José Mourinho in passato ha affermato che la Champions League è la competizione più bella che c’è nel mondo del calcio, anche sopra la Coppa del Mondo, perché le migliori squadre possono comprare i giocatori più forti del globo concentrandoli in un’unica squadra.

Dal 1992, dalla nuova denominazione del torneo (da Coppa dei Campioni a “Champions League”, ndr), ogni singolo match ha visto in campo almeno una stella internazionale.

Ma di tutti i grandi che hanno giocato sul più grande palcoscenico calcistico per club, chi è il più forte?

I nostri redattori – Tom Bowles, Tom Clee, Adam Drury, Jack Green e Will Rook – hanno creato una speciale classifica per arrivare a decretare un vincitore.

Ovviamente non può essere una lista soggettiva e, dietro, c’è un sistema con cui abbiamo costruito la graduatoria.

Abbiamo classificato ciascun giocatore in base a quattro categorie e assegnato loro un punteggio compreso tra 1 e 10. Le categorie sono:

Presenze

Questo passaggio è semplice. I giocatori ricevono 1 punto ogni 18 partite giocate in Champions League.

Iker Casillas è l'unico giocatore a ricevere 10 punti in questa categoria poiché conta 177 presenze nella massima competizione europea.

Vittorie

Un altro passaggio semplice. Ogni giocatore che ha vinto una Champions League accumula 2 punti. Per ricevere questo score, però, devono aver giocato la finale.

Solo un giocatore ha ricevuto tutti i 10 punti: il cinque volte vincitore della Champions, Cristiano Ronaldo. 

Momenti iconici

In questa categoria invece abbiamo assegnato un punteggio per ogni ‘momento iconico’ collezionato da un determinato giocatore. Ad esempio, il balletto di Ronaldinho da fuori area contro il Chelsea e il suo successivo gol di punta.

Per questo motivo abbiamo assegnato 8 punti ad Ole Gunnar Solskjaer per la vittoria della Champions storica in maglia Manchester United nella finale del 1999 a tempo scaduto. Otto punti anche per Sergio Ramos, il quale si è reso decisivo in diverse partite pur non avendo collezionato veri e propri momenti iconici (anche se il gol allo scadere contro l’Atletico Madrid potrebbe già valere la carriera, ndr).

Legacy 

L'ultima categoria riguarda l’impatto che ha avuto un giocatore in Champions League durante la sua carriera.

Abbiamo assegnato punti in base all’effettivo contributo che un determinato giocatore ha portato alla sua squadra, eventuali riconoscimenti o pietre miliari che vengono ricordate ancora oggi.

Giocatori influenti che vengono subito in mente sotto questo punto di vista, sono Xavi, Sergio Ramos e Kakà.

I giocatori che invece non si sono comportati altrettanto bene in questa categoria sono stati quelli che hanno interpretato ruoli minori o sono stati messi in ombra da altre stelle della loro squadra, come Karim Benzema con Cristiano Ronaldo.

La presa in considerazione di queste 4 categorie ha quindi determinato la speciale classifica che vedrete di seguito. Quindi, eccola qui: la lista dei 50 migliori giocatori che abbiano mai giocato in Champions League.

50. THOMAS MULLER 

Raumdeuter (sostantivo): interprete dello spazio, Thomas Muller.

Non proprio un attaccante, ma non un numero 10, Muller ha letteralmente inventato la sua posizione.

È, secondo le parole del manager tedesco Joachim Low, "un giocatore molto poco ortodosso" che è "impermeabile alle pressioni".

Il concetto si è reso evidente durante la finale di Champions League del 2012 quando ha giocato sul terreno di casa mantenendo una certa freddezza alla situazione di fronte ai tifosi del Bayern Monaco.

In quell’occasione finì male, dopo i calci di rigore contro il Chelsea, ma l’anno successivo Thomas ha raggiunto la vittoria finale. Ecco perché merita il posto d’apertura in questa classifica.

49. ERIC ABIDAL

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Solitamente quando parliamo di sport, il dolore fisico e la sofferenza, come "metatarsale fratturato", “rottura del legamento crociato" e "Tendine d’Achille rotto", sono considerate frasi calcistiche normali come se stessimo parlando di concetti non gravi.

Occasionalmente, tuttavia, accade qualcosa di abbastanza significativo da ricordare ai tifosi che i calciatori sono, oltre ad atleti ben pagati, soprattutto esseri umani con le loro fragilità.

Nel marzo 2011, Abidal, il terzino sinistro titolare del Barcellona, ​​è stato operato dopo che gli era stato diagnosticato un tumore al fegato. Aveva il cancro.

Tre mesi dopo, il suo club vinse contro il Manchester United per la seconda vittoria in 3 stagioni. 

Abidal giocò tutti i 90 minuti.

Come riconoscimento del suo rientro ricordiamo come Carles Puyol diede ad Abidal l’onore di sollevare il trofeo, un momento che il leggendario capitano del Barcellona in seguito descrisse come il più speciale della sua carriera.

48. JAVIER ZANETTI

 Bryn, lo zio di Gavin & Stacey dice sempre: "Non è questione di quanti anni hai, è quanto sei vecchio", e questo è certamente il caso di Zanetti.

L’argentino ha speso 19 anni all’Inter, di cui 13 come capitano della compagine, ma è la parte finale della sua carriera che gli ha permesso di posizionarsi in questa lista.

Zanetti ha guidato l’Inter nel trionfo in Champions League datato 2010 quando aveva 36 anni, rendendolo il secondo capitano più vecchio nella storia della competizione ad aver portato a casa la Coppa dalle grandi orecchie.

Diversi giocatori con il trascorrere degli anni hanno cambiato la loro posizione in campo andando in difesa, ma non Zanetti. Il suo apporto era talmente importante che nel 2006 l’argentino è stato spostato da terzino destro a centrocampista.

Forse la miglior misura di quanto contasse Zanetti in campo si è vista da come l’Inter ha performato subito dopo il suo ritiro.

I nerazzurri sono andati in Champions League solo una volta negli ultimi 5 anni.

