Il tempo per giocare è finito. Dopo aver indagato su chi ne sapesse di più sulla storia della Champions League è giunta l’ora di analizzare nel dettaglio il percorso con cui Liverpool e Tottenham si apprestano ad affrontare la finale di Madrid. Ancora una volta ci affidiamo alle parole di Max Callegari, Paolo Condò, Massimo Paganin e Carlo Pizzigoni.
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È l'anno delle sorprese: conta più l'aspetto psicologico o la qualità del gioco?  

Paolo Condò: 
Credo che la qualità del gioco aiuti psicologicamente a sostenere i momenti difficili soprattutto; avere qualche cosa ancora a cui ancorarsi per uscire da una situazione magari imprevista. Quindi in questo senso sono rimasto deluso, per esempio, da come l’Ajax nel secondo tempo contro il Tottenham nella gara di ritorno, una volta pressata da questa squadra che non aveva alternative se non attaccare a pieno regime, non abbia avuto la freddezza, colpa della giovane età, per approfittarne. Ajax, che tra l’altro, possiede il gioco per arrivare nell’aria di rigore avversaria.


Quanto pesa il passato "perdente" nelle finali di Klopp e Pochettino ?

Max Callegari:Per Klopp quello che conta va un po’diviso in due, in quanto c’è un aspetto legato alle finali, in cui ha faticato molto, ne ha perse molte più di quante ne ha vinte, rispetto a un valore generale che non è determinato solo dai trofei cui è arrivato vicino a Liverpool, ma anche da tutto quello che ha fatto in Bundesliga col Borussia Dortmund, anche lì poi arrivando in finale e perdendola per dettagli contro una squadra complessivamente più esperta e più forte come il Bayern Monaco. Quindi per lui più che rispetto al club, c’è l’aspetto legato alle finali e a quello che lui deve riuscire a non trasmettere alla squadra rispetto a un suo storico che c’è per vari motivi, dettagli, situazioni, però sui libri c’è quello.
Per Pochettino l’aspetto è un po’ diverso perché non ha ottenuto nemmeno in altri club quello che Klopp ha ottenuto col Borussia Dortmund ad esempio, però ha maturato una consapevolezza sicuramente diversa; questo Tottenham è più consapevole e più completo e anche un po’ più malizioso rispetto a quello dell’anno scorso, che si era fatto beffare dalla Juventus.
In definitiva conta forse leggermente di più per Klopp questo retropensiero.

La Superlega e l’eliminazione del gol doppio in trasferta sarebbero novità contro gli outsider?

Carlo Pizzigoni:Non so dire se sono contro gli outsider, il progetto della Superlega io vorrei vederlo nei dettagli perché ancora non l’ho ben capito, quindi non è che non mi fidi ma per adesso ancora non mi è piaciuta, almeno per quello che vedo sul tavolo oggi, poi vedremo.

Sul concetto del gol in trasferta penso che sia una regola assolutamente da abolire, non mi piace, perché condiziona le squadre e aiuta secondo me la speculazione.
Io invece voglio vedere le partite aperte.


Dà più gusto vincere da outsider o da favoriti?

Massimo Paganin:Sono due cose diverse nel senso che quando vinci da outsider te ne accorgi strada facendo; con il Bologna, ad esempio, siamo arrivati fino in semifinale per poi essere eliminati da un calcio di rigore di Blanc contro il Marsiglia nella partita di ritorno. Quindi lì è stato bello perché il percorso che abbiamo fatto è stato un percorso di crescita, consapevolezza, di autostima e di fiducia ed è stato bello per quello.
Con l’Inter, invece, ci siamo accorti di essere i favoriti perché eravamo la squadra più forte in quel periodo; è una consapevolezza diversa: ti rendi conto di avere delle responsabilità importanti e quello ti fa crescere ulteriormente. Saper di partire da favorito e alla fine vincerla dà una grande autostima, una grande sicurezza e fiducia in se stessi, nel percorso personale da atleta ma credo anche in quello del club e della squadra in generale; tant’è vero che l’Inter in quegli anni vinse nel ‘91 e nel ‘94 la Coppa Uefa, poi nel ‘97 arrivò in finale con lo Schalke e nel ‘98 vinse di nuovo.
Quindi direi che raggiungere 4 finali nell’arco di 8/9 anni significa aver avuto una consapevolezza importante e da lì puoi gettare le basi per passare alla Champions.

I pronostici per la finale:

Condò: Liverpool favorito ma non più del 60%
Pizzigoni: Tottenham
Callegari: Liverpool per qualità, forma degli uomini più importanti e consapevolezza
Paganin: Liverpool perché ci arriva con più serenità e tranquillità trasmessa anche dall’allenatore che ha costruito un progetto importante e ha fatto cose straordinarie


Due uomini decisivi:
Condò: per il Liverpool Bobby Firmino, regista offensivo di qualità estrema che con il suo movimento indirizza le sue frecce Salah e Manè, mentre dall’altra parte Harry Kane
Pizzigoni: Salah e Son sono i miei nomi
Callegari: uno è Salah, che può essere l’uomo che riporterà la Champions ad Anfield, dall’altra parte Dele Alli può essere se non con un gol ma con una prestazione o magari un assist l’uomo decisivo per il Tottenham 
Paganin: direi Kane da una parte e Salah dall’altra, sono i due uomini più importanti come dire Messi e Ronaldo nelle rispettive squadre ma sono due giocatori veramente più importanti che possono fare la differenza

 

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