Una gara-1 così non se la sarebbe immaginata nessuno: una rimonta epica da parte di Boston che ha ripreso Golden State in un quarto periodo in cui gli Warriors di solito passeggiano sulle macerie degli avversari. Ecco, se volevamo una prova di forza e una dimostrazione plastica di quanto può essere aperta la corsa al titolo NBA, Jayson Tatum e compagni ne hanno dato una chiara prova nei primi 48 minuti della serie disputata a San Francisco. Serie che va sullo 0-1 in favore di Boston e fattore campo ribaltato da subito: un testa a testa già ricco di spunti dunque tutta da seguire nei prossimi giorni, per scoprire chi tra Warriors e Celtics avrà la meglio e riuscirà a conquistare il titolo NBA.

I punti di forza di Golden State: l’esperienza, il tiro da tre punti e Steph Curry

Lo si è visto nei primi 12 minuti della serie: Stephen Curry è un giocatore in grado di accendersi e segnare 21 punti con sei triple in un solo quarto (record all-time alle NBA Finals). Una scarica di canestri che tuttavia non ha messo al tappeto i Celtics, che hanno retto anche all’ultimo del mitico “terzo quarto” firmato Golden State: al rientro dagli spogliatoi, i ragazzi di Steve Kerr danno una sgasata e un’accelerata alla partita - consapevoli di poter sfruttare l’esperienza maturata nel corso degli anni. L’altro grande punto di forza della squadra di San Francisco infatti è la conoscenza reciproca di un roster che si fonda un trio (Curry-Thompson-Green) che punta a diventare uno dei più vincenti della storia NBA: con loro in campo, Golden State sa sempre cosa fare, come massimizzare il gioco dall’arco, come evitare di subire troppo nei pressi del ferro. 

I punti di forza di Boston: la difesa (e l’attacco spesso sottovalutato)

Considerando che i Celtics erano la squadra che si presentava a questa serie non avendo mai giocato una singola partita alle NBA Finals, l’esame è stato brillantemente superato da Boston che ha mostrato forza, caparbietà e completezza su entrambi i lati del campo. Una vittoria in cui hanno creduto da subito i biancoverdi, nonostante l’ottima partenza da parte di Golden State che aveva messo in mostra diversi punti deboli della difesa Celtics. Ma come, i migliori a proteggere il ferro che vanno in difficoltà nella propria metà campo? È nel momento del bisogno che Boston ha battuto un colpo, ricorrendo a quella che è un’arma troppo sottovalutata quando si parla di Jayson Tatum e compagni: l’attacco e la capacità di fare canestro. I ragazzi di coach Udoka hanno messo in mostra sul parquet duttilità e resilienza - parola fin troppo abusata negli ultimi mesi, ma che ben racconta le doti di un gruppo in grado di piegarsi sotto lo sforzo, ma senza spezzarsi mai. Una caratteristica fondamentale quando si parla di una potenziale vincitrice del titolo NBA.

NBA Finals: chi vincerà, Golden State o Boston?

Di fronte a una poliedricità di fattori del genere, diventa difficile immaginare come andrà a finire: Boston ha dimostrato di poter fare a meno di un Tatum da 30 punti, “accontentandosi” dei suoi 13 assist (record per un esordiente alla Finals) e trovando forze e punti insperati da un supporting cast che dovrà reggere ad alto livello. La chiave infatti sembra proprio quella: Al Horford è stato sontuoso e non solo lui ha mantenuto un livello realizzativo invidiabile, tutt’altro che intimorito da un esordio alle Finals arrivato ormai da veterano. I suoi canestri hanno cambiato lo scenario e messo alle corde la difesa Warriors, pronta a sfidarlo anche in gara-2: continueranno ad arrivare quei bersagli? Le percentuali dal campo dei Celtics sono la chiave infatti: senza quelle è impossibile stare dietro a Golden State, che tuttavia non può e non vuole accontentarsi di uno Steph Curry a mezzo servizio - straripante in avvio e insipido nel finale di partita. Insomma, lo scenario è ancora in completa evoluzione e a noi non resta fare altro che sederci davanti la TV e goderci lo spettacolo.

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