47. FERNANDO HIERRO

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Quando pensiamo al Real Madrid d’inizio anni 2000, vengono in mente i Galacticos.

Zidane. Ronaldo. Figo.

In una squadra che era un concentrato di glamour, l’uomo il cui significato è “Ferro” in spagnolo, non ha mai ricevuto abbastanza credito. Stiamo parlando di Fernando Hierro.

Hierro era il pilastro principale della difesa del Real e lo è stato per 14 anni in cui ha vinto in 3 occasioni la Champions League, di cui una da capitano nel 2002.

Lo spagnolo era anche un formidabile passatore nel momento in cui doveva impostare il gioco.

Non aveva certamente la grazia di Zidane o la capacità al tiro di Roberto Carlos, ma era una giocatore assolutamente essenziale in quel team.

46. ANDREA PIRLO

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Se questo elenco fosse una lista dei giocatori più forti degli ultimi 30 anni – o della miglior combinazione barba/capelli – Pirlo sarebbe certamente in una posizione più alta. 

I suoi momenti più iconici peraltro li ha passati specialmente con la maglia della sua nazionale.

Tuttavia, la sua influenza in questa competizione non dovrebbe essere sottovalutata.

Ha giocato 4 finali in 12 anni arrivando alla vittoria con la maglia del Milan nel 2003 e nel 2007.

Pirlo si è guadagnato la reputazione di un tiratore a sangue freddo come ha mostrato durante i rigori di Euro 2012 contro l’Inghilterra facendo dimenticare l’errore nella finale contro il Liverpool del 2005.

Si meriterebbe una posizione un po’ più alta, ma gli errori si pagano.

Sorry Andrea.

45. NEYMAR

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Quando ti ritrovi ad essere abitudinariamente all’interno dei principali talk sportivi – che tu sia un eroe o un cattivo – vuol dire che in qualche modo il segno lo stai lasciando.

Il PSG ha acquistato Neymar nel 2017 con l’obiettivo di fare un ulteriore step per la conquista della Champions League, ma finora – a causa di infortuni e altri diversi motivi – ha fallito.

Ma la sua ‘leggenda’ in questa competizione rimane.

Nel 2016, lo ricorderete tutti, è stato autentico protagonista della rimonta in maglia blaugrana contro il PSG, nella vittoria per 6-1 (dal 0-4 dell’andata) in cui ha lasciato il segno all’88esimo e al 91esimo minuto.

A parte i suoi trick da favola sul campo, Neymar ha un’abilita smisurata nell’essere decisivo quando il match vive un momento cruciale: a differenza di Lionel Messi, il brasiliano è riuscito a segnare anche durante la finale del 2015 contro la Juventus a Berlino.

44. ALESSANDRO NESTA

Con quale frequenza un’azione difensiva riesce a diventare virale sui social media?

I tifosi del Liverpool si divertono ammirando tutte le giocate di Virgil van Dijk. Sui social è diventato virale un video in cui vengono mostrate tutte le facce di Phil Jones, ex difensore dello United, quando è impegnato in un massimo sforzo.

Quindi, una raccolta di due minuti di contrasti di Alessandro Nesta spuntata su Twitter all'inizio di questo mese che raccoglie 3.4k “Mi piace”, vuol dire già qualcosa.

Nesta non era solo un grande difensore, ma mostrava anche una certa eleganza di movimento. Sembrava non sporcarsi mai i pantaloncini quando scivolava per riconquistare la palla, o quando si impegnava fisicamente contro un avversario.

43. DAVID BECKHAM

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Prima che Beckham concentrasse la sua immagine personale rispetto al fantastico giocatore che era, soprattutto in seguito al suo passaggio al Real Madrid 2003 in cui diventò un’icona fashion, dobbiamo ricordare che il centrocampista era uno dei migliori centrocampisti al mondo.

È stato il giocatore più importante del Manchester United 1998-1999: ha fornito assist cruciali nei quarti e nelle semifinali di Champions League ed è stato l’unico della sua squadra ad esprimersi al suo meglio durante la finale contro il Bayern Monaco.

Quelle performance lo hanno spinto al secondo posto nella rincorsa al Pallone d’Oro del 1999, con Michael Owen che è stato l’unico giocatore inglese a finire sopra di lui negli ultimi 40 anni.

42. CASEMIRO

Casemiro non incarna proprio lo stile Real Madrid. 

Tutti i 20 acquisti più importanti dei ‘Blancos’ sono stati giocatori di un certo livello, come quello di Xabi Alonso che occupava la sua stessa posizione qualche anno prima.

Però quando Zinedine Zidane aveva bisogno di fare filtro a centrocampo per aiutare Luka Modric e Toni Kroos nelle ultime fasi della Champions League 2015/16, il brasiliano – in prestito dal Porto – ha mostrato tutto il suo valore.

Si è dimostrato più che adeguato.

Quando si deve inquadrare una lista di giocatori essenziali per la vittoria delle 3 Champions consecutive del Real Madrid, Casemiro deve essere obbligatoriamente citato.

La sua grinta, innesto e altruismo non sono tratti tradizionali del Real Madrid, ma sono necessari quando si tratta di dover battagliare in campo con un gioco tendenzialmente più ruvido.

I 3 titoli conquistati sono la sua giusta ricompensa.

41. WAYNE ROONEY

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Rooney ha vinto la Champions League 2008, ma sono state due partite nelle fasi finali di quella competizione che l’hanno reso autentico protagonista in quell’annata e sono stati i match, di andata e ritorno, contro l’AC Milan.

In semifinale del 2007 contro il Barcellona di Lionel Messi, Rooney è stato decisivo per il passaggio del turno candidandosi automaticamente come principale rivale di Cristiano Ronaldo e dell’argentino nella infinita lotta di migliore giocatore del momento.

Un altro momento iconico, come detto sopra, è stata la partita d’andata a San Siro contro il Milan in cui Rooney segnò una doppietta per il 3-2 finale. Il ritorno per 4-0 è storia.

