Arsenal, Chelsea, Liverpool e Tottenham a giocarsi il trono delle due principali competizioni europee, il Manchester City vicino al Treble domestico (Premier League, Coppa di Lega e FA Cup), gli exploit di Wolverhampton e Watford (anch’esse vicine a qualificarsi per i preliminari di Europa League), la rinascita dello Sheffield United e la possibilità di rivedere nella massima divisione una tra Aston Villa e Derby County: se qualcuno avesse pronosticato tutti questi risultati a inizio stagione, sarebbe stato probabilmente preso per pazzo.

E invece è successo: l’Inghilterra si è presa davvero tutto, portando due squadre in finale di Champions League*, due squadre in finale di Europa League e regalandoci una corsa al titolo tra le più belle ed entusiasmanti di sempre, con il Liverpool obbligato ad accontentarsi del secondo posto nonostante i 97 punti totalizzati. Insomma, se è vero che il calcio è dominato da cicli come quello attraversato dall’Italia negli anni 90 o dalla Spagna nell’ultimo decennio, allora dobbiamo veramente prepararci a vedere le squadre inglesi e l’Inghilterra al vertice per qualche anno a venire.

Al netto di tutti questi risultati, però, la domanda sorge spontanea: com’è stata possibile la scalata del calcio inglese fino al vertice del calcio europeo? Proviamo a spiegarvelo noi.

 

Programmazione

Dall’ultima finale europea tutta inglese, quella datata maggio 2008 che vide affrontarsi Chelsea e Manchester United al Luzniki di Mosca, tutto il movimento calcistico d’oltremanica ha vissuto una lieve flessione negativa, che lo ha portato in pochi anni a dover guardare da spettatore le altre squadre giocarsi le vittorie delle competizioni europee. Il passaggio di consegne è avvenuto metaforicamente proprio nell’estate del 2008, quando la Spagna si è aggiudicata l’Europeo e da lì ha dato il via al proprio dominio incontrastato. Sebbene le squadre inglesi abbiano continuato a dare battaglia e ritagliarsi qualche soddisfazione (il Manchester United è arrivato in finale anche nel 2009, il Chelsea ha vinto la Champions League nel 2012 e l’Europa League nel 2013, il Liverpool ha giocato la finale di europa League nel 2016 e lo United l’ha vinta nel 2017) a livello globale l’immagine dell’Inghilterra è stato rivalutato. Pochi giovani promossi dai settori giovanili alla prima squadra, strutture spesso inadeguate a un processo di sviluppo continuativo e costante: chi stava ai vertici ha capito che qualcosa andava fatto e ha agito di conseguenza.

La Premier League nel giro di pochi anni è diventato il campionato più apprezzato e seguito al mondo grazie a una completa revisione dell’immagine generale della competizione, un cambiamento delle strategie di comunicazione, forti investimenti nelle infrastrutture (stadi e centri sportivi) ma soprattutto maggiore apertura verso nuove idee di calcio. In questo modo, l’Inghilterra ha cominciato ad attrarre giocatori e allenatore esteri, incuriositi dall’immagine che le tv di tutto il mondo davano del suo campionato e di tutte le dinamiche che ci girano attorno. Tifosi e appassionati sono tornati a riempire gli stadi e gli investitori stranieri hanno scelto di dedicarsi solo ed esclusivamente ai loro nuovi giocattoli made in England, migliorandone pian piano le prestazioni e aumentando sensibilmente il gap con gli altri campionati.

Se si è arrivati a questo punto, quindi, è grazie alla lungimiranza e alla programmazione di tutti questi investimenti e attività. I migliori giocatori del mondo vogliono giocare in Inghilterra perché sanno di poter esprimersi al meglio, all’interno di un ambiente tranquillo e convenevole alle loro necessità di calciatori ed esseri umani.

 

Interazione con i tifosi

Pur di arrivare fino a questo punto, è stato necessario sacrificare qualcosa, come capita del resto in qualsiasi tipo di investimento. I prezzi dei biglietti sono aumentati, parte delle tifoserie sono state sostituite da tifosi-turisti e per questo motivo in alcuni stadi ne ha risentito l’atmosfera, calata drasticamente fino a scomparire. La realtà, però, è un’altra: mentre la Premier League continua ad arricchirsi, le società continuano a restare strettamente a contatto con i propri supporters, proponendo e promuovendo attività sul territorio, sostenendo economicamente le associazioni benefiche e mantenendo un’identità che, altrimenti, sarebbe andata via via scomparendo.

Questa coesione e rapporto diretto tra club e tifosi hanno permesso alle singole squadre di beneficiarne. Lavorare e vivere quotidianamente in un ambiente coeso, permette ai giocatori di sgravarsi dal peso della pressione mediatica e performare meglio in campo. I tifosi rimangono sempre al centro del progetto societario, indipendentemente da chi siede al vertice.

 

Pazienza

Una dote fondamentale avuta da coloro che siedono ai vertici del movimento calcistico inglese è senza dubbio la pazienza. Dopo aver rischiato tutto, investendo centinaia di milioni di euro e cambiando radicalmente un sistema già di per sé funzionante, è stata necessaria la giusta dose di pazienza e attenzione per vedere dei risultati concreti. Il calcio moderno spesso non lascia tempo a squadre e società di valutare il proprio operato e le obbliga a trarre conclusioni affrettate, che non rappresentano poi la realtà dei fatti.

Il caso più eclatante è quello di Pochettino al Tottenham, che per anni è andato solo vicino alla conquista di qualche titolo senza riuscire mai veramente a fare il salto di qualità decisivo. Non solo, con la società impegnata nell’investimento relativo alla costruzione dello stadio, all’allenatore argentino è stato dato un budget quasi nullo da spendere sul mercato. Al netto di tutto, però, Pochettino ha continuato a esprimere la sua idea di gioco, ha perseverato nonostante le critiche e alla fine si è preso la soddisfazione di portare gli Spurs a giocarsi una finale di Champions League.

La stagione 2018/2019 è stata probabilmente quella del lancio e dell’affermazione definitiva del calcio inglese in Europa. A beneficiarne sarà sicuramente anche la nazionale, che già lo scorso anno è arrivato in semifinale del Mondiale e che vuole replicare in estate provando a conquistare la UEFA Nations League, con vista sull’Europeo del 2020, la cui finale di giocherà proprio a Wembley. Tutto può essere, ovviamente. Il calcio non è una scienza perfetta ma senza dubbio l’Inghilterra è pronta a tenersi stretto lo scettro di regina ancora per qualche anno.

 

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