Il calcio è fatto di tanti aspetti e non è un caso se talvolta le scommesse sul calcio* vengano influenzate dal morale dei calciatori, affascinati dalle promesse di stipendi spropositati o magari delusi perché si ritengono sottostimati. Andiamo a scoprire dunque quali sono gli stipendi delle squadre di Serie A, squadra per squadra!

Stipendi delle squadre di Serie A: fisso e bonus

Gli stipendi dei giocatori e degli allenatori di Serie A sono spesso difficili da calcolare, perché molti contratti prevedono una parte fissa ed un’altra variabile, legata a bonus per il rendimento individuale o per obbiettivi di squadra eventualmente raggiunti. Comunque un’idea di massima è possibile averla ed è evidente, come suggerisce anche la logica, la correlazione fra il monte ingaggi e la posizione della squadra in classifica. In qualche stagione possono esserci eccezioni, ma nel medio periodo le squadre più forti hanno gli ingaggi più alti. O, se preferiamo, i giocatori e gli allenatori con gli ingaggi più alti rendono le squadre più forti.

Stipendi delle squadre di Serie A: le prime posizioni

Comunque sia, nella stagione 2019-2020 la prima squadra italiana per ingaggi è la Juventus con 294 milioni di euro lordi fra tutti, di cui 60 per il solo Cristiano Ronaldo. Al secondo posto, molto distanziata, l’Inter con 139 milioni e al terzo la Roma con 125.

Appena fuori dal podio il Milan con 115, poi Napoli con 103 e Lazio con 72. Seguono Torino (54), Fiorentina (50), Cagliari (44) e Bologna (41). Poi Genoa, a quota 40, Sampdoria e Atalanta a 36, Sassuolo 35, Lecce 32, Parma 31, Spal e Udinese 30, Brescia 28, Verona 25.

Stipendi delle squadre di Serie A: gli effetti sulla classifica

L’unica anomalia è l’Atalanta, squadra arrivata nei quarti di Champions League, mentre il Milan ha senz’altro fatto peggio di quanto fosse nelle sue potenzialità. Ma al di là delle considerazioni sportive legate all’attualità, che possono cambiare di settimana in settimana, è oggettivo che gli stipendi lordi della Juventus siano superiori a quelli di Verona, Brescia, Spal, Udinese, Parma, Lecce, Sassuolo, Sampdoria e Atalanta messi insieme. In altre parole, la squadra campione d’Italia muove soldi come 9 sue concorrenti (fra cui una da Champions League) in totale. È quindi chiaro perché il lavoro dell’allenatore del Verona non può essere valutato con lo stesso metro di quello dell’allenatore della Juventus, o quello del Brescia con lo stesso metro di quello dell’Inter.

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