Per finire nel 2009/2010, anche se cominciava a perdere il passo con Ronaldo e Messi, è stato uno dei migliori attaccanti del mondo con 43 partite e 34 reti messe a segno.

40. KEYLOR NAVAS

Il curioso caso di Keylor Navas, il portiere che quasi per caso è diventato tre volte vincitore della Champions League.

Ok, non è proprio così.

In origine, il Real Madrid aveva tutta l’intenzione di firmare David De Gea. Nel frattempo si era assicurato le prestazioni di Navas dopo la positiva Coppa del Mondo 2014 con cui conquistò il ruolo di titolare su Casillas mentre aspettava di essere panchinato dopo l’arrivo di De Gea. Non successe e Navas rimase titolare inamovibile.

Il fatto di aver mantenuto il proprio posto da titolare per 4 anni all’interno di una squadra che avuto numerosi successi, significa che il costaricano era degno del suo posto.

39. DANI ALVES

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Dani Alves è stato un’ala offensiva per tutta l'infanzia, prima che suo padre si convinse a convertirlo a terzino. Una mossa epocale nella carriera del brasiliano.

Il suo essere terzino con la qualità di un’ala tecnica ha cambiato il modo di intendere quel ruolo. Lo testimonia anche la sua duplice vittoria in Champions League.

Alves è stato uno dei primi acquisti di Pep Guardiola a Barcellona e presto è diventato un elemento su cui fare completo affidamento. Guardiola poteva contare su di lui per dominare il lato destro, allungando il campo per creare spazio per Lionel Messi e Andres Iniesta.

Ha cambiato il calcio.

38. OLE GUNNAR SOLSKJAER

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Il momento più iconico di Solskjaer è presto individuabile: il gol al 93esimo minuto contro il Bayern Monaco.

Il suo colpo istintivo sotto porta significò non solo la vittoria finale della Champions League ma anche del Treble in cassaforte, cosa mai riuscita ad un altro club di Premier, né prima né dopo.

Il goal realizzato ha reso Solskjaer una leggenda del calcio e Sir Alex Ferguson, storico allenatore dei Red Devils, lo sa bene arrivando ad esclamare “È Solskjaer che l’ha vinta!”.

37. PAUL SCHOLES

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Il tiro al volo da 30 metri contro il Barcellona nel 2008 è il gol più emblematico della Champions League segnato da un giocatore del Manchester United che non si chiami Teddy Sheringham o Ole Gunnar Solskjaer.

Dopo aver controllato la palla con un primo tocco non perfetto, Scholes si è reso protagonista di un gesto balistico perfetto: una bomba da fuori area che non ha lasciato scampo a Victor Valdes che ha potuto solo raccogliere il pallone dalla porta.

La rete ha permesso al Man. UTD di accedere alla finale di Champions League che vinsero contro il Chelsea in una drammatica serie di rigori, riscattando per certi versi la finale contro il Bayern Monaco che il centrocampista saltò per squalifica.

Essendo stato uno dei migliori centrocampisti della competizione per più di un decennio, la scelta di Scholes è obbligata.

36. THIERRY HENRY

Henry ha vinto la Champions League con il Barcellona nel 2009, ma i suoi momenti più importanti della competizione sono stati senza dubbio durante il suo periodo all'Arsenal.

La tripletta contro la Roma allo Stadio Olimpico nel 2002. La doppietta in una sconfitta per 5-1 dell'Inter a San Siro nel 2003. E, naturalmente, lo slalom iconico che permise di vincere al Bernabeu ed eliminare il Real Madrid nel 2006.

Trascinare quella squadra, che contava anche Flamini e Eboue in campo, in finale di Champions è stato il miglior risultato di Henry in Champions League con l’Arsenal.

Patrick Vieira aveva lasciato il club l’anno prima, Ashley Cole è rimasto ai box per infortunio per gran parte della stagione e Dennis Bergkamp aveva appena compiuto 36 anni.

Quindi, mentre i più critici sosterranno sempre il fatto che Henry non abbia mai segnato in una finale importante - una valida critica - quella stagione ha confermato il francese come uno dei migliori giocatori mai visti nella massima competizione europea.

35. FRANK LAMPARD

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Quando il Chelsea mise le mani sul trofeo della Champions League - dopo essere stato quattro volte in semifinale e una volta in finale negli anni precedenti - Lampard era l'unico giocatore presente in tutte le avventure dei Blues in quei tempi. 

Era l’uomo dei grandi appuntamenti: 15 dei suoi 23 gol sono stati nelle fasi a eliminazione diretta. Un talismano speciale anche quando si trattava di decidere una qualificazione ai rigori: 3 volte su 3 obiettivo raggiunto.

Quindi, quando nel 2012 John Terry venne squalificato in vista della finale di Champions contro il Bayern Monaco, Lampard era l’uomo giusto per indossare la fascia da capitano, segnare il rigore decisivo e sollevare la coppa dalle grandi orecchie.

34. DIDIER DESCHAMPS

Prima che Deschamps diventasse un allenatore campione del mondo, il francese fu il capitano più giovane di sempre a vincere la Champions League. 

Didier aveva solo 24 anni quando guidò il Marsiglia nel 1993: rimane l’unica squadra francese ad aver vinto la Coppa.

Non contento, andò in Italia e la vinse di nuovo con la Juventus nel 1996.

Insieme a Franz Beckenbauer e Iker Casillas, Deschamps è uno dei tre capitani nella storia del calcio ad aver sollevato i trofei di Coppa del Mondo, Campionato europeo e Champions League.

È stato soprannominato il "portatore d'acqua" da Eric Cantona a causa del suo stile di gioco funzionale, ma la sua personale bacheca di trofei suggerisce che era molto meglio di così.

33. FERNANDO MORIENTES

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Morientes ha vinto la Champions League tre volte in cinque anni con il Real Madrid tra il 1998 e il 2002, formando insieme a Raul una delle coppie più forti d’attacco in Europa a quei tempi.

