Queste Finals NBA 2019 sembrano proprio destinate a stupirci fino alla fine: la serie è ora sull’ 1-1, con Golden State capace di vincere Gara 2 per 109-104 dopo una gara in cui è successo tutto e il suo contrario.

La partenza della gara è sembrata a lungo ricalcata su ciò che è avvenuto in Gara 1: Toronto pressoché perfetta, capace di raggiungere un comodo vantaggio in doppia cifra e di chiudere il primo tempo sul 59-52. Il secondo tempo, invece, è partito con un 18-0 di parziale dei Golden State che, però, non ha chiuso la gara e, dopo aver incassato gli infortuni di Kevon Looney e Klay Thompson, ha permesso a Toronto di rientrare nel finale. A decidere, di fatto, la contesa, è stata la tripla che ha cristallizzato il risultato a 5.9 secondi dalla fine, realizzata da un André Iguodala che è stato perfettamente lo specchio di questa gara per Golden State: apparso in enorme difficoltà nel primo tempo, a stento riusciva a stare in campo, mentre nel secondo è stato capace di effettuare numerose giocate vincenti con l’esperienza di chi sa vivere questi momenti.

Proprio l’abitudine a giocare queste gare è emersa nei momenti più importanti della gara, quelli in cui Golden State è riuscita ad aggrapparsi agli uomini da cui queste straordinarie cavalcate sono partite: lo stesso Iguodala (8 punti, 8 rimbalzi, 6 assist), Draymond Green (17+10+9), Shaun Livingston e addirittura Andrew Bogut. A dar loro man forte c’è stata un’eccellente gara in uscita dalla panchina di Quinn Cook, autore di tre triple decisive, e DeMarcus Cousins che con 11 punti, 10 rimbalzi e 6 assist si è definitivamente iscritto a questa serie finale, giocando una gara sporca e piena di errori, ma altrettanto piena di giocate importanti.

Senza il supporting cast sarebbero stati inutili i 23 punti di Steph Curry, a lungo apparso non al meglio ma decisivo con 10 punti nel secondo quarto nel momento più importante, e i 25 di un Klay Thompson che, invece, fino all’infortunio aveva tenuto in piedi quasi da solo le speranze dei suoi. Il suo infortunio, unito a quello di Durant, a quello di Looney e alle condizioni non sempre perfette di Curry e Iguodala sarà da tenere d’occhio: Golden State ha dimostrato di poter trovare risorse insperate proprio nel momento di maggiore difficoltà ma vincere tre gare con un roster decimato sembra davvero ai limiti dell’impossibile anche per loro.

Sul fronte Raptors, invece, qualcosa è sembrato incepparsi a metà gara: Fred VanVleet (17+4+2) è sembrato l’unico capace di fornire un contributo continuo per i Raptors oltre a Kawhi Leonard (34+14+3 per lui), mentre Marc Gasol e Pascal Siakam sono apparsi molto più “normalizzati” rispetto alla fantascientifica gara 1 da loro disputata e Kyle Lowry, gravato anche di problemi di falli, non ha potuto contribuire alla causa fino alla sirena. Malgrado il blackout, comunque, i Raptors hanno avuto la chance di riprendere la gara grazie alla durezza mentale e all’esperienza di Leonard, che pure non è apparso fisicamente al meglio, e di Danny Green che a 30 secondi dalla fine aveva realizzato la tripla del meno due per i suoi.

Insomma, non tutto da buttare per Toronto che a metà gara 2 si è resa realmente conto di cosa voglia dire disputare le NBA Finals dopo aver viaggiato sul velluto per una gara e mezza. Proprio a partire dal loro blackout i canadesi dovranno trovare gli insegnamenti e le energie per ripartire in Gara 3, nella quale vorranno senza dubbio provare a ribaltare il fattore campo per Golden State.

Tante incognite si parano dinnanzi alle due squadre per il prosieguo della serie: riusciranno i Raptors a riprendersi dopo la prima sconfitta della loro storia alle finals? Riuscirà Golden State a recuperare qualcuno dei suoi uomini per il prosieguo della serie? Curry e Leonard, i due uomini chiave, saranno al meglio per le gare decisive?

Per conoscere le risposte ci basta attendere fino a mercoledì notte!

 

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