L’NBA è già arrivata al giro di boa di metà stagione: l’All-Star Game si avvicina a larghe falcate e le corse-playoff cominciano ad entrare nel vivo. Insomma, il meglio deve ancora venire ma è già possibile cominciare a tirare delle importanti somme a riguardo di quello che questa stagione ci ha già detto.

Abbiamo, quindi, deciso di provare a delineare la corsa per alcuni dei premi assegnati dalla NBA a fine stagione, considerando quanto fin qui visto sui parquet della lega più spettacolare al mondo. Un’operazione divertente che, al contempo, ci aiuta anche a inquadrare i giocatori da continuare a tenere d’occhio nella seconda metà della stagione. Buona lettura!

MVP: è davvero corsa a tre!

Al dualismo tra Giannis Antetokounmpo e James Harden siamo ormai abituati dalla scorsa stagione: il primo è leader indiscusso e il centro di gravità permanente della miglior squadra della lega, il secondo è il miglior scorer di tutta la NBA e il faro di una squadra molto competitiva in ottica playoff. A questi due nomi, però, nell’inizio di stagione 2019-20 si è sommato anche Luka Doncic, che fin qui ha sfiorato la tripla doppia di media e sta trascinando Dallas a una stagione nettamente al di sopra delle aspettative che la vede saldamente in zona playoff a Ovest: un traguardo non da sottovalutare che potrebbe permettere allo sloveno di essere seriamente considerato non solo per il primo quintetto All-NBA ma anche di competere compiutamente per l’MVP. In questo finale di stagione occhio agli exploit di Anthony Davis ma, se al momento gli addetti ai lavori dovessero scegliere il proprio MVP, probabilmente sceglierebbero ancora una volta Antetokounmpo: il nuovo volto di una NBA sempre più globale.

Rookie: sfida a due con un chiaro favorito

La lunghissima assenza di Zion Williamson ci ha privato a lungo del più serio candidato al titolo in quest’annata ma la fortuna ci ha comunque restituito il favore donandoci un rookie assolutamente atipico ma comunque capace di sfidare Ja Morant per questo premio: stiamo parlando di Kendrick Nunn, guardia venticinquenne dei Miami Heat che, dopo un anno di G League, sta mostrando prestazioni assolutamente sfolgoranti in un contesto collettivo ed elettrizzante come quello creato da coach Spoelstra. Il vero favorito, però, non giriamoci intorno, è il rookie dei Memphis Grizzlies: Morant, al momento, è il principale fattore che spinge la squadra del Tennessee in ottica playoff a Ovest e, al contempo, mostra doti da autentica stella ogni notte. Anche grazie all’esplosione del suo talento, avvenuta dopo il suo ritorno da un breve infortunio, Memphis sta letteralmente volando. Ci stupiremmo molto se a fine anno non fosse lui a sollevare il premio.

Defensive Player: è ancora Boston contro Los Angeles!

Il premio di difensore dell’anno è sempre uno dei più difficili da prevedere,soprattutto a metà stagione, ma al momento il favorito sembra poter essere Anthony Davis, tagliato fuori al momento dal podio per l’MVP ma comunque protagonista di un’annata eccellente su due metà campo. Soprattutto in difesa la sua intimidazione ha contribuito nella buona riuscita del sistema dei Los Angeles Lakers e non è da escludere che, dopo la nomination nel 2018, per lui possa davvero arrivare il primo titolo di difensore dell’anno. A contendergli l’alloro, oltre all’eterno candidato e due volte vincitore Rudy Gobert, potrebbe esserci Marcus Smart, assoluto leader difensivo di Boston e autore della propria miglior stagione NBA fino a questo momento. Se la squadra del Massachussetts dovesse continuare la propria solidissima annata non stupitevi di vedere le sue quotazioni per questo premio impennarsi: Smart è forse, al momento, il miglior difensore perimetrale di tutta la lega.

Most Improved: la stella e l’outsider

Eccoci arrivati al premio con cui la NBA annualmente seleziona le sue nuove stelle, quelle pronte a effettuare il balzo definitivo verso l’All-Star Game: insomma, questo è l’identikit che sembra ricondurre a Brandon Ingram, letteralmente esploso nel suo primo anno a New Orleans dopo le difficoltà avute con la maglia dei Lakers. La produzione e il profilo “cool” sembrano indicare lui come netto favorito ma occhio anche a Devonte’ Graham, letteralmente esploso con gli Charlotte Hornets e protagonista di una vera e propria break out season: se ci fosse la possibilità di premiare entrambi, noi lo faremmo!

Sixth Man: vecchie conoscenze e  sorprese

In questa categoria, come ogni anno, il favorito è uno solo: Lou Williams, uno dei migliori sesti uomini della storia della lega. Uno che ha vinto tre volte il riconoscimento e che ha contribuito a cambiare la percezione attorno all’idea di uomo che cambia le partite in uscita dalla panchina. Ancora una volta sta disputando una stagione fantastica, così come Montrezl Harrell, suo compagno di squadra e partner in crime in uscita dalla panchina. Occhio, però, alle straordinarie annate di Goran Dragic e Dennis Schroder in autentiche rivelazioni come Miami e Oklahoma City. Questa, con ogni probabilità, è la categoria di giocatori più aperta alle sorprese, in questo momento!

Coach of the year: gran bagarre!

La qualità tecnica delle guide NBA è molto alta e quest’anno sembra esserci stato un ulteriore balzo avanti: come non citare lo straordinario lavoro di Erick Spoelstra con i Miami Heat, le straordinarie ricostruzione di Brad Stevens a Boston e Nick Nurse a Toronto, l’ottimo impatto di coach Frank Vogel sui Lakers ma anche gli eccellenti risultati ottenuti a sopresa da Billy Donovan? Come vedete lo scenario è molto frammentato ma occhio a coach Spoelstra: se Miami non dovesse portare a casa nessun premio a livello di giocatori NBA, ecco che il suo coach diverrebbe favorito!

Noi vi abbiamo detto la nostra. La stagione, però, è ancora lunga e tutto può cambiare: se volete essere aggiornati su tutti gli stravolgimenti che la NBA subirà nei prossimi mesi continuate a seguirci!

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