L’arrivo di Ronaldo al Bernabeu nel 2002 estromise Morientes che venne spedito in prestito al Monaco l’anno successivo.

Mossa che si rivelò azzeccata per… il giocatore. Nei quarti di finale di Champions League 2003/2004 Morientes buttò fuori proprio il Real Madrid dalla competizione segnando due gol e un assist aiutando il Monaco a rovesciare il 4-2 dell’andata.

E no, non si trattenne troppo dal festeggiare il passaggio del turno davanti ai suoi tifosi.

32. XABI ALONSO

Avendo giocato per tre delle squadre di maggior successo in Europa, il record di Champions League di Alonso dovrebbe essere migliore.

Dopo aver sollevato il trofeo nella sua prima stagione a Liverpool, ha vinto solo un’altra volta, nel 2014, quando dovette però saltare la finale contro l’Atletico Madrid.

Mentre si trasferì al Bayern, il Real vinse altre tre Champions League, lasciando Alonso con sei eliminazioni in semifinale e un secondo posto.

Un vero peccato, forse, ma serve come promemoria rassicurante che, anche in un'era di super club e giocatori bizzarri, questo rimane un trofeo incredibilmente difficile da vincere.

31. OLIVER KAHN

Non si scherza con Oliver Kahn.

La sua figura spaventosa e le mani simili a parabole satellitari gli hanno fatto guadagnare il soprannome di "The Titan" durante la sua permanenza di 14 anni al Bayern Monaco, il cui culmine fu senza dubbio contro il Valencia nella finale di Champions League del 2001.

La partita terminò ai rigori dopo un pareggio di 1-1 al termine dei supplementari.

Kahn parò tre rigori per la conquista della Coppa.

30. ASHLEY COLE

Fu una dimostrazione di rispetto quando Sir Alex Ferguson scelse di spostare Cristiano Ronaldo sulla sinistra per la finale di Champions League del 2008, piuttosto che rischiare che Cole lo incasinasse.

Il portoghese aveva già segnato 41 gol per il Manchester United in quella stagione, e ne aggiunse un altro dopo aver giganteggiato sopra l’interno destro Michael Essien per condannare Cole ad una seconda medaglia dei perdenti.

Quando finalmente il Chelsea ha vinto nel 2012, sono stati i giocatori più anziani a prendersi il merito e, dopo aver schierato una difesa con Jose Bosingwa, David Luiz e Gary Cahill, nessuno ha fatto più lavoro sporco di Cole. TC

29. FILIPPO INZAGHI

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Tra i 10 calciatori sulla nostra lista ad aver segnato più di 40 reti in Champions League. Solo Cristiano Ronaldo e Lionel Messi vantano uno score migliore della percentuale realizzativa di Pippo Inzaghi, non male per un uomo nato in fuorigioco.

I suoi gol sono stati raramente belli – tuttavia sempre festeggiati con molta enfasi – ma non significa che anche altri li avrebbero segnati così facilmente.

Il suo primo nella finale del 2007, spesso sminuito come una deviazione fortunosa, è un primo esempio, dato che Inzaghi era il solo sulla traiettoria della punizione di Andrea Pirlo dopo essersi staccato dalla barriera in cerca di un rimpallo.

28. GERARD PIQUE

Pep Guardiola una volta ha descritto Pique come il suo miglior segno, anche se è tentato dal dire che non dovrebbe davvero contare.

Un fiero catalano cresciuto a La Masia, c'è stato un senso di sollievo quando è tornato nella formazione del Barcellona nel 2008 – in particolare dopo aver vinto le sue prime due Champions League contro la parte che era stata disposta a lasciarlo andare per solo £ 5.000.

Pique si è schierato in quelle partite al fianco di Yaya youre e Javier Mascherano – centrocampisti di qualità – e, quando ha vinto il terzo titolo contro la Juventus nel 2015, è stato l'unico difensore ad aver giocato dall’inizio tutte e tre le finali. TC

27. PEDRO

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Nominate il grande Barcellona del 2010/2011 e Pedro sarà probabilmente l’ultimo menzionato, non solo perché giocò sul lato sinistro dell’attacco.

Lo Spagnolo – che figurava nel grande triumvirato MVP – fu il più indispensabile dei tre. Se Lionel Messi e David Villa rappresentavano l’atto finale, avresti fatto in tempo a sorseggiare una birra durante il riscaldamento di Pedro.

Ma un confronto con Messi non sta bene su nessuno, perciò è anche giusto guardare ai traguardi di Pedro da solo.

Un gol con la squadra più forte di sempre nella finale di Wembley del 2011 contro il Manchester United, una presenza in un’altra finale vinta nel 2015, e il primo spagnolo a segnare in una finale di Champions League, Europa League, Supercoppa e Mondiale per Club è decisamente buono rispetto agli standard degli altri. AD

26. ARJEN ROBBEN

Ogni stella ha bisogno di una mossa caratteristica.

Johan Cruyff aveva “la giravolta di Cruyff”, Ronaldinho aveva “l’elastico”, e Luis Suarez ha il “morso sul braccio dell’avversario”.

Nessun giocatore ha inciso così tanto con un marchio di fabbrica quanto Robben

E perché no? L’ala era essenzialmente impossibile da fermare quando tagliava dalla destra e sganciava una botta di sinistro in rete.

Quella tecnica fu responsabile alla fine di 31 goal in Champions League, molti di essi segnati in momenti cruciali per il Bayern.

E mentre la sua vittoria nella finale del 2013 non fu una classica chiusura da Robben, ha mostrato la spietatezza e il fiuto del gol che lo ha reso l'ala invertita modello. JG

25. LUKA MODRIC

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Il più grande complimento che si possa dare a Modric oggi è l’attuale predominio del Real Madrid conquistatore sarebbe stato impossibile senza di lui.

Pensate ai numerosi momenti in cui essi hanno recuperato la partita dall’orlo del disastro.

Di certo, altri giocatori più glamour si saranno presi il merito, ma la calma di Modric, il suo mai buttare via la palla è stato fondamentale in ognuno di questi momenti.

