Chelsea – Tottenham | Stamford Bridge, giovedì ore 20.45

Il 163esimo derby fra Chelsea e Tottenham, valido per la semifinale di ritorno di quella che fu la League Cup, in scena questa sera nel suggestivo impianto lungo a Fulham Road, rappresenta non solo un crocevia fondamentale per il futuro di entrambe le compagini, ma anche uno stimolante confronto fra i due allenatori, in quella che seppur per motivi diversi, è la fase più complicata della stagione.

A fine partita infatti, non sapremo solo” chi raggiungerà il già qualificato Manchester City a Wembley il prossimo 24 febbraio, per contendere ai Citizens il primo trofeo stagionale, ma potremo capire chi fra Sarri e Pochettino sarà riuscito nell’impresa di trasformare le attuali difficoltà in stimoli.

Gli Spurs scenderanno in campo forti dell’1-0 dell’andata, incontro deciso dagli undici metri dal solito Harry Kane, e proprio dall’attaccante della nazionale inglese iniziano i dubbi per Pochettino, il quale infatti dovrà, per quanto possibile, sopperire all’assenza per infortunio del suo giocatore più rappresentativo,con l’unica alternativa valida che risponde al nome di un Llorente con le polveri bagnate ma comunque volenteroso.

Problemi ancora maggiori, se possibile, nella trequarti campo, odve alla sofferta seppur programmata partenza dell’ispiratissimo Son, verso gli Emirati Arabi Uniti a causa della Coppa d’Asia, si è aggiunto il forfait di Dele Alli, uscito malconcio dal derby, vinto in extremis, contro il Fulham nello scorso weekend; l’unica nota lieta quindi potrebbe essere il possibile recupero di Lucas Moura.

In mediana infine mancherà Wanyama, ma soprattutto Sissoko, in grado di  impressionare in questo avvio di stagione, non solo per l’evidente strapotere fisico ma anche per i miglioramenti tattici e la capacità di spezzare” gli equilibri.

Pochettino potrebbe quindi schierare davanti al portiere di coppa Gazzaniga la classica e rodata difesa a tre con gli esperti Vertonghen e Alderweireld ad affiancare il promettente Foyth, una coppia di centrocampisti più fisica e attendista come Winks e Dier, affiancata sugli esterni da Davies e Trippier con Eriksen libero di muoversi fra le linee e di trovare Llorente in area, o uno fra Lucas e Lamela nello spazio.

Si andrebbe quindi a delineare un 3-4-2-1 in fase offensiva, in grado però di mutare comodamente in un 5-3-2, la gestione degli half spaces difensivi risulterà  quindi fondamentale, sarà in definitiva un Tottenham dal baricentro più basso ma non snaturato, comunque verticale e potenzialmente letale.

Letteralmente opposta invece la situazione in casa Blues, eccezion fatta per Loftus Cheek e Van Ginkel, sono tutti regolarmente a disposizione del tecnico toscano, ma ciò non può bastare per  vivere una vigilia senza pressioni, fra calciomercato, conferenze stampa al vetriolo, malumori interni, dubbi sul gioco proposto, anzi imposto da Sarri e risultati nell’ultimo periodo altalenanti, il Chelsea si presenta al secondo derby in cinque giorni nella scomoda posizione di chi ha molto da perdere.

Le uniche certezze sembrano arrivare dal calciomercato che ha portato a Londra dall’allenatore che più lo ha amato e valorizzato: Gonzalo Higuain con conseguente partenza verso Madrid sponda Colchoneros di Morata.

Il Pipita però non potrà guidare da subito l’attacco del Chelsea, al fianco di Hazard e del classe ‘00 Hudson Odoi dovrebbe giocare Giroud, nessuna sorpresa di formazione quindi, come di consuetudine Sarri infatti non si discosterà di molto dal suo undici ideale, perseverando con la sua idea di un calcio tanto dogmatico quanto affascinante, calcio che, seppur aspramente criticato, soprattutto nella figura del suo interprete più rappresentativo (Jorginho) ha permesso ai Blues di ritrovare un’identità di gioco anche se ancora in fase embrionale.

Le due londinesi stanno comunque conducendo una stagione di ottimo livello: il Tottenham è seguito a breve distanza proprio dai Blues quarti ed entrambe hanno superato i rispettivi gironi di Champions League ed Europa League.

I tecnici sono stati però, negli ultimi mesi, oggetto di critiche, spesso troppo severe:all’argentino viene imputata l’incapacità da parte dei suoi di vincere partite decisive per attuare un salto di qualità, mentre all’ex Empoli e Napoli la rigidità tattica (non considerando l’evidente evoluzione del suo calcio) oltre a una non eccelsa capacità di comunicare con lo spogliatoio, spogliatoio che va ricordato, è già sopravvissuto indenne all’era Conte e ancora prima a quella Mourinho.

Malgrado questo la strada intrapresa da Sarri sembra essere quella giusta, lungimiranza e progetto tecnico, un’ottima notizia per chi come noi ama il football nella speranza che il binomio società-allenatore non venga sciolto prematuramente. 

La storia dice Chelsea, il passato prossimo dice Tottenham, il presente dice Pochettino contro”.

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