Le NBA Finals sono ormai dietro l’angolo e, per il quinto anno di fila, avranno dei protagonisti ben definiti: i Golden State Warriors di coach Steve Kerr, la seconda squadra nella storia dopo i Boston Celtics di metà anni ’50: un’era geologica fa, se si considera quanto sia mutata la storia del basket.

Steph Curry, Klay Thompson e compagni hanno disputato una serie ai limiti della perfezione nella quale sono sempre riusciti a ricucire gli svantaggi e a imporre la propria esperienza e il proprio talento nei finali, che, eccetto per gara 1, sono sempre stati molto combattuti e punto a punto, ma questo non è bastato a Portland per vincere la serie. Lo sweep si è consumato nella notte tra lunedì e martedì con il 119-117 dopo un overtime, risultato con cui i californiani hanno portato a casa la seconda vittoria consecutiva sul campo di Portland, mostrando di poter trovare le proprie migliori risorse nei momenti che contano.

Per Golden State, infatti, si segnalano le due triple doppie di Steph Curry e Draymond Green, i primi due compagni di squadra capaci di postarle contemporaneamente ai playoff: i 37 punti, 13 rimbalzi e 11 assist di Curry e i 18 punti, 14 rimbalzi e 11 assist di Green (alla seconda tripla doppia filata dopo quella di Gara 3) sono risultati decisivi nella serata in cui Klay Thompson ha infilato solo 17 punti con il 33.3% al tiro. Grazie a questa prestazione, inoltre, Curry è diventato il detentore del record di punti segnati (146) nel corso di una serie terminata con uno sweep. L’ennesima serie di incredibili record inanellati da questi Warriors.

Per Portland, invece, non può che essere segnalata la straordinaria prova di Meyers Leonard, autore di 30 punti in Gara 4, e i 54 punti complessivi del duo Lillard-McCollum, che ha comunque disputato dei playoff incredibili per quantità e qualità. Lillard nello specifico, che ha pure giocato alcune gare di questa serie con delle costole incrinate, si è guadagnato un ormai semi-certo rinnovo quadriennale da 191 milioni di dollari: una cifra straordinaria che ne farebbe il più pagato della intera storia della NBA. Davvero non male per un ragazzo che è spesso stato escluso da All-Star Game e quintetti All-NBA per buona parte della carriera e che ora, finalmente, si è tolto di dosso l’etichetta di sottovalutato.

Per Golden State ora si prevede un periodo di stop piuttosto lungo, visto che l’inizio delle Finals è previsto per venerdì 31 ma, al momento, nessuna certezza si ha sull’identità dei loro avversari.

Già, i loro avversari: questa notte di pallacanestro NBA ha cancellato ogni tipo di vantaggio dei Milwaukee Bucks, sconfitti per 102-120 dai Toronto Raptors che si sono così portati sul 2-2 nella serie dopo aver perso i primi due episodi della serie. Come prevedibile, l’equilibrio complessivo della contesa si è mostrato perfetto fino a Gara 4 e, come da tradizione NBA, sarà Gara 5 a dire in che direzione andrà definitivamente la serie. L’elemento importante della larga vittoria Raptors di stanotte sono i soli 19 punti con il 46% dal campo di Kawhi Leonard che ha potuto concedersi una serata da “soli” 34 minuti in campo. Anche Siakam si è mostrato meno impressionante che in altre uscite di questi playoff ma l’esperienza di Marc Gasol (17 punti, 5 rimbalzi e 7 assist) e soprattutto di Kyle Lowry, alla seconda escursione da almeno 25 punti nella serie (25+5+6) ha permesso ai canadesi di riequilibrare una serie che fino a ieri notte avevano parecchio sofferto. Da segnalare anche la terza ottima partita di fila dalla panchina di Norman Powell (18 punti), la resurrezione di Fred VanVleet, finalmente in doppia cifra in questi playoff con 13 punti e 6 assist, e la doppia doppia da 17+13 di Serge Ibaka. 48 punti in uscita dalla panchina a questi livelli sono uno sproposito, come ha ben dimostrato Milwaukee nel corso della serie, ma in questa occasione le riserve dei Bucks sono state surclassate per 48-21. Inutili i 30 punti di un Khris Middleton finalmente ai suoi livelli nella serie, inutili anche i 25+10+5 di Antetokounmpo. Tutto da rifare per Milwaukee che, ora, in casa ha l’obbligo di indirizzare la serie a proprio favore. L’impressione, comunque, è che la serie possa essere molto lontana dall’essere finita: mai come in questo caso, aggiustamenti e mosse a sorpresa potrebbero determinarne la risoluzione.

Chiudiamo ora con una notizia legata ai rookies: nella giornata di ieri sono stati eletti i due migliori quintetti All-Rookie, contenenti le migliori matricole dell’anno. Nel primo quintetto ci sono finiti Luka Doncic e Trae Young all’unanimità, insieme a Jaren Jackson Jr., Marvin Bagley e Andre Ayton: le prime cinque scelte dello scorso Draft hanno tutte ottenuto un piazzamento nel miglior quintetto. Nel secondo, invece, ci sono finiti Collin Sexton, Shai Gilgeous-Alexander, Landry Shamet, Kevin Huerter e Mitchell Robinson. Escluso un po’ a sorpresa Kevin Knox, a causa di una stagione un po’ ondivaga.

Ci restano al massimo tre partite da commentare prima delle NBA Finals: siete pronti a viverle in apnea? A fornirvi le altre notizie e curiosità ci penseremo, come sempre, noi!

 

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