Un grande Clasico, una partita da storia che può decidere la Liga 2019/20. Perché riporta al comando il Real con un punto di vantaggio, cui va aggiunto quello degli scontri diretti, 0-0 e 2-0. E perché dà al Madrid la spinta emotiva che le recenti difficoltà sembravano aver frenato.

  1. Era il 180° Clasico di Liga, 244° della storia. Il Real, a lungo in vantaggio nei precedenti, era stato raggiunto a quota 72 vittorie in campionato e superato nel conto globale (96-95). Anche nella sfida tra i due colossi di Spagna c’è stato un A.M. (Ante Messi) e un P.M. (Post Messi): da quando l’argentino ha giocato per la prima volta contro i blancos, il Barça ne aveva vinti 7 in più, il doppio degli avversari in Liga e al Bernabeu. Questo 2-0 riporta a un’incredibile parità assoluta tra le due superpotenze: più di 90 anni di confronti diretti non sono bastati per decretare una superiorità chiara dell’una sull’altra.
  2. È stata una sfida di impressionante intensità, ancor più se si pensa che entrambe arrivavano dalla settimana di Champions. Il Barcellona aveva recuperato 5 punti nelle ultime 2 partite ai rivali e Setién si presentava minaccioso al primo Clasico della sua carriera, ovvero da unico tecnico ad aver battuto Zidane per due volte in Liga, sulla panchina del Betis. Le ultime settimane avevano fatto scricchiolare la solidità su cui tanto faticosamente Zizou aveva ricostruito il Real: 3 ko e 12 gol subiti in 5 partite, coppe comprese. Per fermare il miglior attacco del campionato ha scelto Isco e Marcelo, tra i peggiori contro Celta (2-2) e Real Sociedad (3-4 in Coppa del Re) e si è affidato a Casemiro e Valverde: con loro insieme dal 1’ in questa stagione ha perso solo contro il City. Marcelo, il secondo più vincente della storia del Real, 21 titoli come Ramos, ha risposto con la sua migliore prestazione dell’ultimo biennio, sublimata da un recupero fantastico su Messi in campo aperto. Il tocador Isco ha alimentato la manovra con continuità, tornando decisivo come lo era stato nella volata per l’accoppiata Liga-Champions del 2017.

  3. La partita, però, è stata aperta dal più giovane in campo, Vinicius. Un anno fa aveva ricevuto complimenti anche da Piqué per la sua prestazione nel Clasico di Coppa del Re al Camp Nou e stavolta proprio il difensore catalano ha deviato alle spalle di Ter Stegen il tocco del brasiliano per l’1-0. Vantaggio meritato, nel cuore del secondo tempo e nella fase in cui il Real stava spingendo in maniera furiosa, dopo aver concesso il finale della prima frazione al Barça, stoppato dal Drago Courtuos. Sempre più convincente, il portierone belga vola verso il Trofeo Zamora che viene assegnato al meno battuto dalla Liga: il Real non lo vince da un’eternità, l’ultimo fu Casillas nel 2007/08..!

  4. Prima di arrendersi a Vinicius, Ter Stegen aveva salvato maestosamente su Isco con una delle parate dell’anno. Capitolazione solo rimandata, appunto, nel momento in cui il Barça e Messi sono spariti dal campo. Proprio davanti a Cristiano Ronaldo, protagonista di un blitz da vero fuoriclasse per assistere alla partita che tante volte aveva deciso e illuminato. Era la sua prima volta al Bernabeu dopo l’addio alla Casa Blanca. Con il suo incredibile carisma, si è preso addirittura il lusso di scendere negli spogliatoi nell’intervallo per incoraggiare la squadra. Vinicius ha spiegato così la sua esultanza alla CR7 dopo la rete dell’1-0, la prima del brasiliano al 4° Clasico giocato, la più “giovane” del 21° secolo. Addirittura meglio di Messi. Che, di fronte al suo eterno rivale, è rimasto a secco per il 5° Clasico consecutivo, restando così a 26 gol e 14 assist in 43 sfide contro il Real Madrid. Incredibile ma non troppo, Leo non ha più segnato ai blancos da quando Cristiano ha lasciato Madrid.
  1. L’epica della serata trionfale di Zidane si è arricchita dell’ultimo, incredibile tassello del 2-0 di Mariano Diaz, zero minuti (ze-ro!) in questa Liga e solo una quarantina in Supercoppa prima di ieri. Zizou lo ha preferito a Jovic, 60 milioni di euro in tribuna, e lo ha lanciato nei minuti finali per un esausto Benzema, fondamentale anche senza gol (4 segnati negli ultimi tre mesi). L’ispano-dominicano è entrato nel guinness dei primati del Clasico realizzando un gol lampo come il suo scatto, che ha fulminato Umtiti e blindato il successo madridista. 

Si è conclusa così una partita tra squadre non portentose e complete come negli anni d’oro ma capaci di regalare comunque uno spettacolo degno di una sfida unica al mondo. L’ha vinta Zidane, l’ha vinta il Real Madrid. Da squadra vera. A 12 turni dalla fine, il cammino verso il successo è ancora colmo di ostacoli ma dopo aver completato derby e Clasico di andata e ritorno senza subire gol (doppio 0-0 esterno e doppio successo interno) il Real è di nuovo in possesso del suo destino. E può custodirlo con le mani sapienti del suo allenatore e i magnifici piedi dei suoi campioni.