Partiamo dalla fine, dal meccanismo che viene attivato e soprattutto da quello che viene richiesto “dalla struttura” per giocare a Pachinko: basta ruotare una manopola in senso orario per dare la “potenza” e controllare il modo in cui alcune palline d’acciaio vengono “sparate” automaticamente con la frequenza di circa una al secondo dalla parte destra del Pachinko. Stiamo correndo troppo? Ok, forse è meglio riavvolgere il nastro e arrivare a capire perché è così ipnotico, frequente e soprattutto ritenuto gioco d’azzardo ruotare quella manopola.

Molto spesso, anche a causa della sua diffusione in varie derivazioni in giro per il mondo, il Pachinko viene confuso con un gioco simile alle slot machine a tema videoludico, magari presente nei casinò online*: non è così, anzi. Il noto gioco giapponese si basa infatti sulla stessa logica del flipper - con cui abbiamo familiarità da tempo - ma con la differenza che il Pachinko “sfida la gravità” perché è disposto secondo una logica verticale. È nato come un videogioco, uno di quelli che seguiva la modalità della partita singola e della sfida contro se stessi, ma ormai è molto più diffuso all’interno delle sale casinò come una delle attrazioni più richieste (non solo dagli avventori di origine asiatica). Inizia a schiarirsi un po’ il quadro? Bene, aggiungiamo allora altri tasselli.

La storia e le origini del Pachinko: il flipper diventato gioco d’azzardo

Ideato sul finire della seconda guerra mondiale nella città di Nagoya, situata nell’isola di Honsu - quindi con una storia molto “recente” rispetto a tante altre pratiche che affondano le loro radici nei secoli passati (anche se il momento storico preciso della sua origine è stato più volte messo in dubbio in base alla mancanza di prove e fonti certe) - la parola Pachinko sembra derivare da pachi-pachi, onomatopea che indica lo scoppiettare del fuoco.

Come giocare a Pachinko: girare una rotella e sperare che le cose vadano bene

Dunque proviamo a capire perché viene definito un “flipper verticale” - ossia palline di metallo che vengono sparate a una velocità impressionante nei posti più impensabili. Alla fine però le palline scendono verso il basso (la gravità è pur sempre una forza), dove si trova un foro protetto da due porticine: se queste sono aperte passa una pallina, se sono chiuse ne passano anche 3. La maggior parte tuttavia finisce in fondo nella completa inutilità. Guardare questa sorta di “pioggia di palline” è l’unica azione attiva del gioco, dato che, a parte scegliere quale macchina usare, avrete ben poco controllo degli avvenimenti.

Giocare quindi è semplicissimo e allo stesso tempo complicato da controllare: inserite il denaro, premete un bottone con il quale riempirete la “rampa di lancio” e poi girate la rotella in basso a destra. Ecco qui il riferimento che facevamo all’inizio dell’articolo: più girate la rotella, più forti verranno lanciate le palline. Di conseguenza anche una piccola variazione di forza può cambiare completamente il loro percorso, permettendovi di “ipotizzare” l’eventuale discesa. Il vostro compito è trovare il punto giusto, in modo che la maggior parte delle palline cada nel buco protetto di cui parlavamo prima.

Cosa rende unico il Pachinko e come (e cosa) si vince

Per ogni palla che entra nel buco magico verrete ricompensati con due “premi”: dieci palline gratis e un “giro” alla slot machine a schermo incorporata all’interno della macchina. Il funzionamento è identico alle nostre: se vengono fuori tre figure uguali si vince, solo che nel Pachinko non si hanno fragole, ciliegie o altri simboli, ma numeri. Ma ciò che rende il Pachinko un gioco così unico è quello che viene chiamato Reach: in altri termini, quando vi trovate con due simboli della slot machine uguali siete costretti ad aspettare il terzo: lo schermo si blocca su “Reach”. Inizia una lotta tra il vostro eroe e il gran malvagio: dipende da che macchina avete scelto, per esempio una di Evangelion avrà Shinji contro gli Angeli, una di DragonBall avrà Goku contro Majin buu,  e così via. Ed è quando il comportamento della macchina è diverso che inizia a palpitare il cuore: magari la signorina che prima ballava e basta all’improvviso è ricoperta d’oro, oppure l’autobus che solitamente è blu ora è rosso, le luci della macchina cominciano a roteare. Il tutto diventa una specie di gioco ipnotico e quando sembra che stiate per vincere non c’è molto da pensarci su: avete vinto.

La battaglia a video finisce, avete tre numeri uguali, parte una musica assordante e vi sentite dei Re. Uno spoiler si apre al di sotto del buco magico, vi succhia tutte le palline raccolte fino a quel momento ed ognuna di esse viene convertita con altre dieci. Premete un bottone e quelle sfere usciranno e saranno vostre. Il “Winning Time” dura circa due minuti e se tutto è andato bene avrete nel cestino qualcosa come 5000 yen in palline. In più avrete un’altra possibilità: 100 “giri” gratis di slot machine. Se i numeri son rossi riparte il “winning time” e vincerete ancora di sicuro, se sono blu invece il periodo fortunato riparte ma non è detto che vinciate.