Egli possiede una varietà di passaggi fenomenale, sa giocare con entrambi i piedi ed è stato descritto da Pradrag Mijatovi come il migliore calciatore della storia dei Balcani.

Jorge Valdano, intanto, una volta scrisse: “Quando la palla passa dai suoi piedi, la giocata scorre come se il calcio fosse la cosa più facile del mondo”.

Sono caratteristiche come quelle che hanno aiutato il croato a diventare il primo calciatore a vincere il Pallone d’Oro che dal 2007 non portava un nome diverso da Messi o Cristiano Ronaldo. WR

24. ANDRIY SHEVCHENKO

Arrivi per Milano, resti per Kiev.

Le prestazioni di Shevchenko al Milan lo rendono uno dei più eleganti marcatori di sempre della Champions League, evidenziata con il rigore vincente nella loro vittoria contro la Juventus nel 2003.

Ma è quello che ha fatto alla Dynamo Kiev che lo distingue dagli altri famosi marcatori della competizione.

Un anno dopo aver segnato una tripletta in una vittoria 4-0 contro il Barcellona al Nou Camp, Shevchenko è stato il miglior marcatore della Champions League nel 1998/99 dopo che i suoi gol hanno spinto il Kiev alle semifinali. Questo risultato fu impressionante al momento, ma che sembra ancora migliore dopo 20 anni nell'era dei super club.

Il culmine della campagna di Kiev è stata la loro vittoria per 3-1 che ha finito per mettere fuori i campioni in carica Real Madrid negli ultimi otto. Shevchenko, naturalmente, mise a segno tutti e tre le reti. TB

23. KARIM BENZEMA

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“Le persone giudicano Benzema solo per la cifra di goal che segna, ma lui è esigente e leale” – Florentino Perez, 2017.

“I movimenti intelligente di Benzema creano spazio su cui i record del club si sono fondati” – Marca, 2017

“Benzema non segnerà 50 goal a stagione, ma mi piace quello che fa per la squadra” – Zinedine Zidane, 2017.

“Avevi un razzo (Bale) e un cannoniere (Ronaldo), e poi c’ero io, il pezzo che faceva funzionare il tutto”             - Karim Benzema, 2019

Benzema ha fatto molto più che facilitare Cristiano Ronaldo. Ma se questo è quello per cui viene ricordato, aver vinto quattro titoli di campionato Champions e segnato nella finale 2018, ci sono eredità peggiori. AD

22. RYAN GIGGS

Più noto ora per la sua resistenza piuttosto che la sua straordinaria abilità, è facile trascurare che Giggs ha dato un contributo vitale ad entrambi i trionfi della Champions League del Manchester United.

Il suo destro sporco fu sbattuto dentro da Teddy Sheringham per pareggiare la partita contro il Bayern Monaco nel 1999, mentre nove anni dopo mise a segno il rigore decisivo nella lotteria contro il Chelsea.

Quella partita a Mosca, dove ha eguagliato il record di apparizioni di Sir Bobby Charlton negli Stati Uniti prima di andare ai rigori, è stato un ottimo esempio non solo della sua longevità, ma della sua capacità di fare la differenza. TB

21. DIDIER DROGBA

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Drogba non rientra nella top 20 per poco, ma la sua comparsa nella lista certamente non è una “fucking disgrace”.

La sfurtiata dell’ivoriano alla telecamera dopo che il Chelsea fu sbattuto fuori dal Barcellona nel 2009 avrebbe potuto essere il suo momento più iconico nella competizione, ma tre anni dopo ha superato se stesso.

Il Chelsea stava perdendo 1-0 contro il Bayern, nella finale del 2012 quando Drogba arrivò appena in tempo – come ha spesso fatto nella sua carriera – e riportò tutto in gioco di testa al 89esimo.

Poi si fece avanti per il rigore decisivo. Un passo. Bang

Non c’era alcuna possibilità che lo sbagliasse. Drogba è sempre carico sotto pressione. JG

20. SERGIO BUSQUETS

Busquets non possiede il tocco o la creatività dei suoi compagni di squadra al Barcellona.

Lui è, a sua detta, non classificabile “sono in una posizione dove non vengo sempre notato. Non segno goal né faccio molti dribbling.”

Per questo sembra bizzarro che sia riuscito a guadagnarsi questo spazio nella miglior squadra di calcio di un’intera generazione, giocando l’intera partita in ciascuna delle tre finali di Champions League che il Barcellona vinse tra il 2009 e il 2015.

La brillantezza di Busquets, invece, sta nella semplicità delle sue mosse: fa sempre la scelta giusta.

È in una squadra di superstar internazionali e calciatori da “YouTube”, ma gioca un ruolo fondamentale in quasi tutto sul campo.

L'ex manager spagnolo Vicente del Bosque una volta ha detto di lui: “Se si guarda la partita, non si vede Busquets. Ma se si guarda Busquets, si vede l'intero gioco.” WR

19. RONALDINHO

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Una mossa dei fianchi. Un indizio di un pallonetto. La palla schizzata nell’angolo della porta di Carlo Cudicini.

La puntata di Ronaldinho allo Stamford Bridge è uno dei più grandi gol della Champions League. Non solo per il gesto atletico assurdo, ma perché nessuno aveva fatto una cosa simile fino ad allora.

Sembra assurdo che il colpo più tecnico di un campione arrivi da una mossa da oratorio, ma è questo Ronaldinho – il primo calciatore da YouTube che ha spesso regalato l’impensabile.

Le abilità del brasiliano erano guardate ossessivamente da una generazione di giovani fan, e la sua “traversa challenge” con la Nike fu il primo video ad arrivare ad 1 milione di views.

Quel video fu molto modificato, ma fu difficile da dirsi, dato che la maggior parte dei suoi goal sembravano essere il prodotto di un trucco da videocamera. JG

18. MARCELO

È possibile essere considerato il migliore giocatore del mondo nella tua posizione e al tempo stesso essere sottovalutato?

Questo è il caso di Marcelo.

