Palermo è una delle più grandi città italiane, un centro culturale e storico di riferimento non solo in Sicilia e nella nostra nazione, ma nel mondo intero: da lì il passo per arrivare a imporsi a livello sportivo non è mai stato semplice - soprattutto nel mondo del calcio. Il Palermo però e il suo legame con i colori rosanero e con un simbolo come quello dell’aquila resta simbiotico e aneddotico nella consapevolezza degli amanti del calcio. Ma come si è arrivati a questo logo e simbolo? Scopriamolo insieme.

L'aquila come simbolo della città (e della squadra di calcio)

Emblema del comune, capoluogo della Sicilia e dell'omonima provincia è uno scudo con lo sfondo rosso dove compare la corona della città e al centro del quale si trova un'aquila dorata, ad ali aperte che, fra gli artigli, ha la legenda “S.P.Q.P.” (Senatus PopulusQue Panormitanus- Il Senato e il Popolo di Palermo). Sull'origine dello stemma esistono diverse teorie. C'è quella sostenuta dall'umanista Pietro Ranzano, che lo fa risalire all'età romana e un'altra che lo riconduce ad una concessione da parte di re Guglielmo I di Sicilia, del 1154.

Il Palermo calcio invece, dal canto suo, ha cambiato diverse volte la sua immagine. Lo stemma dei primordi era biancoblù, con banda diagonale su cui campeggia la scritta Palermo F.B.C., ovvero Foot Ball Club (con la separazione nella parola che ben racconta quanto sia datata quella scelta). Al di sotto, la dicitura “Costituito nel 1898”. Infatti la storia calcistica cittadina sembra abbia origini inglesi, risalenti alla fine diciannovesimo secolo. Non a caso, si racconta di un “Anglo Panormitan Foot Ball Club” del 1897. Comunque, al di là di tutto, bisogna ricordare che lo statuto ufficiale di fondazione riporta la data 1 novembre 1900. Successivamente, nel 1929, si passa ad un rombo rosanero, in stile futurista, opera del pittore Giuseppe Rizzo. Tre anni più tardi, in occasione della promozione in serie A, il presidente Barresi fa sostituire il rombo con un'aquila dorata, che ha un rametto d'ulivo tra gli artigli. Nel 1947 è il patron Stefano La Motta a optare per l'aquila su uno sfondo rosanero. Ben 32 anni più tardi il rapace è stilizzato, sempre in un rombo e, ancora, con la rinascita della compagine, nel 1987, l'uccello, bianco, finisce su di uno scudo rosanero. Un passaggio su cui conviene soffermarsi per analizzare le ultime e più recenti evoluzioni.

Evoluzioni dello stemma e del logo del Palermo negli ultimi decenni

Dopo la radiazione del 1986 per motivi economici, si decide dunque di rivoluzionare lo stemma nel 1987 sotto la presidenza Lagumina (dando così una sterzata che poi diventerà decisiva nel modo di rappresentare il Palermo. Si realizza uno scudo rosanero con al centro un'aquila con la testa bianca (simbolo di purezza) rivolta a sinistra, su bande trasversali rosanero e in alto la nuova denominazione: U.S. Palermo 1987. Nel 1991 con la presidenza Ferrara si cambia ancora una volta e in un ambiente reso euforico dalla possibile promozione in serie B, il simbolo è ancora una volta un'aquila che spicca il volo ad ali alte (come fosse pronta a spiccare il volo verso nuovi successi) con gli artigli in basso sopra uno scudetto a strisce verticali rosanero. Tutto iscritto in un doppio cerchio rosanero e sotto la denominazione U.S. Palermo.

Un simbolo che non cambierà molto nel corso degli anni a venire fino alla sostituzione del 1995 dell'aquila che spicca il volo con quella classica simbolica della Città di Palermo. Nel 1996 sostituito con l'attuale simbolo dal look molto moderno che unisce a tutto ciò la nuova denominazione U.S. Città di Palermo. L'ultimo cambiamento dello stemma avviene nell'era Sensi-D'Antoni. Nel bel mezzo di una grande rivoluzione societaria, il 20/06/2000 cambia il simbolo dei rosanero: su uno scudetto metà rosa e metà nero, spicca il volo un'aquila dorata molto stilizzata, con sopra la denominazione U.S. Città di Palermo, un simbolo che non si allontana molto dall'aquila del comune di Palermo. Quello a cui tutti ci siamo ormai abituati, in attesa di rivedere la squadra siciliana tornare sui più importanti palcoscenici nazionali.

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