Pachinko: come riscuotere la vincita

Una volta che avrete riempito (se siete fortunati) il contenitore di palline, potete schiacciando un bottone per chiamare lo staff che sostituirà in automatico il contenitore - tenendo da parte le sfere che rappresentano la vostra vincita. Una volta terminato il tutto però, volete riscuotere la vostra vincita: come fare? Giocare a Pachinko per soldi infatti è illegale, infatti a livello di riscossione portate inizialmente a casa soltanto delle sfere - che verranno contate e per le quali riceverete una ricevuta ufficiale. Quella potrai poi essere convertita in cassa in alcune card di plastica solitamente arancione che a loro volta potranno essere “scambiate” per ottenere del denaro. Un’operazione che ufficialmente chi gestisce la sala giochi non può indicarvi (in queste occasioni conviene seguire altri che hanno vinto e trovare il modo di scoprire dove si trova quello che in gergo viene indicato come “negozietto di dolciumi”. Cosa troverete lì? Soltanto una piccola macchinetta elettronica: inserite la card e ritirate il vostro denaro (senza così compiere nessuna operazione illegale).

Il codice di condotta da seguire per chi vuole giocare a Pachinko Per entrare in una Sala Pachinko è consigliato seguire una serie di regole definite come da tradizione da un vero e proprio il codice di condotta. Il Giappone è un paese di antiche tradizioni, dove il rispetto per l’individuo è il cardine della civiltà e della convivenza comune. Questo porta a uno dei principi fondamentali del codice: mai mostrare emozioni quando si gioca a Pachinko. Felicità, rabbia, tristezza e più in generale gesti eccessivi possono in qualche modo influenzare sia in maniera positiva, ma soprattutto in maniera negativa, l’umore di chi ti sta attorno. Si deve quindi applicare un’espressione il più possibile priva di ogni genere di trasporto.

Altra regola fondamentale è quella di non toccare mai le sfere di un altro giocatore: ltre ad essere considerato un gesto maleducato o che potrebbe essere frainteso come tentativo di furto ai danni di chi ci sta intorno (anche perché spesso nella frenesia del gioco non si tiene il conto esatto del numero di sfere a propria disposizione), nella cultura giapponese viene considerato un atto che porta sfortuna. È vietato inoltre utilizzare sfere di Pachinko in una sala diversa da quella dalla quale ci si è approvvigionati delle stesse: per rimediare a questa movimentazione di sfere (inevitabile, visti gli enormi flussi di gioco), molte aziende hanno inciso dei simboli sulle sfere per rendere uniche. Ultima regola molto folkloristica è mettere un oggetto (in genere un pacchetto di sigarette), all’interno del contenitore delle palline della pachislot. Questo fa si che venga prenotata per circa mezz’ora la macchina pachinko senza che nessuno la tocchi o ci giochi.

Le sale di Pachinko in Giappone: più di 17.000 per una valore esorbitante

I locali in cui si gioca a Pachinko di solito sono luoghi super illuminati e rumorosi (una delle caratteristiche del gioco è proprio la generazione di rumore, decuplicata dalla presenza massiccia di giocatori uno di fianco all’altro), tanto che se non si è abituati a quel tipo di ambiente, si corre il rischio di farsi venire un bel mal di testa a restare lì dentro troppo a lungo. In realtà i giocatori sono abituati alla confusione (anche perché, se non lo fossero, difficilmente riuscirebbero a star dietro alle palline) e sono talmente presi dal gioco che spesso nemmeno si accorgono di quello che gli accade intorno.

In tutto il Paese asiatico questo tipo di locali sono tantissimi - secondo alcune stime sono addirittura più di 17.000 - cifre a cui a paragone non basterebbero tutte le nostre sale bingo e quelle slot a raggiungerne il numero. Non esiste una determinata fascia sociale che contraddistingue il giocatore tipo, ci giocano tutti i tipi di persone a partire dalla maggiore età. Queste sale sono popolarissime all’interno del Paese e rappresentano per giapponesi e turisti un luogo d’intrattenimento unico: i dati sono da capogiro, con un indotto di circa 170 miliardi di euro.

Pachinko: il trucco dei giocatori più esperti

Esistono poi delle regole indicate dai giocatori più esperti per aumentare le possibilità di vincita, per un mondo come quello del Pachinko seguito in maniera a dir poco religiosa in Giappone. Eccone alcune:

Scegliete la macchinetta con raziocinio: non buttatevi sulla prima che capita o su quella con il vostro personaggio manga preferito. Ognuna riporta in bella mostra delle statistiche: il numero piccolo indica quante vittorie ci sono state in quel giorno, quello grande il numero di giri di slot machine. Sceglietene una con tanti giri e poche vittorie, ovviamente. Inoltre, premendo il tasto “data” potrete vedere le vittorie dei due giorni precedenti: se una macchina è stata vincente due volte due giorni prima e dieci volte il giorno prima è un ottimo inizio. Se invece è stata vincente 24 volte un giorno e 12 la tendenza non è incoraggiante.

Giocate alle “Shindai”: sono macchinette nuove, quindi non devono essere riempite di soldi prima di pagare qualche giocatore. Sono ottime la prima settimana e buone la seconda. Le trovate pubblicizzate anche sui treni, figuratevi. E ricordate: mai e poi mai giocare in un luogo deserto: se non c’è nessuno, il motivo è chiaro.

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