Nonostante il brasiliano sia in cima alla lista dei migliori terzini sinistri per la maggior parte di fan, la sua influenza nelle quattro Champions League col Real Madrid è ancora un po’ trascurata.

Dall’aver segnato il terzo gol nel 2014 nella finale contro l’Atletico ad aver offerto prestazioni spettacolari contro il Bayern ai quarti nel 2017, Marcelo è stato costantemente brillante in quei 5 anni, talismano fondamentale quasi quanto gli altri giocatori del Real Madrid.

I contrattempi difensivi che hanno afflitto i suoi primi anni al Bernabeu sono ora molto più rari. Il 31enne ora sa fare tutto: sovrapposizioni, cross e tackle.

Nel 2012, è stato nominato erede di Roberto Carlos da lui stesso.

A proposito ... JG

17. ROBERTO CARLOS

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Non ci sarebbe stato un Marcelo senza un Roberto Carlos.

È facile ricordare l’ex galattico per le sue punizioni, e giustamente, ogni giovane appassionato di calcio negli anni ’90 avrà provato almeno una volta ad emulare il suo mix di potenza e precisione.

Ciò che distingue davvero Carlos dal suo equivalente moderno, tuttavia, è che non c'era nessuno come lui ai suoi tempi.

Era uno dei giocatori più entusiasmanti del mondo, nonostante avesse giocato in quella che era di gran lunga la posizione più fuori moda del momento.

A differenza degli altri terzini del tempo, come Paolo Maldini e Lilian Thuram, il gioco di Carlos si adatterebbe ancora perfettamente nel modo in cui le squadre sono organizzate nel 2019.

Oggi ci sono molti pseudo-Marcelo nel calcio. Ma c'è sempre stato un solo Roberto Carlos. JG

16. CARLES PUYOL

Dio ama i tentativi, quindi forse è per questo che ha premiato Carles Puyol con tre titoli della Champions League.
Consapevole dello spaventoso standard che lo circonda al Barcellona, Puyol si allenava per recuperare le sue carenze tecniche, prima di andare in palestra per assicurarsi di vincere le sfide fisiche in cui si buttava così spesso.

Di conseguenza, ha fornito forza e resistenza a una squadra del Barcellona che in genere basava le sue vittorie su passaggi e movimenti.

E quando era richiesta la leadership, quella parte veniva facilmente. L'ex allenatore del Barca, Frank Rijkaard, una volta disse che avrebbe potuto sostituire lo spagnolo come centrale della sua difesa, ma non come il cuore della squadra.

"Sono come uno studente che non è così intelligente, ma che corregge gli esami e alla fine va bene", ha detto una volta Puyol su se stesso.

Il difensore non era poco performante, ma la sua visione meticolosa di se stesso riassume il suo contributo a Barcellona. AD

15. STEVEN GERRARD

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Se la notte del 25 maggio 2005 è stata quella che ha creato le leggende di Liverpool, allora Steven Gerrard dovrebbe essere fatto santo patrono di Anfield.

Aveva già compiuto un’impresa dando il suo contributo nella prima fase a gironi, rompendo quasi la rete con un colpo decisivo contro l’Olympiakos in una di quelle notti.

Eppure il ragazzo del posto, diventato capitano, ha riscritto ancora una volta la logica del calcio per trascinare i suoi in uno delle più notevoli rimonte sportive mai viste.

Sotto di tre a zero contro il Milan a metà tempo, non c'era speranza.

Ma in nove minuti nella ripresa, il colpo di testa di Gerrard superò Dida dando al Liverpool la speranza necessaria.

In sei minuti, erano pari.

Dopo un’ora, campioni d’Europa per la prima volta in 21 anni.

Che bellezza. WR

14. KAKA

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Un movimento al 44 ° minuto della finale di Champions League del 2005 vede Kaka tra i primi 50 da solo.

Quando il brasiliano piroetta e supera il futuro eroe Steven Gerrard, mettondo Hernan Crespo in porta dall'interno della sua metacampo, sta eseguendo uno dei momenti più iconici d’Europa. Il fatto che abbia Jamie Carragher che allunga e scivola in un tentativo condannato di tagliarlo fuori rende gloria eterna al suo passaggio.

L'azione riassume la magia di Kaka, il miglior centrocampista del mondo tra la metà e la fine degli anni 2000.

In termini moderni, ha combinato la brutale efficienza di Kevin de Bruyne con l'estetica di Luka Modric o Miralem Pjanic.

Lo ha messo in mostra ancor di più nella competizione 2006/07, quando ha distrutto Celtic e Manchester United diventando il capocannoniere del torneo e vincendo il miglior attaccante della UEFA dell'anno, il miglior giocatore dell’anno e il Pallone d’Oro. AD

13. CLARENCE SEEDORF

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“Questo tizio è un gangster? Il suo vero nome è Clarence.”

Clarence, come un personaggio di Eminem B. Rabbit spiegava chiaramente nel film 8mile, è un nome terribile per un rapper di Detroit.

Per uno dei più eleganti registi della Champions League, invece, è perfetto.

Il nome è elegante e sofisticato, proprio come Seedorf.

L’olandese vinse la competizione quattro volte – solo Ronaldo ne ha vinte di più – e resta l’unico giocatore ad averlo fatto con tre club diversi: Ajax, Real Madrid e AC Milan. TB

12. EDWIN VAN DER SAR

“L’anticipazione” cantava Alex Turner in Arctic Monkeys’ The View From the Afternoon “ha l’abitudine di incastrarti”.

Non per Edwin van der Sar, che era così sicuro che avrebbe salvato il rigore di Nicolas Anelka nella finale di Mosca del 2008 che sorrideva ancora prima di averla parata.

Garantire la Champions League per il Manchester United è stato il momento più bello dell'olandese in Champions League, e che la sua carriera meritava.

