diego Lainez (2000, trequartista – Club: Betis Siviglia)
Forse il principale talento giovane del calcio messicano, ha già attraversato l'oceano Atlantico: per circa 14 milioni di dollari è stato acquistato, questo gennaio, dal Betis, con cui ha già segnato in Europa League, nei sedicesimi di finale contro il Rennes. Gioca ora da punta esterna, è cresciuto nell'America di Città del Messico, la squadra più importante del Paese: è veloce e creativo. Ha già debuttato con la nazionale maggiore. In Andalusia son già tutti innamorati di lui.

media Diego Lainez festeggia la vittoria del Club América nella semifinale di ritorno del Torneo Apertura 2018 contro i Pumas

Gilberto Sepulveda (1999, difensore centrale – Club: Chivas Guadalajara)
Leadership (è capitano del Messico under 20), qualità e un buon piede, destro, per impostare, anche con lanci lunghi: tempista nell'anticipo anche se qualche volta abusa di questa sua qualità. A 14 anni entra al Chivas, lì aveva giocato anche suo fratello, anni prima: gli viene riservato lo stesso soprannome, “Tiba”, per la somiglianza a un giocatore brasiliano dei Pumas. Il suo idolo è Carlos Salcido, totem del futbol messicano.

 

Giappone

E' uscito nella semifinale dell'Under 19 asiatico, sconfitto dall'Arabia Saudita poi campione

Takefusa Kubo (classe 2001, attaccante – Club: FC Tokyo)
Inserito in diverse liste dei migliori Millennials del pianeta, è la grande speranza del calcio nipponico. Nell'agosto del 2011, dopo alcuni provini viene invitato nella mitica scuola della Masia: diventa un giocatore del Barcellona. Le poco chiare vicende del suo cartellino generano problemi tra Barça e FIFA: il giocatore deve tornare in patria: a 15 anni e 5 mesi debutta nella J-League, la massima serie nipponica con l'Fc Tokyo. Per le sue caratteristiche di gioco, palla attaccata al piede sinistro, ricerca di verticalità, ha ricevuto il soprannome di “Messi giapponese”, un filo pesante...

media Takefusa Kubo in campo in amichevole contro il Duisburg

Shunki Higashi (2000, laterale sinistro - Club: Sanfrecce Hiroshima)
Una delle belle scoperte dell'ultimo campionato asiatico under 19, e non solo per il gran gol contro l'Indonesia, una sberla da fuori area. Continuo nell'accompagnare l'azione a sinistra, ha sempre messo dentro palle interessanti. 

Hiroki Abe (1999, centrocampista – Club: Kashima Antlers)
Il suo gran gol all'ultimo Mondiale per Club contro le Chivas Guadalajara l'ha inserito nei radar di tanti scout, anche per le belle prestazioni registrate in quella competizione. Non ha dato molta continuità a quelle performances ma più di un sopracciglio si è alzato e su di lui, c'è molta attesa e attenzione. Elegante, parte spesso come centrocampista di sinistra per poi accentrarsi ma può giocare anche più avanti. Nel 2018 è stato eletto Rookie dell'anno nella J-League.