La reazione dei tifosi milanisti. Tutti la volevano indagare, cogliere, intercettare, subito dopo il sorteggio della Fase a Gruppi di Champions League. Durissimo. Ma senza che nessuno si sia stracciato le vesti. Come conferma Gianmarco Tognazzi, figlio d'arte e papà d'arte, visto che suo figlio Tommaso azzecca tutti i pronostici ("Prima di Milan-Lazio mi ha detto, vinciamo 2-0 o 3-0...non so più che fare...") ed è a sua volta un grande tifoso rossonero. Invidia di tutti gli appassionati delle scommesse calcio* a parte, ci addentriamo nel pieno della nostra chiacchierata con Gianmarco.

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[Gianmarco Tognazzi, attore e presentatore televisivo, tifosissimo del Milan.]

“Allora Gimbo, Paolo Maldini ha detto che per rilanciarsi definitivamente a livello tecnico ed economico, il Milan deve fare la Champions League almeno per tre anni. Considerazione corretta?” La prima domanda è rivolta al presente rossonero ma con uno sguardo al futuro; Gianmarco, dal canto suo, dimostra di non aver dimenticato il passato, soprattutto quando si fa il nome di una delle bandiere storiche del Milan:

"Qualsiasi cosa dica Paolo per me è legge, per come ha dimostrato di saper entrare nel meccanismo che anche la proprietà voleva per riportare la squadra ad essere competitiva e sostenibile, è una dichiarazione d'intenti che traduce la linea di Elliott".

La sua risposta lascia trasparire quanto forte sia il desiderio dei tifosi rossoneri di ritornare ai vecchi fasti, soprattutto in campo europeo. Da qui la domanda seguente è più che lecita: “il Milan non faceva la Champions da 7 anni, il brand storico del club è sempre top nella competizione?”

"Per noi sì. A oggi checchè ne dicano siamo il club italiano che ne ha vinte di più, non conta quante volte partecipi, l'albo d'oro contiene le vittorie, il Milan ha un brand che in Champions ha la storia che ha anche se adesso dobbiamo riposizionarci".

Le parole di Tognazzi riassumono alla perfezione il pensiero milanista, ma c’è da guardare anche alla Champions League di quest’anno, e la voce di molti chiede “è scritto che il Milan non passi il girone o se la gioca?

“Il Milan se la gioca assolutamente ha già dato prova in Europa League di potersela giocare con squadre che vengono dalla Champions, è molto difficile il girone ma si è rinforzato e anche in Champions potrebbe essere una sorpresa”.

Rinforzi è la parola giusta, soprattutto se pensiamo agli innesti importanti di Giroud, Maignan e Tomori tra gli altri. Dunque, gli chiedo: “Con ben 3 giocatori arrivati dal Chelsea campione d'Europa, il Milan come esperienza Champions si è rafforzato?”

"Senza dubbio. Dalla prima idea di Elliott alla attualità rossonera, c'è stata la capacità di capire che ci vuole una buona dose di esperienza". Ne nasce un vivace botta e risposta: “E il Milan senza Donnarumma?” ... “Il Milan non ci perde nulla. Maignan ha più esperienza in Europa di Donnarumma".

Passiamo poi sul rettangolo di gioco e stuzzichiamo Gianmarco anche sugli aspetti tattici della formazione di Pioli: “In Europa League contro il Manchester United il Milan ha praticato un gioco molto europeo. Sarà così anche in Champions League?”

"Sì, il Milan non si snatura e terrà lo stesso atteggiamento dell'anno scorso anche in Champions".

Lontano dal voler fare parallelismi troppo azzardati, ci sentiamo ancora ispirati dal successo azzurro di quest’anno; chiediamo “il gruppo di Pioli può far bene in Champions, dopo la grande impresa, sempre da parte di un gruppo, quello di Mancini, all'Europeo?”

"Ho sempre pensato che la compattezza e gli automatismi si raggiungono solo dando continuità, Pioli ha creato un gruppo molto coeso che sa adattarsi anche a dei cambiamenti tattici in corso, il Milan ha un gioco molto più europeo di quanto accadeva nelle stagioni che hanno preceduto l'arrivo di Pioli".

A prescindere dalla qualità del gioco che per i tifosi milanisti è sempre un dettaglio fondamentale, vale la pena chiedersi anche quali siano i reali obiettivi del club. “Il Milan deve dare tutto per passare il turno o pensare di più a restare fra le prime 4 in campionato?”

"Abbiamo il compito gravoso di stare sul pezzo su tutti e due i fronti, un obiettivo non esclude l'altro, sarà dura ma bisogna avere un atteggiamento competitivo in tutte le partite, non puoi privilegiare una competizione rispetto all'altra".

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Non si può, infine, non menzionare Zlatan, perché la sua importanza nello spogliatoio rossonero è sempre più determinante. Ma “il fattore Ibra ha un suo peso anche in Champions, al di fuori del campionato italiano?”

“Senza dubbio come esperienza e come carisma, sul piano della tenuta fisica dipende molto da come verrà gestito e da come si gestirà lui". La risposta decisa di Tognazzi. E allora “Chi può essere il giocatore a sorpresa del Milan in questo girone di Champions?”

"Questa domanda è un po' come il film preferito di mio padre, non amo i pronostici, amo essere stupito. Preferirei che fosse una sorpresa il gruppo come suo atteggiamento collettivo".

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