Mosca è stata la sua seconda medaglia vincente. Dopo aver ottenuto il suo primo successo con l’Ajax 13 anni prima. Si è anche piazzato secondo in altre tre finali, con la sua apparizione nella sconfitta del 2011 dello United a Wembley, la sua ultima partita da professionista. TB

11. ZINEDINE ZIDANE

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Una vittoria in Champions League è forse una delusione per un giocatore iconico come Zidane.
Ma è stata una grande vittoria.
La finale del 2002 sarà sempre ricordata per una sola cosa: il vincitore è Zizou, il più grande gol della Champions League mai segnato.
Sul cross di Roberto Carlos, caduto da quella che avrebbe dovuto essere un'altezza impossibile, il francese ruota e sgancia una perfetta bordata – con il suo piede più debole – nell'angolo in alto.

Ma mentre Zidane era sempre capace di momenti di totale brillantezza, è stato venerato dai suoi compagni anche per la sua capacità di controllare il gioco.
“Quando Zidane è sceso in campo, gli altri 10 ragazzi sono improvvisamente migliorati.” Zlatan Ibrahimovic una volta ha detto sulla leggenda francese.
Il suo successo come manager rende facile dimenticare quello che un giocatore Zidane era. Era davvero un centrocampista completo.
Ora, se non vi dispiace, vado a vedere quel tiro altre 100 volte. JG

10. SAMUEL ETO’O

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Eto’o deve essersi sentito molto soddisfatto dopo aver vinto la Champions League con l'Inter nel 2010.
Un anno prima, era stato cacciato dal Barcellona da Pep Guardiola, nonostante avesse giocato un ruolo fondamentale nel vincere la stessa competizione – segnando in finale contro il Manchester United – solo poche settimane prima.

Il trionfo di Eto’o con l'Inter è stata la sua terza medaglia vincente, tutto questo nel giro di cinque stagioni.
Il suo primo successo è avvenuto con il Barcellona nel 2006, segnando il pareggio nella finale contro l'Arsenal, avendo in precedenza guadagnato il fallo da Jens Lehmann che lasciò gli avversari in 10 uomini.
Altri cannonieri segnarono più gol nel torneo, ma pochi ebbero un impatto maggiore su esso come quello di Eto’o. TB

9. GARETH BALE

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Se Gareth Bale avesse compiuto la carriera in Champions League che ha avuto al Real Madrid per un altro club, potete stare certi che il Real Madrid avrebbe voluto firmarlo.
Potrebbe essere un atto d'accusa verso Bale che è stato solo in grado di segnare in cavalcate clamorose.
Ma si dovrebbero prendere due di queste cavalcate, inclusa quella che è probabilmente stata la migliore che si sia mai vista – palla recuperata da dietro per battere acrobaticamente Loris Karius da fuori area nel 2018.

La sua storia europea è iniziata con quella tripletta contro l'Inter a San Siro nell'ottobre 2010, una prestazione brutale e illogica di un giocatore che avrebbe dovuto lasciare gli Spurs per il Nottingham Forest mesi prima.

Tre anni dopo, era sulla buona strada per segnare sei gol in otto partite, quando vinse la competizione per la prima volta.

Tali raffiche di individualismo si prestano a un paragone con Cristiano Ronaldo, ma Bale non lo ha mai cercato.

Un paragone di cui potrebbe godere, tuttavia, è quello con Zinedine Zidane. Siede tre posti sopra la sua nemesi e attuale allenatore, nel nostro conto alla rovescia. AD

8. XAVI

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“Sono certo di avergli visto buttare via la palla una sola volta”

Sir Alex Ferguson scherzava solo un po'. Dal momento in cui Xavi aveva capovolto il Manchester United nella finale di Champions League 2011 a Wembley, potete immaginare che le stesse parole siano state pronunciate solo per esasperazione.

Xavi era conosciuto come il ‘Puppet Master’ in quell'iconico trio di centrocampo, tra cui anche Sergio Busquets e Andres Iniesta. Non solo sapeva controllare il gioco, trovando spazi che nessun altro sapeva esistessero per ricevere la palla, ma poteva confondere gli avversari con il suo uso efficiente del pallone.

Molti capolavori di Lionel Messi sono nati grazie alla classe di Xavi.

Stranamente, ci vollero diversi anni per ricevere molti consensi. È stato criticato per il solo passaggio in orizzontale e per aver fatto affidamento sulla genialità dei compagni di squadra fino a quando Guardiola ha preso il posto del Barca e la Spagna ha iniziato il suo monopolio nel calcio internazionale nel 2008.

Ritirarsi con tre medaglie della Champions League al collo certifica che Xavi alla fine sarà ricordato per aver frustrato Ferguson e molti altri in un modo molto diverso.

7. IKER CASILLAS

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Il portiere più alto in questa lista non poteva essere nessun altro.
Casillas ha il record di più presenze nella storia della Champions League, anche se questo non dovrebbe essere una sorpresa, data la sua longevità.
È diventato il più giovane portiere di sempre a giocare e vincere una finale di Champions League dopo aver vinto per 3-0 col Real Madrid contro il Valencia nel 2000, ad appena 19 anni.
Quattordici anni dopo, ha ottenuto la Decima.
Questo è stato il loro primo trofeo europeo dopo aver battuto il Leverkusen nel 2002 con la girata di Zidane, ma che ha segnato un'era, senza precedenti, di successo nella Champions League per il Real Madrid.
Tra il 2008 e il 2012 è stato nominato ogni anno miglior portiere del mondo e, secondo Gianluigi Buffon, è “il migliore della mia epoca”.
Questo è abbastanza per me. WR

6. PAOLO MALDINI

Maldini aveva già vinto la vecchia Coppa Europea due volte prima di essere ribattezzata nel 1992, il che sembra appropriato per il difensore più longevo che la Champions League abbia mai visto.

Nei successivi 15 anni, ha giocato in altre sei finali per il Milan, alternandosi in ognuna tra la zona sinistra e la zona centrale del campo.

Di queste, ne ha vinto tre, due volte come capitano, ed è stato nominato uomo partita contro la Juventus nel 2003 nell'unica finale a finire 0-0.

