È moda degli ultimi anni quella di guardare al mondo della pallacanestro NBA con gli occhi non solo pieni di curiosità verso dei parquet colorati su cui ogni notte accade di tutto per merito di atleti e campioni fuori dal comune, ma anche per l’enorme giro di affari che deriva da quello spettacolo e che permette alle franchigie NBA di pagare diversi milioni di dollari all’anno anche i giocatori “meno bravi” presenti nei vari roster. Per quello poi i vari LeBron James, Steph Curry, Kevin Durant e tanti altri portano a casa decine di milioni di dollari di stipendio ogni stagione: perché la NBA è riuscita a trovare la chiave migliore per monetizzare il proprio prodotto, proponendo agli appassionati qualcosa che va ben oltre il semplice evento sportivo. Tutta la costruzione dello spettacolo attorno alla partita, le storie dei protagonisti, la capacità narrativa del contesto, l’idea che gli sportivi possano diventare portatori sani di principi da diffondere all’interno della società: tutto serve per garantire attenzione mediatica, fortuna, successo e dunque soldi.

Il basket italiano invece versa in condizioni differenti, nonostante negli ultimi anni società come l’Olimpia Milano e la Virtus Bologna siano riuscite non solo ad accendere nuovamente la passione grazie all’avvincente testa a testa messo in mostra nelle ultime corse Scudetto, ma anche a investire somme importanti per provare a rilanciare a livello europeo il nostro movimento di pallacanestro. A livello di contratti e di accordi raggiunti con i giocatori, nel basket nostrano mancano non solo tutte le regole salariali che la NBA impone alle proprie franchigie, ma anche i dettagli di trasparenza e di accessibilità dei dati che negli Stati Uniti viene garantito agli appassionati: reperire quindi le cifre degli stipendi dei giocatori della Serie A di pallacanestro è impresa più complicata di quanto non sembri, ma qui cercheremo lo stesso di dare delle linee generali di massima.

Nessuno come Nikola Mirotic: è lui il giocatore più pagato del campionatoGli appassionati NBA ricorderanno l’episodio che ha cambiato la carriera nel campionato statunitense di Nikola Mirotic - lungo tiratore, con qualche carenza difensiva ma letale per versatilità e capacità di fare male alle difese avversarie sia nei pressi del ferro che con i piedi dietro l’arco. Un’incomprensione con Bobby Portis a poche ore dalla prima palla a due della stagione: urla, spintoni e alla fine un pugno che lo ha steso - facendolo passare immediatamente dalla parte della ragione nella contesa, ma al tempo stesso impedendogli di continuare ad affermarsi come possibile leader dello spogliatoio dei Bulls. Da lì prima il graduale allontanamento dalla NBA, il ritorno in Europa e ora il passaggio all’Olimpia Milano, di cui è il leader tecnico e anche “economico” - dopo aver firmato un triennale da sei milioni di euro. Due milioni a stagione, il più pagato dell’interno campionato italiano. Dietro di lui in casa Olimpia troviamo Nicolò Melli, diventato ormai capitano e punto di riferimento della Nazionale Italiana e del club meneghino che porta a casa 1.6 milioni di euro, mentre alla sue spalle c’è Kevin Pangos - il cui contratto si aggira sempre intorno a quelle cifre.

Marco Belinelli, altro super contratto del campionato di basket italiano

Con l’addio di Milos Teodosic, alla Virtus Bologna di “grandi vecchi” in grado di spostare gli equilibri è rimasto soprattutto Marco Belinelli - tornato nel nostro Paese dopo la sua meravigliosa carriera NBA (unico italiano ad aver vinto anche un titolo con i San Antonio Spurs nel 2014) e protagonista con la squadra emiliana con cui ha firmato un triennale da 5 milioni di euro complessivi. Cifre importanti, che tuttavia però rappresentano soltanto la punta dell’iceberg di un mondo professionistico che fa fatica a garantire grandi stipendi ai protagonisti che scendono sul parquet. Come media per gli altri talenti di spicco delle squadre impegnate nella corsa ai playoff del campionato italiano di pallacanestro, si arriva fino a cifre attorno agli 800.000 euro (ripetiamo: i dati non vengono comunicati in maniera ufficiale, quindi questa resta una stima e una media ponderata).

La situazione nel suo complesso quindi impone analisi salariali e di distribuzione degli stipendi ben diverse: se Mirotic a Milano da solo guadagna 2 milioni di euro, altre realtà con la stessa cifra riescono a pagare gli stipendi di tutto il resto. È chiaro quindi che la rimodulazione degli stipendi preveda delle dinamiche ben diverse: i top player o gli americani chiamati a trascinare in alcuni contesti non superano i 300.000 euro di stipendio annuo, mentre ci sono giocatori in età avanzata o i giovani che vengono promossi in prima squadra che non vanno oltre i 30.000 euro all’anno. Per dare un termine di paragone: un giocatore senza alcun tipo di esperienza in NBA riceve, perché lo prevedono le regole salariali, uno stipendio minimo di 1.2 milioni di dollari. Anche se è l’ultimo della lista e non gioca mai, a prescindere: meno di quello non puoi guadagnare se giochi per una stagione intera in NBA. In Italia sarebbe uno stipendio da top-10 e questo rende plastica l’enorme differenza tra due mondi che restano lontanissimi tra loro.