Serie A | Il Punto di Max
04 feb
Serie A
Massimo Callegari
Il punto di Massimo Callegari sulla 22esima giornata di Serie A.

“Benvenuti al SuperClasico, benvenuti alla Bomb…”. No, scusate…devo cambiare il chip. Benvenuti al mio nuovo blog! “Il Punto di Max”, ogni settimana l’approfondimento su Serie A e LIGA, che commento su DAZN. Appunto, per punti. Per il debutto ho scelto subito una due giorni piena di botti e ribaltoni nel nostro campionato. Ecco i più clamorosi, in ordine cronologico.

  1. 75’ in apnea all’Olimpico, il tracollo di Bergamo e lo stop con il Parma: i tre indizi certificano il calo fisico e la prima, vera pausa di rendimento stagionale della Juve. Le gambe pesanti e un vantaggio abnorme sulle inseguitrici hanno tolto ai bianconeri ferocia, applicazione e capacità di lettura delle fasi della partita: le loro doti collettive migliori. Ronaldo è a +5 gol sull’anno scorso in LIGA e a +1 su due anni fa (“segnare in Spagna è facile, la Serie A è un’altra cosa…” multicit.) ma la difesa barcolla e crolla senza i leader storici.



    Rugani aveva confermato già in Coppa Italia i suoi limiti fisici e di personalità, Allegri ha detto che uno degli errori contro il Parma è stato lasciare “uno contro uno” lui e Caceres. I grandi difensori d’Europa però sono abituati alla parità numerica. I titolari della Juve lo sono, le riserve no. E quando troppe seconde linee giocano insieme contemporaneamente, mostrano i loro limiti individuali. Frenata indolore per la classifica della Juve, in attesa dell’Atletico. E se Torino bianconera non ride, Madrid biancorossa piange. Pessima prestazione e ko sul campo del Betis Siviglia, con assenze pesanti eppure non abbastanza per giustificare una sconfitta che può costare la LIGA ai colchoneros: da potenziale -3 a -6 dal Barça.

  2. Hamsik ha salutato il San Paolo e sta per sbarcare in Cina. 12 anni da capitano e uomo simbolo si chiudono con una scelta che sul piano economico accontenta tutti. Il Napoli, che dopo oltre un decennio lo cede per una ventina di milioni; e il giocatore, che ne riceverà 27 in tre anni. Il padre vendette la sua auto per fargli iniziare la carriera, lui ripaga la famiglia e le future generazioni con questo ingaggio mostruoso. E’ stata una grande storia d’amore, con record di presenze e gol. Si esaurisce nel momento giusto, un attimo prima del definitivo tramonto tecnico e atletico di Marek.



  3. SPAL-Torino è stata la partita con più falli del campionato: 51, “primato” precedente disintegrato già al 70’. L’ultima squadra divertente (a folate) di Mazzarri è stato il Napoli di Cavani e Lavezzi: Belotti centravanti di sbattimento, più nella sua che nell’altra metà campo, è un peccato capitale. Per la SPAL è stato più semplice adeguarsi che opporsi alla lotta e l’arbitro Mariani si è confermato uno dei peggiori della Serie A: come poteva non finire 0-0?

  4. San Siro implode con la sua Inter in un’altra settimana di interismo estremo. In cui il tratto caratterizzante non è la “pazzia” della squadra bensì l’attacco dei tifosi ad allenatore e miglior giocatore. Il popolo nerazzurro se la prende con chi comanda (o dovrebbe farlo) in campo e in panchina. E’ successo a un totem come Ibra e al pluriscudettato Mancini, oggi tocca a Icardi e Spalletti. Soli contro tutti. Chiamati, giustamente, a garantire il salto di qualità ma non per questo unici responsabili dell’ennesimo gennaio nero. 3 ko in una settimana causati da errori e omissioni davanti alla porta di Lautaro, Candreva e del capitano e dalla cronica assenza di personalità a centrocampo. Avrebbe dovuto portarla Nainggolan, ma Monchi ha dimostrato di averlo compreso meglio e più velocemente di Spalletti, che pure lo aveva gestito per un periodo più lungo. Il proprio fisico va rispettato, sennò chiede il conto anche agli sportivi superdotati. E lo fa pagare a chi ha investito denaro e fiducia in un leader mai sbocciato.



    La squadra che ha battuto Napoli, Milan e Lazio è dunque smarrita pur restando terza. Il trend è negativo rispetto all’anno scorso (-4): tra le grandi solo la Juve (+4) e il Milan (+2) hanno migliorato il loro rendimento dopo 22 giornate. Napoli e Roma (-6) e Lazio (-14, con una partita in meno e un organico meno completo) hanno fatto peggio dei nerazzurri. Eppure l’emotività del momento – 2 ko, 1 pareggio e l’eliminazione dalla Coppa – travolge tutto. L’anno (italiano e cinese) è iniziato malissimo.

  5. La Roma ritrova il gioco, il Milan si salva coi giocatori: sovrumano Donnarumma, ancora convincenti Paquetà e Piatek.



    Non è bastata una delle migliori prestazioni stagionali ai giallorossi, in uno stadio in parte ostile dopo l’umiliazione di Firenze. Reazione ammirevole, supportata dal coraggio dell’allenatore (Schick dall’inizio con Dzeko) e frustrata dalle solite nefandezze difensive: Fazio aggirato da Piatek sul gol, Olsen sempre poco reattivo e quasi fatale con la sua passeggiata al limite dell’area al 93’. Il pareggio salva e tutela tutti ma c’è altro oltre al risultato. A Gattuso serve una manovra più fluida per non disperdere l’impatto della nuova P2, Paquetà-Piatek: associazione assolutamente legale e alla luce del sole. Per la Roma un segnale di risveglio in attesa della continuità, che sarà la vera differenza nella volata per la Champions.