La partita perfetta è quella in cui l’arbitro passa inosservata, in cui le decisioni e le sanzioni del direttore di gara incidono il meno possibile sul risultato finale del match. Non sempre è così, ma in generale carisma, look e capacità sono le tre caratteristiche fondamentali che spesso rendono riconoscibile un arbitro - facendo sì che alcuni nomi e volti restino impressi nella mente degli appassionati. In modo particolare quando si parla di calcio inglese - quello a cui ormai tendono tutti i più grandi campionati al mondo, esempio da seguire non tanto e non solo sotto l’aspetto economico e del profitto. Una Premier League nobilitata anche dalla presenza di “fischietti” che in un modo o nell’altro sono diventati riconoscibili. Andiamo a scoprirne qualcuno.

Arbitri inglesi più famosi: la top 3

  1. Mike Dean
  2. Howard Webb
  3. Michael Oliver

Mike Dean - da oltre 20 anni in Premier League, nonostante la “monetina” di Cardiff

Entrato nella lista degli arbitri di Premier League nel 2000 e dell'elenco degli internazionali FIFA nel 2003, in quell’anno Mike Dean è stato quarto uomo agli ordini dell'arbitro Graham Barber nella finale di Coppa d'Inghilterra tra Arsenal e Southampton al Millennium Stadium di Cardiff. Dirige la Community Shield 2004 tra Arsenal e Manchester United, vinta dai Gunners 3-1. Nel 2006 sarebbe stato designato ad arbitrare la finale di FA Cup tra Liverpool e West Ham ma viene rimpiazzato all'ultimo da Alan Wiley per evitare qualsiasi parzialità data la vicinanza tra Liverpool e il paese natale di Dean, Wirral. Otto giorni dopo arbitra comunque la finale play-off di Championship tra Leeds United e Watford.

L’episodio più noto che lo riguarda è datato 5 aprile 2009, quando durante il derby del Galles tra Cardiff City e Swansea viene colpito da una monetina proveniente dal settore dei tifosi del Cardiff. Il gesto, condannato dallo stesso presidente della squadra Peter Ridsdale, portò al divieto per tre anni di accesso allo stadio ai danni di un ventiquattrenne, oltre ad una multa di duecento sterline. Il 2 aprile 2019 invece, durante un incontro al Molineux Stadium tra Wolverhampton e Manchester United, a seguito del cartellino rosso mostrato al giocatore dei Red Devils Ashley Young, è diventando il primo arbitro nella storia del calcio inglese a raggiungere la quota delle 100 espulsioni in carriera.

Howard Webb - il culturista diventato direttore tecnico degli arbitri

Comincia la carriera arbitrale nel 1989 e fa il suo esordio in Premier League il 18 ottobre 2003 dirigendo la partita tra Fulham e Wolverhampton Wanderers che finisce 0 a 0. Nel 2005 diventa arbitro internazionale, esordendo nell'amichevole tra Irlanda del Nord e Portogallo. Il 26 settembre 2006 esordisce nella fase a gironi della Champions League arbitrando la partita tra Steaua Bucarest e Lione. In patria viene considerato uno degli arbitri migliori tanto che gli vengono affidate numerose finali tra cui la Community Shield 2005, Carling Cup 2007 e la FA Cup 2009 - a fine 2011 infatti ha diretto 217 gare in Premier League.

A livello internazionale, nell’estate del 2009 prende parte alla Confederation Cup dove arbitra Brasile-Egitto e Iraq-Nuova Zelanda. In occasione della Champions League 2009/10 viene incaricato di dirigere la finale tra Inter e Bayern Monaco. Fa il suo esordio ai mondiali nell'edizione del 2010 in Sudafrica, dove nella fase a gironi dirige Spagna-Svizzera, valida per la prima giornata del gruppo H, Slovacchia-Italia, valida per la terza giornata del gruppo F. Viene quindi scelto per l'ottavo di finale Brasile-Cile. Risulta tra gli arbitri più in forma della manifestazione e per questo gli viene affidata la finale dell'11 luglio a Johannesburg tra Paesi Bassi e Spagna, il cui esito va a favore di quest'ultima. È stato criticato nel dopo gara per aver ammonito e non espulso, nel primo tempo, gli olandesi de Jong e van Bommel dopo due entrate pericolose. Dal 2014 non scende più in campo, ma ricopre il ruolo di direttore tecnico degli arbitri.

Michael Oliver - la partita Real Madrid-Juventus e il “bidone al posto del cuore”

Inizia ad arbitrare a 14 anni, su spinta del padre e non smetterà più, fino a diventare il più ambito, criticato e blasonato arbitro della Premier League. Classe 1985, ha esordito giovanissimo nel massimo campionato inglese - dimostrando una sicurezza e una capacità di controllo invidiabili, nonostante spesso e volentieri si sia trovato a fronteggiare giocatori molto più “adulti” di lui. Indole che lo ha portato a bruciare le tappe e a arbitrare anche in Champions League dal 2016, riscuotendo successo e affidabilità.

Se si parla di lui però è impossibile non pensare a un episodio rimasto ben impresso nella mente dei tifosi della Juventus e non solo: 11 aprile 2018, quarti di finale di Champions League di ritorno, i bianconeri rimontano contro il Real Madrid e vanno avanti 3-0 al Bernabeu. A un passo dall’impresa, Oliver concede un rigore ai Blancos poi trasformato da Cristiano Ronaldo che sostanzialmente nega la qualificazione ai bianconeri. Una cocente eliminazione che la Juventus non riesce a digerire e in modo particolare il capitano Gigi Buffon - che ai microfoni dei giornalisti a fine partita concede una delle dichiarazioni più “riprese” degli ultimi anni: “Era sicuramente una azione dubbia al 93', dopo che all’andata non ci hanno dato un rigore al 95'. Un arbitro all'altezza non infrange il sogno di una squadra che ha messo tutto in campo per 90 minuti. Ha voluto fare il protagonista. Un essere umano non può fischiare un episodio stra-dubbio, dopo una gara del genere a meno che al posto del cuore non abbia un bidone dell’immondizia. Se non hai la personalità per stare a questi livelli, allora vai in tribuna con la famiglia, compra le patatine e goditi lo spettacolo. E poi non sei un uomo, queste cose qua le fanno gli animali, non gli uomini. Questo arbitro ha la sensibilità di un bidone dell'immondizia. Avrebbe dovuto capire il disastro che stava facendo. Poi, il Real ha meritato di passare il turno, sono stati più forti di noi, magari vinceranno la Champions e per me è stato un onore giocare contro di loro, ma questa sera meritavamo di andare ai supplementari. Non meritavamo di uscire così”.

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