Nella classifica delle nazioni più vincenti della storia degli Europei, l’Italia siede sul terzo gradino del podio - a pari merito con la Francia - e dietro a Spagna e Germania, che dal canto loro hanno conquistato tre successi a testa nella competizione. Non solo: le Furie Rosse sono l’unica nazione a essere riuscita a farlo in back-to-back, ossia a conquistare due edizione una dopo l’altra (2008 e 2012), mentre la Germania è a secco dal 1996 e può vantare il maggior numero di partecipazioni alla competizione (ben 14). Altra particolarità degli Europei infatti è quella di non aver nessuna nazione che è riuscita a prendere parte a tutte le annate in cui si è disputato l’Europeo, tanto che nei suoi primi formati come competizione prevedeva un numero davvero ristretto di squadre chiamate in causa.

La prima edizione, ad esempio, nel 1960, ha avuto come fase di qualificazione una doppia sfida andata-ritorno come se fossero dei veri e propri ottavi e quarti di finale, che portano poi soltanto quattro squadre a prendere ufficialmente parte al primo Europeo: organizzato in Francia, con le squadre che giocarono a Parigi e Marsiglia, vide impegnati i transalpini, la Jugoslavia, la Cecoslovacchia e l’Unione Sovietica - che si laureò vincitrice del torneo grazie a uno straordinario Lev Jasin. E l’Italia? Fino al 1968 non abbiamo mai preso parte agli Europei, ma quando riusciamo nel 1968 addirittura a vestire i panni del Paese ospitante, arriva anche la vittoria.

La vittoria dell’Italia nel 1968: un successo arrivato da Paese ospitante

A partire dall’edizione del 1968, furono introdotti i gironi eliminatori: le qualificazioni per i tornei del 1960 e 1964, infatti, erano interamente strutturate sull'eliminazione diretta. Le vincitrici degli otto gironi, uno dei quali composto di tre nazionali e gli altri sette da quattro ciascuno, si sarebbero scontrate nei play-off, che avrebbero poi avuto il compito di essere una sorta di quarti di finale, per designare le quattro semifinaliste. Per l’Italia quell’anno la vittoria arrivò nel doppio confronto contro la Bulgaria, portano poi gli Azzurri alla fase finale contro Jugoslavia, Inghilterra (anch’essa alla prima partecipazione alla fase conclusiva della manifestazione) e Unione Sovietica. Proprio contro la corazzata dell’Est l’Italia vive una semifinale per certi versi irripetibile: terminata 0-0 alla fine di una partita in cui la difesa dell’URSS risulta impenetrabile, la partita viene decisa dal lancio di una monetine negli spogliatoi.

È Facchetti che, percorsi di corsa gli scalini del sottopassaggio del San Paolo, corre in campo ad esultare, seguito da tutti gli Azzurri, che chiusi nel loro spogliatoio, sentono distintamente la voce del capitano. Non ci sono più dubbi: l'Italia è in finale degli Europei, la monetina ha scelto la Nazionale di Valcareggi. A quel punto, anche la finale non poteva che essere rocambolesca contro la Yugoslavia: al termine della gara infatti il punteggio dice 1-1 e, stando al regolamento, la partita viene rigiocata perché non erano previsti i calci di rigore. Due giorni dopo, le cose vanno per il verso giusto: 2-0 per l’Italia e primo titolo Europeo portato a casa.

Le delusioni dal 1972 in poi, oltre alle finali perse nel 2000 e nel 2012

Se però in molti si sarebbero aspettati nel giro di pochi anni altre cavalcate trionfali, in realtà poi le cose sono andate in maniera diversa: l’Italia fatica ad accedere agli Europei e soltanto nel 1980 trova il modo di prendersi uno striminzito quarto posto che ci lascia fuori dal podio, nonostante buona parte di quei giocatori riescano poi due anni dopo a vincere il Mondiale in Spagna. Semifinale raggiunta anche nel 1988, senza però riuscire a dare la sensazione di farcela - anche nel 1996, dopo la delusione di quattro anni prima, le cose non vanno tanto meglio.

È invece nel 2000 che la strada sembra spianata per gli Azzurri, che superano le forche caudine di una semifinale contro l’Olanda davvero impossibile da immaginare per la quantità di rigori sbagliati dagli Orange, ma che porta poi alla delusione in finale in cui il Golden Gol di David Trezeguet regala la vittoria alla Francia ai tempi supplementari. Nel 2012 invece, quando ritorniamo a giocare l’ultima gara della competizione, il dominio spagnolo è ben più imponente e ci travolge in un match mai realmente in discussione.

Il ritorno al successo dell’Italia nel 2021: il miracolo dell’Italia di Mancini

Come spesso accade poi, quando meno te lo aspetti, le soddisfazioni e le vittorie arrivano e la seconda vittoria in un Europeo per l’Italia è quella che i ragazzi scelti dal ct Roberto Mancini riescono a raccogliere nel 2021 - nell’edizione arrivata con 12 mesi di ritardo a causa del Covid, riuscendo con la freschezza di un gioco passato fin troppo inosservato a dominare il girone, fare fuori un po’ a fatica l’Austria e dominare poi con il Belgio. Le ultime due sfide invece poi racconta la capacità di resilienza degli Azzurri, che vincono ai rigori prima contro la Spagna e poi contro l’Inghilterra a Wembley: un trionfo che ora i ragazzi di Luciano Spalletti proveranno in tutti i modi a onorare e difendere, consapevoli che le avversarie sono tante, di livello assoluto e decisamente molto agguerrite.

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