Tra i tennisti più interessanti degli ultimi anni c’è chiaramente da evidenziare il nome di Daniil Medvedev. Il russo, classe 1996 è bene ricordarlo, nel 2020 si è affermato come uno dei più forti nel circuito ATP. La crescita del giocatore è sotto gli occhi di tutti ed è stata dagli US Open dello scorso anno - in cui è arrivato fino alle semifinali - per poi vincere il Master 1000 di Parigi e l’ATP Finals di Londra in cui ha battuto tra gli altri Thiem, Nadal, Djokovic e le scommesse sportive*.

Il quarto posto nel ranking raccolto a fine anno sembrava già una posizione importante per lui, ma con gli ultimi Australian Open – in cui ha ceduto solo in finale contro Novak Djokovic al suo nono trionfo personale a Melbourne – Medvedev si è regalato il suo best ranking di sempre entrando in Top-3.

Un risultato che non stupisce più di tanto il suo coach, Gilles Cervara, il quale ai nostri microfoni ha affermato che “quello di entrare in Top 3 non è un sogno. Sarà possibile mantenere questa posizione semplicemente se Daniil continuerà a lavorare con il giusto approccio mentale, mostrando maturità giorno dopo giorno, così come partita dopo partita”.

Al russo manca davvero poco per fare il grande passo, ossia quello di vincere uno Slam. Per ora il nativo di Mosca ha perso in finale nel 2019 agli US Open contro Rafa Nadal e – come detto – da Djokovic in Australia. Il tempo, però, è dalla parte di Daniil e anche Cervara non vede l’ora di testare il suo giocatore durante l’anno: “Effettivamente questa è la prova che il giocatore ha fatto un nuovo passo in avanti considerando anche il finale della scorsa stagione. E con questo nuovo upgrade è vicino a poter vincere uno Slam, anche se deve ancora migliorare qualche piccolo dettaglio nel suo gioco”. Sulla finale persa contro il serbo, invece, Cervara ci dice che la sconfitta “è stata una congiunzione di diverse cose. Prima di tutto il livello di Djokovic e la sua determinazione: era ad un livello d’eccellenza. Cosa ha sbagliato Daniil? È difficile per la gente capire gli errori commessi perché si tratta di qualcosa di invisibile in questo caso. Stiamo parlando del giusto livello di energia, anima e fuoco da avere dentro di te in queste occasioni. Sfortunatamente, in finale tutte queste cose non sono state di alto livello…”

 

Anche dal punto di vista mentale Medvedev sembra aver fatto passi avanti, grazie ad allenamenti specifici: “Lavora anche psicologicamente. Senza questo lavoro non riuscirebbe ad esprimersi a certi livelli”. E non importa se nel corso della carriera lo spilungone russo ha dovuto affrontare avversari che l’hanno etichettato in malomodo definendo il suo gioco ‘noioso’ (Tsitsipas 2019, ndr), la verità è che Medvedev non si lascia mai condizionare dall’avversario, come conferma il suo coach: “Il suo gioco ha diverse sfaccettature... e quando scende in campo cerca subito di capire che tipo di mosse mettere in atto per mettere in difficoltà il suo avversario.”

La carriera di Gilles, ad oggi, è strettamente dipendente da quella di Medvedev. L’affiatamento tra i due è chiaramente alto, tanto che nel 2019 Cervara è stato nominato Coach of The Year dall’ATP dopo l’esplosione dell’atleta nel tennis che conta. Per sua stessa definizione il rapporto “non è d’amicizia. Per me questo non è possibile. Ovviamente c’è bisogno di una forte intesa per avere successo e questo è quello che abbiamo.”

Puntare in alto dev’essere l’obiettivo di Daniil che quest’anno sembra avere pochi punti deboli come confermato anche da Cervara: “Cosa potrebbe migliorare? Le voleé e la presenza a rete”. Per il resto stiamo parlando di un top level sotto tutti i punti di vista. Ecco perché quando si parla di obiettivi il coach francese chiude la sua intervista in questo modo: “Deve continuare a lavorare sulla parte mentale e migliorare i dettagli nella preparazione di un match. Ma stiamo parlando di cose ‘normali’ a questi livelli.”

 

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