Non è esagerato definire la sfida tra francesi e tedeschi come uno scontro tra outsider. Al Da Luz, casa del Benfica, uscirà un verdetto storico, comunque vada.

Due modi diversi di qualificarsi alle semifinali, due modi diversi di giocare e, soprattutto, due galassie distanti sotto il profilo economico.

È servito il recupero ai parigini per piegare la resistenza atalantina, e buona parte del merito va riconosciuta a Kylian Mbappè, che con la Dea non avrebbe nemmeno dovuto giocare.

La firma più imprevista, quella del giovanissimo Adams, sigilla invece il passaggio dei tedeschi, giunti alla loro prima semifinale in assoluto. Contro l’Atletico un vero e proprio capolavoro orchestrato da Nagelsmann, guida spirituale dei tori.

Il punto sul Lipsia

Partiamo dal club sassone. Con una storia molto breve alle spalle (fondato nel 2009), spicca il volo a partire dalla stagione 2017/18, con la prima partecipazione europea in assoluto.

Uscito ai gironi di Champions e retrocesso in Europa League, il RasenBall arriva fino ai quarti, dove viene eliminato dal Marsiglia. Molto male nella stagione successiva (la scorsa), dove viene eliminato subito ai gironi di EL dopo aver superato il terzo turno preliminare.

In ambito nazionale il Lipsia ha già raggiunto una finale, nella DFB Pokal stagione 18-19 contro il Bayern (ko 0-3).

Il punto sul PSG

Per una volta la maledizione dei club “paperoni” non ha toccato la squadra francese, vittima solitamente designata (questa volta è toccato al City).

Tuchel ha raggiunto il punto più alto in ambito europeo dall’insediamento della nuova proprietà, riportando sotto la Tour Eiffel i fasti di fine millennio, l’altra epoca d’oro rossoblu.

Sono nello specifico tre le finali europee già disputate dal PSG, tutte racchiuse tra il ’95 e il ’97. Due volte in Coppa delle Coppe (vinta nel ’96 e persa l’anno seguente) e una in Supercoppa (sempre nel ’97, ko 9-2 contro la Juventus).

In ambito Champions i parigini ritrovano una semifinale dopo venticinque anni (l’ultima occasione nel ’95 contro il Milan). Sul fronte nazionale non molto da dire a proposito delle finali. I ragazzi di Tuchel hanno appena conquistato Coppa di Francia (contro il Saint-Etienne) e Coppa di Lega (contro il Lione).

Pronostici e analisi di PSG - Lipsia

La prima nota a margine è di pura curiosità. Tuchel e Nagelsmann, entrambi tedeschi, sono stati strettamente legati in precedenza. Era il 2008 quando l’attuale tecnico del PSG guidava la squadra riserve dell’Ausburg, dove militava il 21enne allenatore del Lipsia.

A causa di un serio infortunio al ginocchio Nagelsmann decise di appendere gli scarpini al chiodo, ma divenne successivamente collaboratore tecnico dello stesso Tuchel.

La seconda nota a margine sottolinea come spesso basti poco per cambiare lo stato delle cose. Dalla ripresa del campionato il Lipsia non ha  praticamente mai vinto in casa, faticando a difendere il piazzamento Champions e perdendo la sua stella Timo Werner.

Il PSG non è nemmeno sceso in campo, complice la definitiva interruzione del torneo voluto dal governo. E quando lo ha fatto, specialmente in occasione delle due finali, è stato subissato di critiche. Ha perso Cavani e Meunier, ha subito tanti infortuni eppure è ancora in corsa.

Due stili diversi, da un lato l’egocentrismo fatto di tecnica da fantasia, dall’altro la forza di un gruppo plasmato e forgiato da un miglioramento tangibile dei singoli, assemblato dalle sapienti mani di quel Rangnick che tanto ha fatto parlare di sé.

Arrivati a questo punto il PSG ha tanta fame. È riuscito a ribaltare in maniera incredibile una gara ormai persa. Avrà anche un Di Maria in più. Mbappè e Neymar sembrano all’apice dell’adrenalina. Per il Lipsia sarà dura, ma non per questo impossibile.

 

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