Sarri vs Allegri, nono atto. Con più punti in comune di quanto si potesse pensare. E poi i parametri zero a impatto zero, Antonio mai Conte-nto, i rimpianti del Napoli e il sogno dell’Atalanta prima dello scontro verità di mercoledì. Il Punto sul campionato, come sempre, per punti. E numeri.

  1. La seconda miglior partenza degli ultimi 4 anni, segnando meno di tutte le precedenti Juve di Allegri e subendo lo stesso, se non di più. Il calcio non è nei solo nei numeri ma i numeri aiutano a capirlo meglio: Sarri non ha creato né distrutto nulla ma sta gradualmente rimodellando la sua squadra, senza cancellare il dogma dell’equilibrio tanto caro al suo predecessore. La differenza più sostanziosa è con le prime 9 giornate di due anni fa, proprio il campionato in cui Sarri costrinse la Juve a uno sforzo supplementare per battere il Napoli in volata: 27 gol segnati dai bianconeri, 11 più di oggi. La percentuale di conversione di occasioni in gol galleggia sul 10%, come l’Inter, più del Napoli e molto meno dell’Atalanta (oltre 14, dati Opta).


    Il lavoro di Sarri, però, per essere valutato non può prescindere dal valore dei giocatori.
  1. La linea di confine tra la Juventus e le rivali, infatti, si sarebbe dovuta consolidare ulteriormente grazie al mercato. Ma così non è stato, almeno per ora. L’assenza di Chiellini ha avuto un doppio effetto negativo: ha tolto alla squadra il suo leader carismatico e accelerato l’inserimento di De Ligt, sovrastato dal peso del costo di cartellino e ingaggio. Lo spostamento dal centrodestra al centrosinistra della difesa ha provocato l’impeachment da parte di critici e osservatori. L’atto d’accusa è fondato, le incertezze sono numerose e costanti, la postura è timida e impacciata, lontana dall’autorevolezza del ragazzone che arringava la folla di Amsterdam col microfono in mano dominando il palco per celebrare i trionfi dell’Ajax. E la fase difensiva soffre: solo 2 clean sheet nelle ultime 9 tra campionato e Champions. La vera differenza che non c’è, però, è a centrocampo: Ramsey e Rabiot, arrivati a parametro zero, sono ancora a impatto zero. Zero emissioni di entusiasmo, qualità e personalità. La sfida è doppia: recuperare il gallese alla piena integrità fisica e il francese a una maggiore continuità. Quello che è mancato a entrambi, insomma, negli ultimi anni all’Arsenal e al PSG.

  2. Antonio Conte, invece, ha avuto più soluzioni dal mercato. Ma non si accontenta mai e ci tiene a farlo sapere. L’infortunio di Sanchez ha certamente complicato il percorso di avvicinamento al vertice ma il passato non si dimentica e a volte aiuta a vivere meglio: quante volte Spalletti si espose al pubblico ludibrio con Ranocchia centravanti? Non aveva Lukaku e doveva gestire casi spinosi per i suoi 3 big, riconosciuti tali ex post anche da Conte: Icardi, Perisic e Nainggolan, ognuno in altre faccende attapirato, con tempi e modi diversi ma lo stesso, devastante effetto sulla serenità del gruppo. Lo stop col Parma colpisce per come l’Inter si è consegnata al micidiale e conosciuto contropiede avversario, pur essendo passata in vantaggio. Dopo l’assist di Brozovic a Karamoh per l’1-1, gli emiliani hanno colpito con lo schema più collaudato di D’Aversa: lancio lungo per i cavalli vincenti che volano nelle praterie. L’anno scorso Biabiany, quest’anno Karamoh, compagni ideali del fulmine Gervinho. Come per i parametri zero bianconeri, montano i dubbi sulla reale efficacia dell’acquisto di Godin: non ha la tecnica che piace a Conte per impostare né il passo per giocare con più campo alle spalle di quanto ne concedeva l’Atletico di Simeone. Gli spazi ristretti esaltavano i suoi pregi, carica agonistica e fisicità nei duelli; quelli larghi amplificano i suoi limiti di velocità.

  3. Le cadute delle big fanno sempre più rumore delle imprese delle piccole, però i punti di Lecce, Parma e Spal contro le tre favorite per lo scudetto certificano la crescita generale della Serie A rispetto alle ultime stagioni.


    La classe media si è complessivamente rinforzata, la classe operaia lotta e pareggia contro le superpotenze. In questo contesto, non sarà facile per la Sampdoria riemergere dalle sabbie mobili. Le trattative per la cessione del club non contribuiscono alla stabilità dell’ambiente e la speranza principale è che Quagliarella – solo 1 rete su rigore fin qui - prenda il volo in zona gol come l’anno passato: 2 gol nelle prime 9 giornate, 14 nelle successive 11.
  1. Il Napoli ha 4 punti in meno della 9^ giornata 2018/19 e 8 in meno rispetto a due anni fa. Nei suoi primi due anni, pur non facendo meglio di oggi, Sarri aveva limitato il distacco dalla capolista. Andavano più forte le altre, insomma. A Ferrara la dodicesima formazione diversa in 12 gare stagionali ha prodotto un po’ di confusione a fuoco lento nel primo tempo. Gli ingressi di Fabian Ruiz e Callejon (nessuno è indispensabile, tutti sono importanti ma loro un po’ più di altri) ha spinto la squadra all’assalto finale. Inutile. Palo di Fabian e parate di Berisha, determinante come Ospina con lo schiaffo volante al pallone sul colpo di testa di Vicari. Parata fotonica! Il Napoli produce molto ma ha un’efficacia realizzativa inferiore alle altre, su tutte l’Atalanta da sogno di Gasperini che ha segnato all’Udinese più gol in una singola partita che in tutte le 8 precedenti. Come se la Champions fosse un allenamento per il torneo domestico, dove in pochissime riescono a sostenere i suoi ritmi. Domenica prossima sarò a Bergamo per la sfida al Cagliari e sarà uno spettacolo: i favolosi anni ’80 (e ’90) sono tornati per entrambe.