Mancano solo 4 giornate alla fine e il Real Madrid ha le mani sulla Liga. Restano solo due settimane e 40 partite per i verdetti della “Liga dell'emergenza”: un titolo un po’ sprezzante che i rivali del Madrid hanno dato a un torneo certamente anomalo, che però i blancos hanno saputo interpretare meglio dalla ripartenza. Mentre l’ombrello della serenità di Zizou proteggeva il quartier generale di Valdebebas, il Barça si dissanguava con le ennesime faide interne.

  1. Il Real ha 4 punti sui rivali, cui si aggiunge il vantaggio negli scontri diretti che garantirebbe il titolo anche in caso di arrivo alla pari. I blaugrana erano ripartiti a +2 ma hanno disperso il loro vantaggio con i pareggi contro Siviglia, Celta Vigo (fuori) e Atletico (al Camp Nou). E anche quando hanno vinto, non hanno mai davvero convinto. Almeno fino all’ultimo weekend a Vila-Real, dove la mossa di Messi trequartista protetto da Sergi Roberto ha liberato energie positive per Griezmann (gran gol dopo 9 partite e 3 panchine) e Suarez, a segno per la terza volta in tre gare. Dalla ripartenza il Real ha completato un percorso netto di 7 vittorie consecutive, 12 gol segnati (pochi) e 2 subiti (pochissimi). Courtois non ne subisce da 4 partite: non c’è match in cui non compia almeno una parata di alto coefficiente di difficoltà e con il risultato ancora in bilico. Dopo 4 anni di dominio incontrastato di Oblak, il premio Zamora (assegnato al portiere meno battuto della Liga) sta dunque per cambiare sponda a Madrid. Per il Drago Courtois, che ha subito 18 dei 21 gol totali concessi dalla sua squadra, è la rivincita dopo i dubbi dell’anno scorso e dell’inizio di questo, quando la tensione lo aveva prosciugato così tanto da costringerlo a lasciare il campo alla fine del primo tempo contro il Bruges al Bernabeu.

  2. È anche la “Liga de Sergio Ramos”: 10 gol, record eguagliato per un difensore in un singolo campionato spagnolo da quando sono raccolti questi dati (1998/99) e ora condiviso con il terzino sinistro del Getafe 2005/06, Mariano Pernia. La leadership di Ramos è stata costante. Ha segnato in tutti i modi, anche su azione avviata e conclusa dopo una cavalcata di 60 metri e persino su punizione contro il Maiorca, interrompendo una maledizione sulle palle ferme che durava da un anno e mezzo per il Real Madrid.

  3. Pochi altri momenti rendono il senso della personalità di un calciatore come l’esecuzione di un rigore. Un gesto tecnico, certo, ma anche emotivo, di raffinata psicologia. Il capitano del Real Madrid ne ha trasformati 3 nelle ultime 5 partite e mantiene aperta una striscia di 20 gol consecutivi dal dischetto. Non ne fallisce uno da maggio 2018, considerando anche le serie finali.


    Con lui la squadra ha trovato una stabilità sconosciuta anche negli anni delle 3 Champions di fila: con Cristiano Ronaldo, il Madrid subiva tanto ma segnava tantissimo; ora non si abbandona a goleade ma ha tenuto la porta inviolata per 18 gare su 34. Un altro dato,  rilanciato da Marca, impressiona ancora di più. Nelle 107 partite di Liga del suo primo ciclo, Zidane aveva vinto solo una volta (!) per 1-0; in questo campionato è accaduto già in 6 occasioni.

  4. Con la classifica attuale il Real ha 4 punti e 2 partite di vantaggio. Può perderne una o pareggiarne due ed essere campione lo stesso. Il calendario presenta solo l’insidia del Villarreal alla penultima; le altre avversarie (Alaves, Granada e l’ormai retrocesso Leganes) sono tutte nettamente inferiori e non hanno obiettivi concreti alla portata. Ci sarà un solo avversario (l’Alaves) in comune con il Barcellona che pure potrebbe fare abbastanza comodamente 12 punti contro i baschi, l’Espanyol allo sbando, il Valladolid e l’Osasuna.

  5. La Champions è lontana ma è facile ipotizzare che a Rino Gattuso non dispiacerebbe anticipare la sfida di ritorno con Messi e c. O per meglio dire, “non gli sarebbe dispiaciuto”, almeno fino al 4-1 dell’Estadio de la Ceramica, dove il Barça infatti è (ri)apparso all’improvviso nella sua (ormai dimenticata) bellezza. Antoine Griezmann, assopito e intristito dalla scarsa affinità elettiva con Messi, sembrava essersi arreso all’evidenza dopo che l’argentino non gli aveva praticamente passato il pallone nelle due partite contro Leganés e Siviglia. E invece le Petit Diable ha ritrovato d’incanto il gol, il sorriso e gli abbracci dei compagni.


    Tra la destituzione di Valverde, lo spionaggio interno, i dissidi sui tagli agli stipendi, le voci di addio di Leo nel 2021 e il gelo tra lo staff tecnico e i giocatori, il Barça è da mesi in perenne crisi di nervi. Queste mine sempre pronte a deflagrare si sono distribuite su tutta la stagione, oscurate solo dalle giocate mirabolanti di Messi. Che a Vila-Real ha raggiunto per la terza volta il traguardo di almeno 19 assist in una Liga. Nessun altro ci è mai riuscito negli ultimi 25 anni, nemmeno una volta.