Poche squadre nel corso dell’ultimo secolo - la Roma compirà i suoi 100 anni nel 2027 - possono vantare una coerenza e una continuità come la squadra della Capitale, da sempre giallo e rossa e rappresentata dalla Lupa che è anche il simbolo del comune di Roma. Ciò però non nega il fatto che l’evoluzione di abbinamenti, scelte e forme abbia garantito alla AS Roma si essere sempre al passo con i tempi - mantenendo una linea apprezzata non solo dai tifosi giallorossi, ma spesso scelta e vestita anche da semplice appassionati di calcio. Non a caso proprietà statunitensi hanno deciso di investire su una piazza e su simboli del genere, conviti della modernità di un messaggio e di colori di cui adesso andiamo brevemente a indagare la storia e il percorso.

Lo stemma della A.S. Roma: storia e significato del logo

A guardare il primo stemma della Roma, torna in mente subito l’ultimo - in una continuità stilistica che già prima abbiamo provato a spiegare: un logo triangolare, uno scudo occupato nella metà superiore dalla lupa capitolina con uno sfondo giallo, mentre nella parte inferiore erano riportate le tre lettere “ASR” con il colore rosso a far risaltare la scritta a sua volta gialla. Uno stemma che piace subito al pubblico alla squadra, tanto da essere lanciato nel 1927 e resistere fino agli anni ’70 - senza però comparire sulla maglia di gioco. Eccezione fa una coccarda rossa, apposta in epoca fascista sulla difesa per circa un decennio (quasi tutti gli anni ’30) e saltuariamente fino al 1960: un tondo con le tre iniziali o in alternativa la scritta “A.S. Roma” - sempre in giallo, senza cambiare i colori di riferimento.

La squadra però aveva un problema bello grosso: l’A.S. Roma infatti non poteva registrare come logo la lupa capitolina, perché il comune della capitale non dava il permesso (avendo il patrocinio su quel simbolo). Cosa fare quindi? Nel 1978 venne istituito un nuovo ufficio di pubblicità, incaricato di scegliere un nuovo logotipo - avviando una campagna moderna nei modi e soprattutto relativamente ai tempi. Il risultato fu quello che è conosciuto come “lupetto” - la società aveva deciso di chiamarlo “lupacchiotto”, ma poi ebbero la meglio le consuetudini della gente - è presto diventato un elemento simbolico della storia romanista: la sua prima applicazione, dal 1978 al 1980, lo vide inscritto in due cerchi concentrici, uno giallo e uno rosso. Nel corso degli anni furono ideate nuove varianti di questo stemma: quella in uso nelle divise dal 1980 al 1991 lo declinò in bianco dentro uno stemma circolare rosso, poi dal 1991 al 1996 il lupetto fu prima giallo e poi arancione, infine nella stagione 1996-1997 il lupetto fu incorniciato in uno scudo rosso bordato di arancione.

La svolta poi arrivò il 20 luglio 1997, grazie a un accordo con il comune che ha permesso di riproporre in una nuova forma il simbolo con la lupa capitolina: cambiato tre volte (per gli 80 anni, nel 2007, anche scomparso per lasciare spazio a un cuore sagomato di dubbio gusto), è rimasto il più identitario dei riferimenti per una squadra molto legata alla città - che ha cercato il più possibile di mantenere una coerenza stilistica anche guardando al “font” della scritta AS Roma; modificato per l’ultima volta nel 2020, cercando di dare una sferzata a riguardo e una nota di modernità.

A.S. Roma: l’evoluzione della prima divisa e l’inno della squadra

Ce l’abbiamo in mente tutti: maglia rossa, calzoncini e calzettoni dello stesso colore, con finiture gialle (sarà così anche nella stagione 2022-23). Questo lo stile della divisa della Roma, che a guardare bene l’evoluzione nel corso dei decenni, è riuscita a mantenere un’invidiabile coerenza - con un unico grande spartiacque: quello dei calzoncini, bianchi per decenni (con l’eccezione del triennio 1951-54, quando furono neri), per poi virare sul rosso dalla stagione 1980 e alternare poi la scelta (se ricordate l’anno dell’ultimo Scudetto, quello del 2001, la prima maglia ufficiale della squadra della Capitale aveva di nuovo i calzoncini bianchi - poi mantenuti fino al 2016). Il resto - al netto delle finiture gialle e di qualche passaggio in arancione per spezzare la monocromia - è rimasto identico.

L'inno ufficiale della Roma è “Roma (non si discute, si ama)”, con il testo di Antonello Venditti e Sergio Bardotti e la musica di Antonello Venditti e Giampiero Scalamogna (meglio noto con il nome d'arte di Gepy & Gepy). La canzone è in uso dal 1974 ma, nella stagione 1977-1978, venne sostituita da “Forza Roma Forza Lupi” di Lando Fiorini, pare per volontà dell’allora presidente Viola che non gradiva avere un inno composto da un cantautore all'epoca politicamente esposto come Venditti. “Forza Roma Forza Lupi” venne a sua volta sostituito da “Grazie Roma”, composto sempre da Antonello Venditti nel 1983 in occasione della vittoria del secondo scudetto giallorosso. Dal 1994 si è poi passati alla conformazione attuale: “Roma (non si discute, si ama)” è l'inno ufficiale, mentre “Grazie Roma” viene diffuso al termine di ogni partita casalinga.

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