Copa America: Uru-guay a te!

Il Perù è uscito con le ossa rotte dalla partita con il Brasile, qualificandosi fra le migliori terze, e non sembra una squadra all’altezza di un Uruguay con gli uomini contati ma che Oscar Washington Tabarez sta guidando con la consueta maestria e un 4-4-2 da cui non deroga decisamente mai. Punti di forza sono sempre i difensori centrali Gimenez e Godin, che dalla prossima stagione si separeranno a livello di club visto che Godin ha firmato un contratto triennale con l’Inter. Ed impossibile non citare Cavani e Suarez, anche loro tendenti all’eterno e che nelle tre partite del girone, con Ecuador, Giappone e Cile, sono apparsi in forma strepitosa. L’uomo del torneo è però per l’Uruguay Federico Valverde, il ventunenne del Real Madrid alla cui cessione Zidane ha posto il veto. Valverde ha preso il posto in mezzo al campo dell’infortunato Vecino e non lo ha fatto certamente rimpiangere: il piccolo Uruguay ha trovato una certezza per il prossimo decennio. Quanto al Perù, di fatto la sua qualificazione è dipesa fondamentalmente dal 3-1 sulla modesta Bolivia. La squadra di Gareca in avanti non ha di meglio dell’anziano Guerrero e la difesa è tutt’altro che irreprensibile: soltanto il laterale destro Advincula è a livelli di decenza. Poche speranze, insomma, tutte appese all’estro di Farfan, anche lui, a quasi 35 anni, sull’orlo del ritiro. Partita in cui l’Uruguay è favorito ma imprevedibile nel suo svolgimento, vista la scarsa qualità media del Perù che potrebbe indurre all’ostruzionismo. Anche se per l’ostruzionismo ci vogliono difensori almeno decenti.

 

Indiscreto – L’allenatore del Perù Ricardo Gareca è stato un discreto attaccante, con 20 presenze nella nazionale argentina, ma è ricordato soprattutto per essere stato il partner d’attacco di un giovane Maradona al Boca Juniors di inizio anni Ottanta.

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