Nell’estate dell’anno passato il Portogallo metteva in mostra, nell’Europeo Under19 giocato in Finlandia, probabilmente la generazione migliore, come concentrazione di talento, della sua storia. Sui picchi non è ancora corretto pronunciarsi, anche se ai Rui Costa e Figo, classe ’72, sarà complicato giungere (Cristiano Ronaldo rimane uno straordinario unicum), ma i nati nel 1999 che oggi tangono in tasca il passaporto lusitano possiedono qualcosa di speciale, e non solo perché quell’Europeo lo dominarono, al di là del risultato finale che li premiò nella finale contro l’Italia.

Speciale il talento, speciale la prospettiva. Unica la certezza: il miglior 1999 non passava le mattinate tra le tristi spiagge di Vaasa, nel luglio scorso (“tristi”, certifichiamo noi di Locos che eravamo ovviamente presenti, come ad ogni manifestazione giovanile di livello). Al torneo continentale, non c’era.

“João è demais”.

João Félix aveva già fatto capire di appartenere a un livello superiore, anche se non aveva nemmeno debuttato coi grandi. Si sarebbe preso il proscenio peraltro solo nella seconda parte della stagione quando Bruno Lage, promosso tecnica dalla squadra B a quella principale in sostituzione di Rui Vitoria, gli affida la titolarità al fianco di Haris Seferovic. Sei mesi e la vertiginosa cifra della clausola rescissoria, 126 milioni di euro, viene inserita sull’assegno che l’Atletico Madrid recapita al Benfica: l’intenzione di Rui Costa era di mantenere almeno per un anno il ragazzo prodigio al Da Luz, ma davanti alla repentina crescita e alla folle offerta, ha dovuto evidentemente soccombere.

João Félix segnerà un’epoca, come lo ha fatto e continuerà a farlo Kylian Mbappé. All’orizzonte non esistono fenomeni di tale grandezza ma ci sono tanti giovani in Europa pronti a imporsi ad alto livello.

Locos Por El Futbol, in attesa del via alla stagione 2019/20, mette in fila tutto il talento del Mondo. Iniziamo con la prima puntata andando in giro per il Vecchio Continente ad ammirare tutta l’argenteria. Principali vincoli della scelta dei miglior quindici: meno di 21 anni e nessuna presenza in Champions League. Ecco quindi l’elenco dei 15 gioielli scelti.

Con la preziosa consulenza di Aniello Luciano e di Orizzonte Futebol, cominciamo (rigoroso ordine alfabetico).

Jann-Fiete Arp (Club: Bayern. Passaporto: Germania. Anno di nascita: 2000)

Nelle giovanili, tra nazionali under e Amburgo, era una macchina da gol. Sta diventando un attaccante completo. Giovane, ennesima scommessa del Bayern, quest’anno per l’assestamento, il prossimo, per l’esplosione. Ma magari anticipa i tempi.

Sander Berge (Genk. Norvegia, 1998)

Sente il pericolo e pone rimedio, facendo valere il fisico e la compostezza tattica. In sintesi, un mediano 3.0.

Josip Brekalo (Wolfsburg. Croazia, 1998)

Ala, preferibilmente a sinistra, scuola Dinamo Zagabria pronto a farsi largo nell’Olimpo pallonaro a suon di dribbling e tese conclusioni dalla distanza.

Giorgi Chakvetadze (Gent. Georgia, 1999)

Centrocampista offensivo tecnico, rapido e versatile. Strappi, accelerazioni, letture. Sulla linea dietro la punta o nei tre in mezzo al campo. Può fare tutto: la scuola caucasica batte finalmente un colpo.

Rayan Cherki (Lione. Francia, 2003)

Nuovo enfant prodige del calcio transalpino. Scatti poderosi e tecnica finissima sulle orme di Mbappé

Ferran Torres (Valencia. Spagna, 1999)

Esterno con corsa e qualità. Uno contro uno e capacità di segnare le gare: è stato l’MVP dell’ultimo Europeo under 19 in Armenia.

Florentino Luis (Benfica. Portogallo, 1999)

Ha la corsa dell’interno e la capacità di gestire palla e ritmi da play basso. Campione d’Europa col Portogallo nel 2018, è pronto a prendersi il centrocampo del Benfica. E poi di una super big di Inghilterra e Spagna.

Mason Mount (Chelsea. Inghilterra, 1999)

Un numero 10 pronto a regalare magie un po’ ovunque per il campo. Tra le perle del nuovo e vincente corso inglese. Torna al Chelsea dopo i prestiti a Vitesse e Derby County. Deve incidere.

Abdülkadir Ömür (Trabzonspor. Turchia, 1999)

Una scheggia impazzita fatta di fibre elastiche ed eleganza. Quando cambia passo, col quel sinistro calamitico, è difficile arginarlo.

Pedro Porro (Manchester City. Spagna, 1999)

La migliore spinta a destra giovane del vecchio continente. L’idea che in Catalogna abbia sempre giocato come quinto, ha posto qualche dubbio ai nostri operatori di mercato, non a Guardiola che, permettete, è un filo avanti e lo ha introdotto in orbita City.

Rafael Leão (Milan. Portogallo, 1999)

Attaccante con l’unico limite nel cielo: sa leggere il gioco, ha tecnica da attaccante moderno e sta imparando a gestire al meglio il suo corpo in campo. Intelligente investimento del Milan

Oumar Solet (Lione. Francia, 2000)

Centrale difensivo elegante e con buonissima capacità nella costruzione. Rapido nelle chiusure e nelle letture in campo aperto. Una delle migliori cose viste all’ultimo Europeo U19. Ha tutto per diventare un super.

Andreas Skov Olsen (Bologna. Danimarca, 1999)

Ala destra, piede invertito, spiccato fiuto per il gol. La corsa non è mai stata un problema, così la coordinazione nonostante i quasi 190 centimetri. Consolidamento caratteriale permettendo, solito colpo di genio di Walter Sabatini.

Dominik Szoboszlai (Red Bull Salisburgo. Ungheria, 2000)

La vera grande speranza magiara. Prima trequartista poi interno: qualità palla al piede e stazza fisica. Eleganza innata, qualche concessione anche a portare via la palla con la suola.

Yari Verschaeren (Anderlecht. Belgio, 2001)

Intuisce e domina il gioco, a testa alta. Corsa e circolazione della palla fluida, si sta ritagliando (e creando) spazi da mezzala “libera” nel 4-3-3 di Kompany. Appena arriva ai sedici metri sa rifinire ma non ha problemi a trovare la porta.

Prossima puntata: il Sudamerica, e altri 15 talenti.

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