Sta per iniziare il campionato di Serie A più affascinante dell’ultimo decennio, il torneo del rinnovamento: per la Juve dello stile di gioco, per il Napoli dell’entusiasmo, per l’Inter di rosa e allenatore, per il Milan di dirigenti/staff tecnico/rosa, per le romane delle ambizioni. Si rinnova anche il regolamento e ci sarà modo di comprenderne l’impatto già dalle prime giornate. Ora però è il momento di puntare i nomi più caldi del campionato. Non supertop (vi piace vincere facile?) ma pronti a decollare ed esplodere. Se non avete ancora fatto l’asta del fantacalcio, questi spunti potrebbero esservi utili. E se li seguirete e vi andrà male, saprete con chi prendervela… È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.

ISMAËL BENNACER (ALG 21, Milan)

L’MVP dell’ultima Coppa d’Africa sbarca a San Siro con l’entusiasmo di un 21enne, il look di un 15enne e la personalità di un veterano. Sarà proprio il suo carattere la chiave del successo. Perché Bennacer, nato in Francia e nazionale transalpino fino all’under 19 prima di scegliere la madrepatria Algeria, non è solo un giocatore di (ottima) tecnica. Il suo baricentro medio-basso gli permette di abbinare rapidità e forza e di prendere il tempo agli avversari sul primo passo. Calcia bene da fermo e in movimento e certamente può segnare di più. Il suo valore è cresciuto vorticosamente in 4 anni: l’Arsenal lo aveva scelto non ancora 18enne pagandolo 300.000 euro all’Arles nel 2015, l’Empoli lo ha portato in Italia dopo due anni per 1mln € per poi cederlo al Milan per 16 più bonus. 

Dà i tempi di gioco ma, dopo la cavalcata in Coppa d’Africa, è in ritardo su quelli della preparazione. Con pazienza e i consigli di Giampaolo, può compiere il grande salto.

DEJAN KULUSEVSKI (SWE 19, Parma)

Ha impressionato in precampionato, confermando le ottime sensazioni lasciate nell’accademia dell’Atalanta, con cui ha vinto l’ultimo campionato Primavera. Nato in Svezia da genitori macedoni, colonna dell’under 19 svedese, da marzo è nel gruppo dell’under 21. Centrocampista moderno, associa tecnica, duttilità e una forza straripante che a livello giovanile è stata determinante. Può giocare da interno a 3, più avanzato alle spalle della punta o esterno d’attacco, perché i tempi di inserimento e l’abilità al tiro lo rendono efficace anche in zona gol (7 reti e 9 assist l’anno scorso in Primavera). Gasperini lo ha fatto debuttare in Prima Squadra, D’Aversa ha il compito di valorizzarlo con un gioco più armonioso e palleggiato rispetto al Parma ultraverticale della passata stagione. Se la squadra lo aiuterà, può essere una delle rivelazioni del campionato.

HIRVING LOZANO (MEX 24, Napoli)

34 gol e 16 assist negli ultimi due campionati: ok, le difese di Eredivisie sono allegre come certe serate tra i canali di Amsterdam però sono numeri spaventosi per un esterno d’attacco. In due anni al PSV Eindhoven ha fatto grandi progressi, anche se il processo di maturazione dovrà completarsi sotto la guida di Carlo Ancelotti. Le sue qualità principali sono la tecnica in velocità, l’aggressività e la duttilità tattica. Tra club e nazionale (1 rete alla Germania e 1 assist agli ultimi Mondiali in Russia) ha imparato a muoversi in differenti sistemi di gioco: a destra e a sinistra nel 4-2-3-1 ma anche seconda punta o esterno nel tridente. Partecipa al pressing con una furia fastidiosa per gli avversari: così sono nati diversi gol del PSV, alcuni anche firmati da lui come nella scorsa Champions contro il Tottenham. È un’alternativa a Insigne, Zielinski, Mertens e Callejon, che così potrebbe arretrare come già nel precampionato. Ah, in Messico è per tutti El Chucky: non per una somiglianza estetica con la bambola assassina del film horror (Chucky, appunto) ma perché da ragazzo al Pachuca tormentava/animava il gruppo nascondendosi e spaventando i compagni con scherzi di vario genere. 

NAHITAN NANDEZ (23, Cagliari)

Da piccolo era indisciplinato e incontenibile e venne mandato dai genitori a giocare a calcio per la disperazione: “Vediamo se almeno così riesci a sfogarti un po’…”. Visti i risultati, si può dire che ha funzionato! Arriva dal Boca Juniors un tuttocampista uruguaiano con grandi potenzialità, non ancora tutte emerse. Nel club xeneize ha giocato quasi sempre da interno di centrocampo, sfruttando i tempi di inserimento per segnare anche gol pesanti come in un Superclasico al Monumental. Cresciuto nel Peñarol, è stato capitano della Celeste under 20 e ha gradualmente arretrato il suo raggio d’azione dopo gli inizi da trequartista. Nel 4-4-2 della nazionale Tabarez si è mosso da esterno destro, mostrando qualche limite tecnico al cross e negli ultimi 30 metri. Cagliari appare la pista di decollo ideale, per progredire come sta facendo il suo ex compagno al Boca, il colombiano Wilmar Barrios, valorizzato dallo Zenit in pochi mesi. Con Rog e Nainggolan, una delle mediane più affascinanti del campionato.

SANDRO TONALI (19, Brescia)

“Regista che si ispira a Pirlo e Iniesta, con la grinta di Gattuso”. L’autoritratto calcistico di questo talentuoso regista col capello da Beatle è suffragato dai numeri della sua ultima stagione: 3 gol, 4assist e 12 cartellini gialli. Ora sogna di consacrarsi e di regalare la salvezza alla squadra che lo ha lanciato e cresciuto. Con un maestro d’eccezione, che non ha fatto la stessa carriera di Andrea Pirlo ma era partito proprio da Brescia con le stesse aspettative di Tonali: Eugenio Corini, sontuoso regista del Chievo di Del Neri. Dicevano che provasse gli schemi con una benda per allenare la precisione dei lanci: era una leggenda ma rendeva l’idea. “Giocare a occhi chiusi”: vale per i grandi e Tonali sembra sulla buona strada. Per percorrerla con successo, dovrà continuare a seguire i consigli del suo allenatore (se Cellino gli darà la fiducia che merita…) e a non leggere i giornali: i paragoni con Pirlo sono estremizzati dalle similitudini di inizio carriera, perché entrambi giocavano sempre con i più grandi fin dalle giovanili. Ma per un 19enne al debutto in Serie A, possono essere solo dannosi…