Copa America: la parola agli Uruguagi!

La squadra di Oscar Washington Tabarez è come al solito fra le favorite di una manifestazione che ha vinto la bellezza di 15 volte, l’ultima nel 2011, con l’eterno Tabarez in panchina. Fa impressione che un paese così piccolo come l’Uruguay riesca sempre a schierare una ottima nazionale, piena di protagonisti del calcio europeo, anche nei tempi moderni: Muslera in porta, in difesa Caceres, Godin, Gimenez e Laxalt, a centrocampo Torreira, Vecino, Bentancur e Pereiro, in attacco Cavani e Suarez. Molto interesse per il giovane Federico Valverde, formatosi nel Real Madrid, ma si sa che Tabarez ama andare sul sicuro e toccare poco un gruppo che nel tempo gli ha dato tantissime soddisfazioni. Il ranking FIFA (Uruguay al numero 6, Ecuador al 59) a volte è bugiardo, ma quando le distanze sono così ampie il pronostico è scontato. Certo è che nella Coppa America del 2016 l’Ecuador ha fatto più strada dell’Uruguay, arrivando ai quarti, ma guardando al presente la squadra di Hernan Dario Gomez non sembra piena di talenti scintillanti, anzi fra le sudamericane è la peggiore insieme alla Bolivia, prova ne è che dei 23 convocati per il torneo soltanto in due giocano in Europa, Cristian Ramirez nel Krasnodar e il vecchio Valencia nel Manchester United. Per Tabarez, la cui prima Coppa America da allenatore dell’Uruguay risale addirittura al 1989, quando portò la sua squadra alla finale del Maracanà contro il Brasile, l’occasione di partire con il piede giusto, visto che gli impegni con Giappone e Cile saranno senz’altro più difficili.

Indiscreto – Il commissario tecnico dell’Ecuador, Gomez, è colombiano è uno dei due allenatori nella storia ad avere portato attraverso le qualificazioni tre differenti nazionali alla fase finale del Mondiale: la sua Colombia a Francia ’98, l’Ecuador nel 2002 e Panama a Russia 2018. L’altro è il francese Henry Michel (Francia nel 1986, Marocco nel 1998 e Costa d’Avorio nel 2006).

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