Storia del tennis: dal Medioevo ai tornei dei giorni nostri
Tutto quello che c’è da sapere sulla storia del tennis, dalla nascita dello sport nel Medioevo alla nascita dei primi club e tornei, fino al professionismo dei giorni nostri che ha raggiunto una popolarità mai vista prima - sia in Italia che in giro per il mondo
È diventato il secondo sport più popolare nel nostro Paese - anche perché il calcio, non si batte - infiammando la passione di milioni e milioni di italiani che trascinati dagli straordinari risultati di Jannik Sinner hanno iniziato a interessarsi a un mondo che ha secoli di storia e che nel corso dei decenni ha subito enormi evoluzioni. Per questo motivo pensare di poter fare una sintesi della storia del tennis in poche righe è impossibile: cercheremo di spiegare a grandi linee da dove nasce un movimento sportivo che ha portato per secoli al coinvolgimento soltanto delle fasce più abbienti della popolazione, conquistando poi via via sempre maggior credito fino a diventare uno sport “di tutti”. E in modo particolare di noi italiani, che ci possiamo godere le magie di questa generazione dorata che sta incantando e che continua a sorprendere per risultati e per quantità di talento espresso.
La storia del tennis che affondano le sue radici nel MedioevoLe radici del tennis affondano nel Medioevo, quando un gioco antenato chiamato Jeu de Paume (Gioco della Palma) veniva praticato nelle corti dei nobili francesi. Le sue origini precise si perdono nel tempo, ma si presume che sia nato come gioco con la palla che veniva colpita con il palmo della mano nuda o guantata all'interno di un campo chiuso. Nel corso dei secoli, il Jeu de Paume si diffuse in tutta Europa, assumendo diverse varianti e nomi a seconda del paese. In Italia, ad esempio, era conosciuto come "pallacorda". Le regole erano ancora non codificate e il campo poteva variare in dimensioni e caratteristiche, andando avanti così per diversi secoli. Un momento cruciale nella storia del tennis arrivò nel 19° secolo, quando in Inghilterra, nel 1874, il maggiore Walter Clopton Wingfield codificò le regole del "Lawn Tennis”: questa nuova versione del gioco presentava alcune differenze significative rispetto al Jeu de Paume, tra cui l'introduzione del pallone di gomma vulcanizzata, della racchetta con rete e di un campo rettangolare con rete centrale.
Il tennis moderno e la nascita di Wimbledon
La nascita del Lawn Tennis segnò l'inizio del tennis moderno: vennero fondati i primi club e tornei, tra cui il prestigioso Wimbledon nel 1877. Il gioco si diffuse rapidamente in tutto il mondo, conquistando una grande popolarità tra le classi sociali più elevate, con particolare riguardo per il club londinese che mantiene una storia e uno spessore diverso da tutto il resto del mondo del tennis. Il torneo di Wimbledon, ufficialmente chiamato The Championships, è infatti il più antico e prestigioso torneo di tennis al mondo: la prima edizione si tenne nel già citato 1877 sui prati di Worple Road e il successo fu immediato, con la partecipazione di 22 giocatori e un grande pubblico accorso a seguire le gesta di questi atleti così particolari. Nel 1881, il torneo si trasferì nella sua sede attuale a Wimbledon, dove venne costruito il celebre Centre Court, il campo principale in erba che ospita le finali dei singolari maschili e femminili. Da allora, Wimbledon è diventato un'istituzione del tennis mondiale, attirando i migliori giocatori e appassionati di tutto il mondo. Un modello che ha ispirato tutto quello che è venuto dopo, il cosiddetto “circuito” che ha seguito le orme e l’input di quanto fatto in Inghilterra.
L’evoluzione del tennis dal 1900 a oggi: un secolo di passione e innovazione
Il 20° secolo ha segnato un'epoca di profonda trasformazione e straordinaria crescita per il tennis, consolidandolo come uno degli sport più popolari e amati al mondo. La suddivisione solitamente viene fatta in due grandi periodi, il primo dei quali è definito “L’era dei pionieri” e va dal 1900 fino al 1968. È lì che nasce il tennis professionistico, quando nel 1926 il primo torneo apre le porte a leggende come Bill Tilden, dominatore degli anni '20, e Suzanne Lenglen, prima vera diva del tennis. Una tendenza e un’innovazione che porta una spinta all’espansione globale del movimento, con la nascita di federazioni nazionali e tornei internazionali in nuovi continenti e con il cambiamento delle regole: vengono introdotte modifiche come il tie-break nel 1970, per rendere il gioco più dinamico e accessibile.
Insomma, vengono poste le basi per quella che viene definita invece “L’era Open”, che parte nel 1968 e arriva fino ai giorni nostri: un nuovo inizio in cui si abolisce la distinzione tra giocatori dilettanti e professionisti, creando un circuito unico e aprendo la strada a un'epoca di maggiore competitività e spettacolo. Al resto poi pensano sicuramente le leggende e i personaggi che vengono fuori in quella fase, campioni iconici come Rod Laver, primo uomo a conquistare il Grande Slam nel 1962 e 1969, Björn Borg, dominatore degli anni '70 con il suo gioco fisico e mentale, John McEnroe e Boris Becker, rivali epici negli anni '80, Pete Sampras e Steffi Graf, simboli di eleganza e dominio negli anni '90. Tutto fino all’era moderna che porta la popolarità del tennis in Asia e Sud America contribuendo a globalizzare ulteriormente lo sport. E poi Novak Djokovic, Rafael Nadal, Roger Federer, Serena Williams e Naomi Osaka, che dominano la scena e spingono i confini del gioco ancora più in là, lasciando ora il testimone tra gli altri anche a Jannik Sinner. Erede di una storia incredibile e pronto a portarla avanti.
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