Il calcio femminile, per anni finito nel dimenticatoio e per lo più sconosciuto al grande pubblico, sta conquistando sempre più attenzioni e affetto da parte di spettatori che - spunti dal traino della Nazionale - si sono affacciati a un nuovo modo di intendere il calcio e lo sport. La crescita che il calcio femminile ha avuto in questi ultimi anni ha portato anche ad un aumento degli stipendi delle calciatrici. L’ingresso dei grandi club calcistici nel femminile ha permesso alle giocatrici di poter svolgere la professione di sportive a tempo pieno, nonostante lo status di dilettante. La possibilità per le atlete di allenarsi tutti i giorni, in centri di allenamento moderni e con staff altamente specializzati, ha dato un grosso impulso alla carriera e più in generale alla capacità di attrazione di un movimento che vuole crescere attraverso le sponsorizzazioni. La strada per un futuro più luminoso è stata comunque tracciata a prescindere, grazie anche al percorso individuato dalla Federcalcio – su proposta del presidente federale Gabriele Gravina – per il riconoscimento del professionismo, a partire dalla stagione 2022/2023. Ma in attesa di vedere cosa cambierà, possiamo capire a quanto ammontano gli ingaggi per le calciatrici che militano nel massimo campionato italiano. Con il passaggio alla Divisione Calcio Femminile e l’inizio del campionato 2018-19 ci sono state alcune novità che hanno migliorato la condizione economica delle giocatrici delle due serie maggiori.

I limiti agli stipendi: non si possono superare i 30.568 euro all’anno

Oggi però le giocatrici tesserate non sono ancora qualificate come professioniste, questo perché il calcio femminile non rientra nella Legge n. 91 del 23 marzo 1981, di conseguenza è esclusa per loro ogni forma di lavoro subordinato ma anche autonomo. Questo comporta che una calciatrice non può usufruire per contratto di tutta una serie di tutele, di tipo sanitario, assicurativo e pensionistico. Tra la società di calcio e la calciatrice non vige un vero e proprio contratto, come succede per gli ambiti in cui agiscono i professionisti. Gli ingaggi sono regolati da accordi di tipo economico e inquadrati giuridicamente dalle Norme Organizzative Interne della FIGC.

Tali norme impongono un limite per quanto riguarda gli accordi. Le società di calcio femminile non possono sottoscrivere accordi che prevedono importi superiori a Euro 30.658,00. Possono tuttavia esserci dei bonus e dei rimborsi che le giocatrici possono percepire, come ad esempio le indennità di trasferta, che però non potranno superare il tetto di 61,97 euro al giorno, per un massimo di cinque giorni alla settimana durante il periodo di campionato. Per i premi e i bonus legati all’attività agonistica invece, non possono essere superiori a 77,47 euro per ogni prestazione. Cifre insomma ben lontane da quanto incassato dai colleghi uomini. Riassumendo, il massimo che potrebbe ricevere una calciatrice in Italia si aggira sui 40.000 euro lordi all’anno. Come detto però, si tratta della cifra massima raggiungibile. Fatti i conti, infatti, il risultato è che in media una calciatrice in Serie A guadagna intorno ai 15 mila euro lordi annui. L’unica possibilità di vedere lievitare (al momento) il proprio guadagno al momento è la possibilità di sottoscrivere contratti di sponsorizzazione o di altro tipo, anche scollegati dal terreno di gioco.

Le differenze di stipendio con le grandi calciatrici internazionali

Restando in ambito internazionale, la domanda è: chi è la calciatrice più pagata al mondo nel 2020 (ultimo anno di cui sono a disposizione i dati consolidati)? Ovviamente si tratta di un'attaccante, che nella fattispecie risponde al nome dell'australiana Samantha Kerr, prelevata dal Chelsea dai Chicago Red Stars e arrivata a guadagnare 726.500 euro a stagione. Cifre che, di fatto, hanno letteralmente sconvolto quelle del 2019: la Kerr, infatti, ha quasi doppiato la collega fino a quel punto più pagata, ovvero la "star" americana Alex Morgan (408.00 euro), che però resta la calciatrice più pagata al mondo. Com'è possibile? Semplice, grazie ai guadagni collaterali degli sponsor, ancora più fondamentali e impattanti nel mondo del pallone femminile rispetto a quello maschile: grazie infatti alle partnership con brand come Nike, Coca-Cola, Volkswagen e AT&T, la punta campionessa del mondo nel 2019, arriva a percepire la bellezza di 4.6 milioni di dollari l'anno (3.88 milioni di euro). Ricordiamo l'aspetto fondamentale che il "soccer", negli Usa, viene considerato primariamente sport in rosa, su cui si sono investite cifre imparagonabili rispetto a qualsiasi altra parte del mondo ed è quindi normale che oggi, l'evoluzione del calcio femminile a stelle e strisce abbia toccato, oggi, picchi quasi irraggiungibili.

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