Conquistare l’accesso in Serie A è ambizione che ogni anno almeno una decina di squadre nutrono con interesse, facendo investimenti in campo e fuori e provando a costruire la giusta mentalità a livello di spogliatoio per non farsi trovare impreparati in un campionato come quello di Serie B spesso pieno di insidie, un po' come il mondo delle scommesse Serie A*. Quest’anno ad avere la meglio al termine di un percorso lunghissimo e molto emozionante sono stati Parma, Como e Venezia - con quest’ultima che, come vedremo, ha dovuto penare più delle altre per arrivare a prendersi l’accesso nella massima serie.

La squadra emiliana infatti ha dominato il campionato, chiudendo al primo posto a quota 78 punti, giocando un grande calcio e riuscendo a mettere il naso avanti anche rispetto al Como - seconda forza del campionato, con Cesc Fabregas in panchina e tornata a respirare l’aria della Serie A 21 anni dopo l’ultima retrocessione datata 2003. Per il Venezia invece, che pure ha chiuso sul terzo gradino del podio la Serie B con i suoi 70 punti, il percorso è stato ben più intricato.

Il Venezia torna in Serie A: la squadra uscita vincitrice dai playoff

Come funzionano i playoff di Serie B? Oltre alla promozione diretta infatti, è prevista una seconda modalità che riporta nuovamente le squadre in campo: per i club che si sono piazzati dalla terza fino all’ottava posizione, bisogna disputare invece i playoff: un vero e proprio mini torneo che si disputa al termine della stagione regolare dalla quale una sola squadra ne uscirà vincitrice: quella che poi diviene la terza promossa della Serie B. Le modalità con cui si creano gli accoppiamenti sono molto semplici e assomigliano a quelle della NBA e più in generale degli sport americani: la quinta classificata affronta l’ottava, mentre la sesta gioca contro la settima.

Dalle vincitrici di questi quarti di finale “a metà”, disputati in gara singola nel campo delle squadre che si sono piazzate meglio al termine della stagione, vengono fuori i nomi delle semifinaliste che vanno poi a sfidare rispettivamente terza e quarta classificata del campionato. Le semifinali si disputeranno su entrambi i campi in un doppio confronto andata e ritorno, così come la finale. Tutto normale, quindi, tranne un fattore che differisce quando si parla di spareggi - e che, giustamente, tiene conto del pregresso maturato nei mesi in cui le squadre hanno a lungo battagliato. In questi match, in caso di parità al termine dei novanta minuti, vengono disputati i tempi supplementari: se la mezz’ora extra non basta a risolvere la situazione di parità, però, non vengono calciati rigori: a passare il turno, infatti, in quel caso è la squadra meglio piazzata al termine del campionato.

Un percorso ad ostacoli che non ha fermato quindi la corsa del Venezia, che contro lo Spezia nell’ultima gara di campionato ha visto svanire i sogni per una qualificazione diretta nella massima serie e, aspettando poi i risultati delle prime partite playoff, si è ritrovato ad affrontare il Palermo in un doppio incrocio andata/ritorno in cui la squadra veneta ha conquistato un doppio successo - accedendo così alla super sfida contro la Cremonese. A quel punto, dopo il pareggio per 0-0 in trasferta all’andata, al Venezia sarebbe bastata un’altra gara senza sconfitta, ma alla fine nella vittoria per 1-0 il gol decisivo è stato segnato al 24esimo minuto dall’attaccante danese Christian Gytkjaer. Il Venezia torna così in Serie A dopo due stagioni in Serie B (nel 2022 retrocesse dopo una sola stagione dalla precedente promozione).

Quanto guadagna una squadra promossa in Serie A

Con l’accordo triennale che comprende le stagioni che vanno dal 2022 al 2025, ai club verranno distribuiti ogni annata 940 milioni di euro di diritti tv - dal luglio 2025 si ricalcoleranno poi le cifre in base al nuovo accordo. A questa cifra poi, andrebbero aggiunti i paracaduti e le mutualità alle leghe inferiori: per capire come funziona bisogna definire la ripartizione definita per legge su come vengono divisi i diritti TV: una quota pari al 50% spetta in misura identica a tutte le società partecipanti al campionato di Serie A - circa 470 milioni; un’altra del 15% sulla base della classifica e dei punti conseguiti nell’ultimo campionato - circa 140 milioni; una terza quota pari al 10%, sulla base dei risultati conseguiti negli ultimi cinque campionati - circa 94 milioni; il 5% in funzione della graduatoria formata tenendo conto dei risultati sportivi conseguiti a livello nazionale e internazionale dalla stagione sportiva 1946/47 alla sesta antecedente a quella di riferimento - circa 47 milioni; un’altra quota pari all’8% relativa all’audience televisiva certificata da Auditel - circa 75 milioni; il restante 12%, sulla base degli spettatori paganti che hanno acquistato il titolo di accesso per assistere alle gare casalinghe disputate negli ultimi tre campionati - circa 113 milioni (cifre degli spettatori riferite al triennio 2017/18, 2018/19 e 2019/20 come deciso dai club della Lega Serie A). 

Facendo una stima quindi la promozione in Serie A vale come minimo 26 milioni di euro considerando la parte distribuita in maniera equa tra i 20 club e le quote singole suddivise in base alla serie di parametri visti in precedenza: a queste somme va aggiunto poi anche il cosiddetto "paracadute", ovvero la somma prevista in caso di retrocessione - che nel caso di una neopromossa bisogna tenere in considerazione: si oscilla tra un minimo di 10 milioni in caso di ritorno immediato in Serie B e un massimo di 25 milioni che scattano dopo una permanenza di almeno tre anni nel massimo campionato negli ultimi quattro anni. Insomma, un buon tesoretto per pensare di iniziare a investire per far crescere questi nuovi club che si affacciano in Serie A.

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