E, come se non bastasse, ha fatto tutto come se appartenesse a un film di Federico Fellini, leggendo il giornale in una tranquilla piazza italiana, mentre tutti gli altri si agitavano freneticamente intorno a lui. 

5. RAUL

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Il ragazzo prima che arrivassero i ragazzi.
È difficile da credere ora, ma c'è stato un periodo prima che Lionel Messi e Cristiano Ronaldo atterrassero dallo spazio e rovinassero il calcio per tutti coloro che hanno giocato contro di loro.
No, dico sul serio.
A quel tempo, è stato Raul a fissare l'ordine dei numeri assurdi.
Descritto da Pep Guardiola come il giocatore più importante nella storia del calcio spagnolo, ha ottenuto 72 gol in 142 presenze in Champions League.
Era il giocatore che immaginavi di essere quando giocavi e quello che volevi dietro la maglietta.
Una volta ha detto: “Penso che ho iniziato a giocare a calcio prima di essere nato.”
Se mai lo avete visto sul campo, non vi sembrerà così ridicolo pensarlo. WR

4. ANDRES INIESTA

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È impossibile discutere di Andres Iniesta senza pensare immediatamente al gol vittoria contro il Chelsea nella semifinale 2008/09 allo Stamford Bridge.

La palla messa al centro da Messi, la conclusione di esterno, la celebrazione senza maglia, la sua maglietta termica gialla.

Ho già parlato della sua conclusione con l'esterno del piede? Box office puro.

Ma fissare un momento specifico significherebbe rovesciare la carriera di uno dei più grandi giocatori in una delle squadre più dotate della storia.

Lo splendore di Iniesta veniva generalmente da qualcosa di meno tangibile dei lampi di genio.

Non ha segnato o fatto tantissimi assist, ma non importava. Si trattava più di come giocava.

Se l'intelligenza in campo fosse indicata dal QI, Iniesta sarebbe l'equivalente calcistico di Stephen Hawking. WR

3. SERGIO RAMOS

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Ci sono stati molti giocatori migliori di Ramos in Champions League, ma pochi come impatto.
Il capitano del Real Madrid incarna la parte che ha vinto il torneo quattro volte tra il 2014 e il 2018.
In poche parole, lui è “la frizione”.
È stato Ramos a segnare due puntate in quattro minuti nella semifinale contro il Bayern del 2014.
È stato Ramos al 93esimo minuto a pareggiare e a portare la squadra ai tempi supplementari nella finale di quell'anno, che il Real ha poi vinto per 4-1 ottenendo La Decima.

Ed è stato Ramos a segnare l'unico gol della sua squadra nella finale del 2016, quando il Real ha battuto l'Atletico in un rigore.

Aver causato l’infortunio di Mohamed Salah e la gomitata a Loris Karius poco prima del primo errore del portiere del Liverpool nell'ultima finale del 2018 ha sigillato il posto di Ramos come ultimo “sporco” del calcio, e nessuna valutazione della sua carriera può essere completa senza menzionare il suo atteggiamento aggressivo in campo.

Lo spagnolo però è molto più di un imbroglione o un delinquente.

È un giocatore fantastico e - a parte i due giocatori sopra di lui in questa lista - la forza più dominante nella storia di questa competizione. JG

2. LIONEL MESSI

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L'argomento Messi o Ronaldo ha definito il calcio per più di un decennio, quindi, naturalmente, questa è la sfida che si è riproposta anche in questa particolare classifica.

Alla fine, la decisione non è stata troppo difficile.

Il conteggio delle vittorie di Messi in Champions League (3) e numero di goal durante la competizione (112) è davvero fuori dal normale, ma comunque inferiore all'uomo di cui sotto. È anche innegabile che il Barcellona abbia fallito in Champions League nelle edizioni successive dal suo ultimo trionfo datato nel 2015.

In ogni caso è giusto goderci entrambi.

Da quando ha fatto il suo debutto in questa competizione da 17enne, Messi ha fatto cose paranormali, fuori dall'ordinario.

Il poker contro l'Arsenal nel 2010, il dribbling magnifico al Bernabeu nel 2011, le genialate contro Jerome Boateng e Manuel Neuer del 2015 sono momenti iconici che rimarranno nella storia della competizione.

Queste parole non gli rendono la metà della giustizia che merita, ma quali parole potrebbero essere più adatte per descrivere il giocatore che è? Il GOAT non è il GOAT della Champions League, ma è impossibile immaginare che avrebbe potuto fare più di così.

1. CRISTIANO RONALDO

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Ronaldo è, senza dubbio, il più grande giocatore della Champions League in assoluto - un risultato notevole dato che ha giocato contemporaneamente con uno dei più grandi di sempre come, Lionel Messi.

A differenza del campionato, in cui vince sempre la squadra migliore, il risultato in una formula con eliminazione diretta è influenzata maggiormente dall'exploit di un singolo giocatore. I calciatori possono impattare sul gioco a loro piacimento, e nessun giocatore lo ha fatto con più forza o con la stessa frequenza di Ronaldo, che con 5 Champions League conquistate è in testa.

Dopo aver vinto la prima con il Manchester United nel 2008, il portoghese è la ragione per cui il Real Madrid dell'ultimo decennio è riuscito a conquistare quattro Champions League tra il 2013 e il 2018.

Ronaldo è sia il miglior marcatore della competizione - 126, di cui oltre la metà in partite a eliminazione diretta - e il bomber iconico in partite indimenticabili come: l'intrepido colpo di testa a Roma nella finale di Champions (2008), il razzo di 40 metri a Porto (2009) e la prestazione fenomenale contro l'Arsenal (2009).

Incredibilmente, nessuno di questi è stato nominato goal della stagione di Champions League, un premio che, comunque, Cristiano si è portato a casa tre volte: il goal pazzesco contro il Liverpool (2014), la sua rovesciata contro la Juventus (2017) e il colpo al volo contro il Manchester United (2018).

Se non te li ricordi tutti, non preoccuparti, sappi che solo Ronaldo, il GOAT della Champions League, rende l'ordinario straordinario.

 

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