L’abdicazione del re: Nadal mai così male sul rosso dal 2005!

Aprile 2005: un quasi ventenne Rafael Nadal vince il suo primo Master in quel di Montecarlo al termine di una battaglia durata ben 5 ore contro Coria.

Da allora il campione spagnolo ha vinto ben 11 titoli al Roland Garros, mai nessuno come lui, per un totale di 57 titoli sulla terra battuta che lo rendono, all’unanimità il giocatore più forte della storia del tennis su questa superficie.

Ogni anno da aprile a giugno tutti i tennisti raccolgono solo le briciole quando si trovano ad affrontare Nadal con lo spagnolo capace di distruggere le velleità dei suoi avversari con notevole facilità. Spesso e volentieri le partite si concludono con scarti netti che vedono gli avversari del tennista classe 1986 collezionare pochissimi giochi. Sono poi rarissime le occasioni in cui nell’albo d’oro di un torneo su terra battuta non appare il nome di Nadal, basti pensare che a Parigi nelle ultime 4 edizioni ben 11 hanno visto trionfare il mancino iberico.

Anche quest’anno, come da tradizione, tutti erano pronti a scommettere sull’ennesima campagna trionfale di Nadal sulla terra rossa, c’era chi addirittura pensava che lo spagnolo potesse fare bottino pieno tra Montecarlo, Barcellona, Roma e Roland Garros.

Qualcosa, però, è andato storto, eppure le premesse erano delle migliori. Al primo turno del torneo di Montecarlo, infatti, Nadal affronta Bautista Agut al quale lascia la miseria di due giochi imponendosi con un perentorio 6/1 6/1. Va meglio, ma non di molto, a Dimitrov che riesce a portare a casa 5 giochi nel turno successivo.

Poi qualcosa inizia a cambiare: nei quarti di finale Nadal incontra Pella che lo costringe al tiebreak nel primo set. Semplice giornata no o prime avvisaglie di qualcosa che non va nel “King of clay”?

La risposta la fornisce direttamente Fabio Fognini. Il tennista ligure, infatti, demolisce letteralemnte Nadal imponendosi con il punteggio di 6/4 6/2, risultato che poteva essere ancora più ampio dal momento in cui l’italiano ha avuto tre match points sul 5-0 del secondo set.

Prima sconfitta inaspettata, soprattutto nei modi e nella sostanza, per il campione iberico che però, senza colpo ferire si presenta immediatamente a Barcellona, dove peraltro il campo centrale porta il suo nome, volenteroso di cancellare la parentesi negativa monegasca e di aggiungere un nuovo trofeo alla sua già vasta collezione.

Qui già dall’esordio si intravede che Nadal non è tranquillo: quasi tre ore e 3 set per battere l’esperto Mayer. Per tutti però si tratta più di un problema mentale piuttosto che di gioco o condizione, semplicemente “Rafa” non era abituato a perdere così nettamente sulla terra battuta.

La campagna in terra catalana prosegue con un’altra vittoria tremolante contro Struff fino al momento della verità: l’incontro con Thiem, unico giocatore a batterlo la scorsa stagione sulla terra battuta.

Il match inizia ma Nadal rimane negli spogliatoi, tolamente inerme contro i potenti colpi dell’austriaco che si impone con un doppio 6/4 molto più netto di quanto non dica il punteggio finale.

Primo titolo sfumato, secondo pure per Nadal non resta altro da fare che presentarsi a Madrid davanti al suo pubblico nella speranza di ribellarsi e invertire la rotta. Nella “Caja Magica”, infatti si presenta un giocatore diverso, più arrabbiato e aggressivo. Lo spagnolo sente l’urgente necessità di tornare a trionfare e farlo proprio in Spagna sarebbe qualcosa di stupendo.

16 giochi lasciati ai primi tre avversari, Wawrinka ridicolizzato a suon di vincenti. Nadal, sembra, essere tornato il cannibale della terra rossa che tutti conosciamo.

Lo sceneggiatore però ha previsto un copione con un finale avvincente che, di certo, non farà contenti i numerosissimi tifosi del mancino di Manacor.

In semifinale, infatti, arriva Tsitsipas. Gli scontri diretti dicono 3 a 0 Nadal con il giovanissimo greco mai in grado di impensierire l’avversario. Addirittura a gennaio “Rafa” si impose, agli Australian Open, concendo solo 6 giochi in tre set.

Oggi, però, la musica è diversa e il ventenne greco si porta a casa il primo set. Nadal è un leone ferito che non vuole saperne di arrendersi. 6/2 “Rafa” il secondo set con un solo punto concesso nei turni di battuta al greco. La “Caja Magica” è una bolgia: tutti corrono in soccorso dell’amato Nadal.

Inizia il terzo set con il padrone di casa che sembra aver trovato, finalmente, il bandolo della matassa. Ma così non è: Tsitsipas scappa sul 5/2 con doppio break prima di accusare un po di tensione e cedere un turno di battuta. Poco male perché nel successivo game Tsitsipas, sfruttando le inconsuete incertezze del suo avversario, conclude in match con una vittoria importantissima e scoppia a piangere davanti ad un pubblico impietrito.

Il re è nudo.

Non accadeva da 15 anni che Nadal si presentasse a Roma senza alcun titolo vinto sulla sua terra battuta. L’impossibile è successo.

Ora al 17 volte campione slam non resta altro da fare se non zittire i critici ritornando a fare quello che gli riesce meglio (o forse riusciva) e cioè vincere. Magari già nel Foro Italico dove si presenta da campione in carica. Qualora, però, domenica sul campo Pietrangeli non ci dovesse essere un Nadal festeggiante allora sì che si potrebbe parlare di declino del Re della terra battuta.

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