Diventare maestro di tennis è una cosa seria, un lavoro che sta prendendo sempre più piede e che grazie alla crescita esponenziale di un movimento che vede in Jannik Sinner il suo nuovo simbolo - ma a ruoto ci sono davvero tanti altri giovani che trascinano l’interesse per questo sport in Italia - stanno arrivando a gestire numeri davvero importanti di affiliati, iscritti ai circoli e di neofiti a caccia di qualcuno in grado di insegnare a praticanti di ogni età come tenere in mano la racchetta, come colpire al meglio la pallina e divertirsi con uno sport che può dare davvero grandi soddisfazioni. La Federazione Italiana Tennis forma i suoi maestri con due bandi ogni biennio, di cui andremo ora ad approfondire tutti gli aspetti - ben sviscerati dalla stessa FIT, che spera di riuscire ad allargare il bacino di utenza e di formare il più possibile degli istruttori in grado di seguire i tanti nuovi innamorati del tennis.

I requisiti che servono per diventare maestro di tennis

I corsi validi per poter diventare istruttore devono quindi essere riconosciuti dalla Scuola Nazionale Maestri della Federazione Italiana Tennis. Per poter prendere parte a questi corsi, l’aspirante maestro di tennis deve essere in possesso dei requisiti indicati nello specifico bando. Tra i più importanti, sebbene non sia obbligatorio, rientra la laurea in Scienze Motorie. L’alternativa per chi non è in possesso di un simile titolo accademico è di aver preso parte a livello agonistico a campionati di tennis regionali e nazionali, ottenendo dei buoni risultati. I corsi che vengono “somministrati” agli aspiranti maestri seguono quattro obiettivi essenziali: la formazione del professionista sportivo; la formazione permanente; la formazione tecnico-educativa, organizzativa e gestionale; l’alta qualificazione mediante il conseguimento di titoli specialistici. 

Maestro di tennis: quali sono le tipologie di corso da poter seguire

Quando si parla di maestro, si guarda forse con eccessivo ottimismo al livello più alto di formazione che si può raggiungere nella “scala” che porta alla vetta del mondo del tennis: per essere maestro la FIT organizza dei corsi molto selettivi, a cui possono prendere parte poche decine di persone e che durano due anni. In realtà esistono diversi livelli intermedi di formazione, a partire da quello di istruttore di primo grado - la base da cui si parte - per poi passare a istruttore di secondo grado, maestri nazionali e tecnici nazionali. I suddetti livelli riflettono la progressione del criterio didattico FIT: minitennis, avviamento, perfezionamento e specializzazione, in funzione dell'età dei praticanti e delle capacità acquisite. Guardiamoli un po’ più nel dettaglio per delinearne i tratti più rilevanti.

Istruttori di primo grado 

È il livello iniziale, quello a cui si svolge l’insegnamento di quello che viene definito mini-tennis perché rivolto ai bambini. Il tutto purché ci sia qualcuno con un grado di competenza superiore ad accompagnarli, che appartiene alle tre categorie che vedremo in seguito. Possono inoltre insegnare autonomamente in corsi collettivi con tesserati non in possesso di classifica federale, ma non possono svolgere lezioni individuali. I principali requisiti di ammissione del corso sono: aver compiuto 18 anni; essere in possesso della licenza di scuola media inferiore o titolo equipollente; aver conseguito la classifica federale di 4.5 negli anni 2000/2022 o di uno dei gruppi della Categoria C negli anni precedenti al 2000, oppure essere in possesso del Diploma I.S.E.F. o della Laurea in Scienze Motorie. 

Istruttori di secondo grado

Possono insegnare in modo autonomo nell'ambito del minitennis e dei corsi di avviamento. In collaborazione con maestri o tecnici nazionali, possono insegnare in corsi di perfezionamento e specializzazione anche per classificati fino alla terza categoria. Possono svolgere lezioni individuali purché non destinate a tesserati in possesso di classifica federale superiore al gruppo NC della quarta categoria e appartenenti ai settori under. Questo è uno scatto che si fa “per anzianità”, ossia non solo dopo aver compiuto almeno i 20 anni, ma soprattutto dopo aver svolto due anni di attività professionale documentata in qualità di istruttori di primo grado e aver ottenuto il rinnovo della qualifica.

Maestri nazionali

Questo è il primo vero e proprio livello da professionista, in cui il mestiere diventa una professione: con questa qualifica si possono svolgere in modo autonomo tutte le attività didattiche riguardanti minitennis, avviamento, perfezionamento e specializzazione su tutto il territorio nazionale. Non solo: si possono inoltre svolgere lezioni individuali, seguire agonisti a livello nazionale e dirigere fino a due scuole di tennis. Per farlo bisogna essere istruttori di secondo grado - quindi avere almeno 21 anni - e superare l’esame di abilitazione.

Tecnici nazionali 

Questo è l’ultimo step, il salto definitivo nel mondo dei professionisti che possono fare i maestri nazionali che vogliono ricoprire il ruolo di coach anche per atleti di livello internazionale con classifica ATP e WTA. Anche in questo caso bisogna superare l’ennesimo esame, essere già maestri nazionali e aver compiuto almeno 25 anni. Da lì in poi però le prospettive di carriera sono enormi: se siete appassionati di tennis insomma e credete di avere le giuste competenze e predisposizione, pensateci.

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